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il coraggio e la passione
L’abbiamo conosciuta nei libri di scuola per i suoi traguardi professionali e per i meriti in campo scientifico. La sua autobiografia restituisce l’affresco di una persona caparbia, innamorata della scienza ma poco incline a svelare il suo lato umano. Sara Rattaro completa questo quadro aggiungendo pennellate di colore e dando profondità e spessore al ritratto di una donna meravigliosa e appassionata. Il romanzo racconta in prima persona, attraverso la voce della stessa Marie Curie, le tappe fondamentali di un’esistenza memorabile. L’evento cruciale, cui tutti gli altri si ricollegano, è la morte del marito Pierre Curie: un incidente che di per se non ha nulla di eccezionale ma che ha il potere di stravolgere il corso di una vita intera. In fondo si sa che “il dolore fa male e quando entra nell'equazione il risultato è imprevedibile”. Le parole di Sara Rattaro dipingono la disperazione della scienziata e danno consistenza alla sua sofferenza rendendola autentica e tangibile. Possiamo sentire anche noi quel pianto da animale ferito riecheggiare nelle stanza segrete del suo cuore, un verso terrificante che assume i colori e le sfumature della solitudine e dello smarrimento di chi ha perso il proprio punto di riferimento. Pierre era tutto: compagno di vita, amante e marito passionale, collega di lavoro, amico e confidente. Ma nonostante lo strazio della perdita questa donna straordinaria riesce a riprendere in mano le redini della sua vita privata e professionale. Da questo momento la voce narrante ci riporta indietro nel tempo e, per usare le sue stesse parole, il passato “si ripresenta come un film” ai nostri occhi. Tutto inizia in una Polonia occupata dai russi dove alle donne non è permesso di studiare. È qui che la passione per la scienza fiorisce e si alimenta, grazie anche agli incoraggiamenti di un padre che, nonostante i pericoli e divieti, consente alle figlie di proseguire gli studi. Ogni capitolo ripercorre un periodo specifico della sua vita: dagli anni della giovinezza, caratterizzati da una cocente delusione d’amore che sarà poi la spinta per trasferirsi a Parigi, all'incontro con suo marito; dalla vita coniugale sempre accompagnata da una intensa attività di ricerca in laboratorio, al periodo successivo alla morte di Pierre, quando l’intera esistenza perde ogni sfumatura e colore; dalla riscoperta dell’amore, che la coglie in maniera del tutto imprevista e quasi dolorosa, alla battaglia per ricevere quel riconoscimento che nessun altro (uomo o donna che sia ) ha raggiunto e che più di chiunque altro merita: il secondo Premio Nobel. Screditata dai colleghi per la sua “condotta immorale”, sminuita dalla stampa per aver intrapreso una relazione clandestina con un uomo sposato, con il “cuore frantumato in mille schegge”, non si da per vinta e va avanti per la sua strada con la determinazione di chi sente ardere dentro di se il fuoco del cambiamento. Né da ragazza, né da moglie e madre, è disposta a patteggiare con una società che vorrebbe ingabbiare il suo genio tra le mura domestiche. Caparbia e coraggiosa non teme di dire la sua ed è disposta a tutto pur di seguire le proprie idee e vedere riconosciuti i meriti di scienziata e i diritti di donna.
Lo stile è fluido e la scrittura è essenziale e anche nei momento in cui viene dato spazio a descrizioni più tecniche o a nozioni scientifiche, l’attenzione resta alta perché queste piccole digressioni offrono la misura della passione che ha nutrito la sua anima.
La capacità di Marie Curie di sfidare i pregiudizi e di combattere i moralismi in una società che riconosce al cervello femminile solo l’abilità di sedurre e accondiscendere, accende delle tematiche purtroppo attuali e concrete. La situazione femminile continua sempre, distanza di anni, a far parlare di se come “una tartaruga che non riesce a uscire suo letargo”. Attraverso la voce di questa donna prodigiosa Sara Rattaro ci ricorda che le difficoltà sono tante ma ciò che rende autentica e speciale un’esistenza è la volontà di trasformare ogni sfida in un’opportunità. Con parole limpide e misurate ci regala una Marie Curie non più scienziata ma donna, una persona per la quale provare empatia e simpatia, un modello attraverso il quale ritrovare la libertà di scoprire chi vogliamo essere. Uomini o donne non fa differenza, tutti possiamo indossare il nostro coraggio e trasformarci in Marie Curie.





























