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Danubio rosso. L'albe dei barbari
 
Danubio rosso. L'albe dei barbari 2011-01-28 17:56:58 barch76
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
barch76 Opinione inserita da barch76    28 Gennaio, 2011
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Il nulla rosso

Io Amo la storia,ogni libro che leggo deve arricchirmi con date, avvenimenti, luoghi, personaggi, aneddoti,e se magari riesce anche ad emozionarmi,tanto meglio,le mie letture devono avere la capacità di trasferirmi nell’epoca narrata. Bene ,questo romanzo ruota intorno ad una battaglia,quella di Adrianopoli ,basta, qui si ferma la storia,il resto è una trama confusa,la solita descrizione degli scontri,una piatta vicenda d’amore,il tribuno,l’Imperatore decrepito e depresso,il re Barbaro,Il pretoriano sarmata con la crisi esistenziale,senza colpi di scena,emozioni,pathos. Unica nota positiva,lo stile,la capacità narrativa dell’autore è straordinaria,ma è come ascoltare una canzone con una splendida melodia,ma con un testo idiota. Per me soldi sprecati,non solo per chi ama i romanzi storici,ma anche per chi ama la lettura.

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Lettura consigliata
no
Consigliato a chi ha letto...
Harmony............
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Commenti

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Ciao barch76, mi sono or ora iscritta e non conosco bene la Netiquette della community, spero che preveda il contraddittorio...
L'unica cosa su cui convengo con te decisamente è il giudizio positivo sullo stile dell'autore. Quanto al resto, non lo condivido affatto. Un romanzo storico è un romanzo, prima di tutto, che sceglie la storia come ambientazione, ma che non deve essere necessariamente Storia, altrimenti sarebbe un manuale, e non un romanzo appunto. L'importante sono le storie che in esso si intrecciano, avendo sullo sfondo episodi realmente successi che, appunto, vengono romanzati.
In particolare credo sia molto importante nella scrittura di Defilippi, che è uno dei miei scrittori prediletti (lo confesso subito, anche se lo prediligo quando racconta altre cose bene come sa fare) la storia interiore delle persone. In questo senso i suoi romanzi, tutti, sono più greci che romani, nel senso delle vicende tragiche cui i suoi protagonisti si prestano. Il pretoriano Sarmata non è, secondo me, in una banale crisi esistenziale, vive in sè la tragicità del momento, la sua sofferenza è epica, perchè conosce il destino e non può cambiarlo, non può che assecondarlo (la tragedia greca per eccellenza, in cui la conoscenza lungi dal salvarci dal dolore lo moltiplica, pensa a Cassandra).
Insomma, io amo la storia letta certamente meno di te, ma credo che al di là dell'ambientazione, questo romanzo abbia una profondità che forse non appare evidente, ma che chi conosce Defilippi non può non cogliere. Se posso ti consiglio di leggere il suo "le perdute tracce degli dei", anch'esso in parte storico, ambientato nei primi anni della conquista italiana dell'Abissinia, in cui troverai qualche altro elemento di tragicità. Grazie, ciao

08 Febbraio, 2011
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Grazie Sara,IO non ho definito il romanzo storico,ma solo quello che IO pretendo da esso,non ho letto quest'opera con leggerezza,anzi.Forse non ho colto qualcosa,o forse ho dei parametri di valutazione diversi,per me il vuoto resta.mi spiace.
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