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La rivoluzione della luna
 
La rivoluzione della luna 2013-04-10 16:44:46 cesare giardini
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    10 Aprile, 2013
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Un omaggio alla regalità della donna

Accantonata temporaneamente la fortunata serie del Commissario Montalbano, Andrea Camilleri ritorna al romanzo storico, calandosi con la consueta maestria nella Sicilia del Seicento, governata da un Viceré spagnolo ( di nomina reale e con il titolo aggiunto e indivisibile di Legato pontificio), che all’epoca dei fatti narrati era il nobile marchese don Angel de Guzmàn . La storia, in sintesi, descrive il breve periodo di governatorato di donna Eleonora di Mora marchesa di Castel de Roderigo, vedova del Viceré deceduto improvvisamente per infarto e designata per volontà testamentaria del marito a succedergli con lo stesso titolo, primo e unico caso di Viceré donna nella storia della Sicilia di quei tempi. La storia di Eleonora è realmente accaduta, anche se riportata solo con pochi accenni nelle cronologie dei Viceré spagnoli in Sicilia : Camilleri, pur rispettando gli eventi storici, aggiunge del suo, romanzando i ventotto giorni da Viceré di Eleonora, tanti quanti impiega la luna a compiere il giro dello Zodiaco. Ed anche quella di Eleonora è una “rivoluzione”: donna di affascinante bellezza oltre che di acuta intelligenza e di specchiata onestà, “rivoluziona” in poco tempo una Sicilia dominata dagli intrighi dei potenti e da un malaffare diffuso, malaffare in cui sguazzano impuniti i nobili del Sacro Regio Consiglio e le alte cariche ecclesiastiche, dèdite senza ritegno alla sopraffazione ed ai crimini più odiosi. Eleonora, con pazienza, decisione e, all’occorrenza, con pugno di ferro, dopo aver superato difficoltà e tranelli di ogni genere, riporterà serenità in una terra martoriata dall’ingiustizia, avviando anche importanti opere di recupero per giovani abbandonate e vecchie ai margini della società : alla sua partenza per la Spagna (richiamata dal Re per l’incompatibilità del suo titolo di Legato pontificio con il fatto di essere donna) sarà acclamata e rimpianta da una folla commossa e celebrata, nell’improvviso silenzio alla levata degli ormeggi, dal canto struggente di un famoso poeta di taverna e di strada.
Un bellissimo romanzo, che si legge d’un fiato e che incorona di bellezza e di regalità una figura femminile indimenticabile, una figura che la Storia, nei suoi imperscrutabili percorsi, elargisce forse con troppa parsimonia. Da leggere e da meditare, anche per i riferimenti all’oggi che il consueto impegno civile di Camilleri sembra sottendere.



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I romanzi storici di Andrea Camilleri
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