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Francesca e Nunziata
 
Francesca e Nunziata 2018-05-09 14:24:22 Laura V.
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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    09 Mag, 2018
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Quando fare i maccheroni era un’arte

Una prosa delicata e arguta, intrisa di indubbia poesia e del fascino tipico dei racconti senza tempo, narra una piccola grande storia del Sud: una storia di lavoro e fatiche, di dignità e coraggio, nonché di tenace e ammirevole imprenditorialità.
Sullo sfondo, la grande Storia, quella che, abbracciando pressoché un secolo di vicende travagliate, ci fa intravedere l’ultimo sovrano borbonico del Regno delle Due Sicilie e Garibaldi, così come ci mostra, attraverso gli occhi di quei luoghi, la tanto discussa unità d’Italia portata a suon di cannonate e, pertanto, più subita che voluta da quelle parti, fino ad arrivare all’inizio del secondo conflitto mondiale.
Romanzo straordinario e sorprendente, “Francesca e Nunziata” vede per protagonista una famiglia di pastai che dalla costiera di Amalfi si sposta verso la zona di Napoli, per mettere salde radici alle falde del Vesuvio. È un racconto appassionato e appassionante di un’epoca e di una terra dove l’arte di fare la pasta non aveva eguali altrove, almeno fino all’avvento prepotente della moderna produzione industriale. Tra fusilli, orecchiette e altre specialità che, già a fine Ottocento, dalle assolate coste campane prendevano il largo alla volta dell’America, e che non tardarono ad apprezzare nemmeno gli stessi invasori piemontesi, si stagliano luminosi i paesaggi profumati di mare e vallate vegliati dal sommo Vulcano dai cui fianchi, “su memorie di lava, scendevano impeti di ginestre”.
Contraddistinta da una forte personalità, la figura di Francesca è quella di una donna imprenditrice come poche, eccezionale considerando il periodo storico nel quale opera, sicura di sé e irriducibilmente chiusa nel proprio ostinato rifiuto della legittimità del re piemontese; nel lavoro, seguirà le sue orme la figlia adottiva Nunziata che, seppure dal carattere più dolce e apparentemente remissivo, si distinguerà ben presto per idee e aspirazioni non meno determinate, come quando, giovanissima e prossima alle nozze, se ne uscì prontamente con un “Voglio due ‘ngegni per fare i maccheroni” non appena la madre le aveva proposto invece costosi gioielli in regalo. Intorno a loro, dall’infanzia di donna Francesca ancor prima di quel fatidico 1860-’61 fino alla morte di Nunziata nell’anno fascista 1940, una selva di personaggi tratteggiati ad arte: il nonno Giuseppe, che da semplice mugnaio, aiutato dalla miriade di figlie e nipoti che aveva in casa, diede avvio a una produzione artigianale di successo, lo scapestrato don Giordano, il giovane e idealista Federico, l’insostituibile e sempre indaffarata Mariuccia, soltanto per citarne alcuni tra i tanti che animano queste pagine intense che si lasciano gustare proprio come un bel piatto fumante di pasta condito con sole e aromi mediterranei.
Sebbene sia stato tra i romanzi finalisti al Premio Strega del 1995 e abbia avuto a suo tempo numerose traduzioni all’estero, oggi “Francesca e Nunziata” di Maria Orsini Natale, autrice di Torre Annunziata scomparsa meno di dieci anni fa, ha tutta l’aria di essere un’opera non particolarmente conosciuta. Un’opera, tuttavia, in odore di capolavoro!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
...altri romanzi storici ambientati al Sud. A chiunque voglia leggere con gli occhi di quella terra l'unità d'Italia.
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Commenti

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31 Gennaio, 2020
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Un libro che ho visto concepire per poi nascere. Maria me ne propose la lettura, prima della pubblicazione, le dissi che lo ritenevo un capolavoro e che un giorno la Loren avrebbe potuto interrpetare Francesca. Ne rise tanto ed era la sua creatura. Mi diceva: Annuccia il libro cammina da solo. Felicissima quando fu inserito nei programmi de La Sorbona
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