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Aiuto! Ho un cyberfiglio! Manuale per genitori persi nella Rete 2011-12-14 19:49:46 Lorenzo Roberto Quaglia
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Lorenzo Roberto Quaglia Opinione inserita da Lorenzo Roberto Quaglia    14 Dicembre, 2011
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Generazione Facebook

Qualche settimana fa una mamma mia amica mi raccontava della figlia quattordicenne che si è profilata su Facebook a sua insaputa (ma poi glielo ha confessato) e di come fosse rimasta “spiazzata” perché non se lo aspettava e la figlia le ha risposto: ma mamma, su Facebook ci sono tutti i miei compagni, se non creavo il mio profilo, rimanevo esclusa dal giro…
Situazioni del genere credo siano capitate a tutti noi genitori di figli adolescenti (e forse anche di peggio).
Dal “vecchio” mondo della carta stampata mi è venuto in aiuto il “manuale” del Prof. Giuseppe Pelosi :”Aiuto! Ho un cyberfiglio!”; più che un manuale, la testimonianza di un professore / genitore che ha visto nascere e crescere la web generation e che cerca ogni giorno di comprenderla per poter continuare a svolgere il proprio compito educativo , cioè far emergere il buono che è sempre presente nei nostri ragazzi anche attraverso l’utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione.
Nel libro troviamo il significato di parole come website, blog, social network, podcasting e così via. Ma soprattutto troviamo analizzata, spiegata, studiata e raccontata la rete, internet, quella “selva oscura” in cui i nostri ragazzi possono incamminarsi inconsapevolmente e perdersi, ma che ci ha cambiato la vita senza possibilità di tornare indietro. Il Prof. Pelosi offre interessanti spunti di riflessione sul tema anche grazie al racconto di alcune “situazioni” immaginarie che potrebbero realmente verificarsi nelle nostre famiglie. Il pensiero che prevale tra le pagine della guida è sicuramente a favore dell’utilizzo di questi nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia, ma a noi genitori / educatori rimangono due compiti: primo, conoscere questi nuovi strumenti (perché i nostri figli li conoscono dalla nascita e noi no) e secondo, saper cogliere quei segnali di “dipendenza” da computer, internet, chat e altro che sono segno di un “malessere” interiore dei nostri figli la cui causa va però, secondo Pelosi, cercata altrove … non tutto è colpa di internet e del computer!
Alla fine del libro ci si ritrova sicuramente più preparati ad affrontare i nostri figli che sino ad ora hanno sempre giocato “in casa” l’Internet Champions League (magari sulla PS3) e più consapevoli di quello che le nuove tecnologie possono offrire anche a noi (classe 1966 tanto per intenderci), generazione 0.0 dell’era informatica (io per esempio ho deciso di creare il mio profilo su Facebook…)

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Bella e ispirata recensione.
Anche io ero "caduto" nella rete di faccialibro, ma alla fine ne sono uscito abbastanza schifato, cancellando il mio profilo.
Un conto è volare con la fantasia, magari sulle ali delle pagine di un libro, un altro è crearsi un mondo virtuale (e a volte pericoloso) e credere che sia quella l'unica realtà.
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EvaBlu
15 Dicembre, 2011
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Neppure io ho il profilo su facebook. Mai fatto! :))...Concordo con te Piero...ma non dimentichiamoci che anche quello di qlibri è un mondo virtuale... Non stiamo poi tanto male, sù! ;)) O no? E dire che io mi ero iscritta con la massima diffidenza possibile...
In risposta ad un precedente commento

15 Dicembre, 2011
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Come in tutte le cose, ci vuole buon senso, tutto qua. E aver ben chiaro cosa vuol dire privacy e come funziona. Il mio profilo FB è blindato e non ci sono foto dei bimbi (nemmeno la mia, se è per questo...), invece su Linkedin, il mio profilo (professionale) è aperto a tutti. Dipende sempre da cosa si vuole ottenere, tutto qua... E insegnare ai figli a rispettarsi e come difendersi.
(Logico che prima si dovrebbe insegnare loro a rapportarsi nella realtà e solo dopo entrare in quella virtuale, tenendo sempre ben a mente la differenza).

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