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Non tutti i bastardi sono di Vienna
 
Non tutti i bastardi sono di Vienna 2012-12-10 17:35:48 silvia71
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Stile 
 
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    10 Dicembre, 2012
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La nostra storia

“Non tutti i bastardi sono di Vienna” è il meritatissimo vincitore del Campiello 2011.
Chiamati a dare una prima e rapida definizione di quest'opera, affermiamo che si tratta un romanzo storico, ambientato tra il 1917-18, periodo finale della Grande Guerra.
L'autore ricostruisce uno spaccato storico di cui poco si è tramandato, ossia dell'invasione dell'esercito austriaco nelle zone orientali del fiume Piave; nel giro di breve tempo, agli abitanti di quei luoghi furono requisite le abitazioni e vessati fino alla fame.
Nella sua brillante ricostruzione, Molesini si è avvalso di numerose letture, tra cui alcuni preziosissimi diari, come “Diario dell'invasione”, scritto da una sua ava; gli spunti ed i personaggi sono veraci, mentre le vicende narrate sono arricchite dall'ottima mano dell'autore, mantenendo ferma la perfetta congruità delle stesse alla reale situazione vissuta in quei luoghi.
In questo romanzo si narrano le gesta di uomini e donne a cui la guerra mutò la vita irrimediabilmente, irrompendo tra le mura di casa, spezzando l'unità e la quiete familiare, trasformandoli in ospiti scomodi.
Molesini ci mostra un pezzetto di storia italiana, ci mostra una faccia della guerra di cui poco apprendiamo dai testi storici a carattere generale; in queste pagine ci attende una splendida rappresentazione di quella forma di resistenza che si venne formando tramite una fitta rete di azioni volte al disturbo delle azioni militari nemiche.
Gente di gran coraggio e di tanto orgoglio, a cui la guerra ha tolto affetti e futuro, ma non la forza di reagire, di porgere una mano al prossimo mettendo a rischio la propria vita.
I personaggi che animano il romanzo sono caratterizzati in maniera esemplare, colti non soltanto con estremo realismo storico, ma con nitidezza e profondità umana, sul piano dei sentimenti.
Sono veraci, con il loro bagaglio di vizi, manie e abitudini, anche se la vita li pone sull'orlo di un baratro.
Grazie alle figure che animano la narrazione, il romanzo, pur essendo doloroso, è pervaso da un filo sottile di comicità che si fonde con la tragicità degli eventi; un'operazione straordinaria figlia di una penna sagace e accorta.
Immagini forti e pregne di lacrime si innestano alla levità della vita di gente comune che non chiede altro che poter continuare ad accudire alle proprie faccende domestiche, alle proprie piccole gioie quotidiane, ai propri affari del cuore.
Molesini affida la narrazione alla voce più giovane della famiglia, trasmettendoci attraverso i suoi occhi il volto della guerra; la narrazione in prima persona, pur richiedendo un linguaggio rapido e scorrevole, infarcito di dialetto, dona un'intensità commovente.
E' una lettura che appassiona e fa innamorare di questa gente, spingendo il lettore a divorare queste pagine, con grande coinvolgimento.

In buona sostanza è un romanzo improntato su un estremo realismo, animato da uomini e donne tratteggiati a tutto tondo, in grado di dare un volto a tanti protagonisti della storia di cui nessun testo riporta i nomi; tutto ciò è il nostro passato e grazie ad opere come questa possiamo conoscerlo e ricordarlo.

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Canale Mussolini di Pennacchi
Le due chiese di Sebastiano Vassalli
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Commenti

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Bravissima Silvia, bella recensione....e mi hai definitvamente convinto, lo leggerò sicuramente! :)
In risposta ad un precedente commento
petra
10 Dicembre, 2012
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Sempre appassionanti e vivide le tue recensioni....commento splendido, davvero!
@ fede : ti ringrazio tanto !
@robbie : leggilo appena puoi, è tra i migliori romanzi storici che ho letto quest'anno!
In risposta ad un precedente commento
Bruno Elpis
11 Dicembre, 2012
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Condivido Robbie e Petra: Silvia i tuoi commenti sono sempre accurati e profondi. E lo comprendo tanto più quando commenti un libro che anch'io ho apprezzato molto. :)
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