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La selva degli impiccati
 
La selva degli impiccati 2020-06-21 21:03:32 Victoria Archontis
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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3.0
Victoria Archontis Opinione inserita da Victoria Archontis    21 Giugno, 2020
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Questo è un romanzo storico

“ … nel corso della sua esistenza aveva visto commettere ogni sorta di turpitudine in nome dell’ira, ma quelle ispirate dall’avidità erano di gran lunga le peggiori … ”
In una Parigi misteriosa del gennaio 1463, il poeta François Villon, fissa la sommità del pozzo all’interno del quale è stato segregato dalla giustizia parigina. Fra qualche giorno il suo collo verrà posto in omaggio alla “Grande Impiccheria”, a causa dei reati da lui commessi. Ormai rassegnato, rivolge una preghiera alla Vergine Maria, quando all’improvviso la voce del guardiano interrompe la sua supplica “… Notizie importanti ho da comunicarvi …”. Villon è incredulo, ma dopo qualche ora, libero, è già in cammino verso oriente, lungo la “rive droite. Purtroppo per la sua libertà inaspettata c’è un “pegno” da pagare.
Il romanzo è ambientato nella Francia medievale della seconda metà del XV secolo, quando da due anni regna Luigi XI, successore di re Carlo VII. Si narrano, principalmente, i fatti accaduti dopo la pace anglo-franco-borgognona, quando le truppe francesi compirono gravi crimini nei confronti della povera gente che era sprofondata nella miseria.
La maggioranza dei personaggi citati sono realmente esistiti; l’autore ha apportato solo qualche modifica nei nomi propri di alcuni di loro, per non appesantire la lettura.
Il titolo del libro evoca inevitabilmente l’opera “Ballata degli impiccati” (1489) del poeta francese François Villon (Parigi 1431), e del quale dal 1463 non si ha alcuna notizia. Sono poche le citazioni ai testi del poeta, e il suo lato sensibile viene mostrato indirettamente, specialmente nella seconda parte del libro.
Leggere le prime cento pagine è stato impegnativo, a causa della scrittura complessa a tratti ripetitiva, ma risulta evidente che l’autore vuole rappresentare al meglio il periodo narrato, utilizzando una scrittura “intellettuale” e ricercata. Tuttavia sono i primi capitoli, che aiutano il lettore a prendere confidenza con i personaggi, i luoghi raccontati e il periodo storico di riferimento, introducendolo in una narrazione interessante fino alla fine. E’ un susseguirsi di figure e luoghi nuovi, apparentemente insignificanti, ma che dopo qualche pagina si manifestano come punti cruciali del racconto. È utile prendere nota dei nuovi riferimenti, ma non occorre uno sforzo eccessivo di concentrazione, in quanto la trama è avvincente e scorrevole.
Sono molteplici e interessanti gli elementi storici citati, e tutti collegati abilmente dall’autore. Si cita, per esempio, la caduta di Costantinopoli del 1453 ad opera degli Ottomani, l’Ordine degli ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, come anche Giovanna D’Arco, tutti spunti per letture successive.
Sono dunque evidenti le competenze storiche di Marcello Simoni, e nel romanzo emerge anche la familiarità con la città di Parigi, questo però va a scapito dell’approfondimento dei personaggi dal punto di vista psicologico.
Consiglierei “La selva degli impiccati” a coloro che amano questo particolare periodo storico, quando gli intrighi, le vendette, la barbarie erano consuetudine. Il finale riserva sorprendentemente una grande prova di umanità.

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