Dettagli Recensione

 
Idi di marzo
 
Idi di marzo 2016-09-21 07:19:56 Kvothe
Voto medio 
 
1.5
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
1.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    21 Settembre, 2016
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Uroboro

Ci sono rimasto molto male con questo libro mi ha veramente deluso. Questo è il mio secondo romanzo di Manfredi e dopo lo stupendo "Lo scudo di Talos" le aspettative erano alte.

Più grande è l’aspettativa, più grande è la delusione si dice. Secondo me ha sbagliato proprio la trama di questo libro, invece che l'ultima settimana di Cesare poteva raccontare altri momenti più interessanti e eccitanti della sua vita; prendendo solo questo lasso di tempo, il romanzo cade in descrizioni ripetitive e noiose. Lo sbaglio più grande è stato questo, la storia di Cesare la conosciamo tutti e sappiamo come va a finire. Allora che senso ha inserire tutti questi complotti che si mordono la coda come un uroboro per tutto il romanzo non portando a niente? Riscalda solo la minestra ancora, ancora e ancora e fa stagnare il romanzo perdendo di fluidità.


Lo stile di Manfredi è da archeologo/ storico: distaccato e analitico. Questo romanzo aveva bisogno di altro. Soprattutto descrivendo questo determinato momento storico non si può usare uno stile di scrittura così freddo, proprio non si può. E’ la morte di Cesare per Diana deve avere Pathos deve trasmettere emozioni e struggerti nell’ atto del compimento dell’ azione maxima, non lasciarti indifferente, non leggerlo come se fosse un fatto su un libro di storia che ti lascia apatico, ma leggerlo con trasporto e ardore come la tragedia di Shakespeare. Non si può basare un romanzo in un periodo preciso come l 'ultima settimana di vita di cesare e descriverlo così come è stato fatto, no non esiste. E’ stato un errore grossolano. Nello “scudo di Talos la situazione è stata salvata dalla trama di supporto, che era piacevole e più ampia, ma qui la situazione non è stata supportata a dovere da uno stile adeguato al romanzo ed è crollato tutto come un castello di carte. Comprendo anche che quando uno ha un’ impronta di scrittura è difficile variare e diversificare il proprio stile.

Manfredi e' riuscito nell’ arduo compito di rappresentare noioso Cesare e non è da tutti. Il romanzo ha poche pagine (circa 250) ma ogni pagina è un macigno grosso come una casa e poco scorrevole . Delusione totale non lo consiglio a nessuno

Fortunatamente tanti libri non li compro e non ci ho perso soldi su questo. Difficilmente vado alla cieca quando compro, tranne in rare occasioni. Io vi consiglio di non spendere i vostri soldi con questo libro. Compratene altri di Manfredi.

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