Narrativa italiana Racconti Una nuvola come tappeto
 

Una nuvola come tappeto Una nuvola come tappeto

Una nuvola come tappeto

Letteratura italiana

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De Luca ci presenta le sue riflessioni sul Vecchio Testamento sotto forma di piccoli racconti. Si tratta, come lui stesso afferma, di un "tentativo di essere lettore di Bibbia in un'epoca fredda". Un lettore che ha studiato per anni, da sé, la lingua ebraica. Ne risultano una lettura e una traduzione del testo sacro assai sorprendenti.



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Una nuvola come tappeto 2013-05-22 19:45:13 shameryam
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shameryam Opinione inserita da shameryam    22 Mag, 2013
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Bereshit

In principio.
In principio…domanda!
Come quando bambini si chiede: ehi, come ti chiami? Il “nome”, sì, il tuo nome!
Perché già comprendi che il nome è tutto.
Tu potrai cercare e poi trovare il tuo compagno di giochi e di avventure in quanto ne conosci il nome. Lo chiamerai fra tanti bambini e si girerà se lo riconoscerai di spalle e lo nominerai. Verrà da te perché anche lui sa come ti chiami: «ciao Israel», « ciao…».
Questo è l’incontro, perché per conoscere le origini e il significato di ciò che ti circonda devi avere la semplicità di un bambino che chiede e l’umiltà intellettuale di rimuovere strati e strati di polvere e sabbia per giungere infine alla tua terra, la tua madre terra.
E per arrivare a capire questa terra, dove scorrono latte e miele che nutrono e lasciano in bocca anche un buon sapore, il passo è breve, perché la lingua che si muove tra labbra e palato ne assapora il gusto.
Una madre potrebbe distinguere suo figlio solo dall’odore della pelle, un figlio riconoscerebbe sua madre anche dal sapore: di quella terra madre legata a una promessa questa è la madre lingua e noi potremmo essere anche suoi figli.
Una lingua i cui termini hanno radici comuni che affondano come dita in questa Canaan bagnata di rugiada e lubrificata di sangue, raggiunta dopo quarant’anni di deserto; forse più un codice religioso orale, sacro perché nascosto, che sigilla un patto in ventidue consonanti di forma retta e poco curva, che hanno anche una valenza numerica, e che una volta tracciate hanno configurato la religione del Libro.
Erri De Luca seleziona, racconta e interpreta, in questo libro che risale al 1991, passi e stralci del Libro il cui contenuto risale al mito e a eventi storici che hanno segnato i primi e intensi sussulti di un territorio martoriato come la Palestina.
Sembra strano ma i temi affrontati, allora come oggi, sono sempre gli stessi: la vita e il desiderio, la morte e il sogno, il male e il dolore, la giustizia e l’inganno, la guerra e il sacrificio, la pace e il dominio, l’essere e il divino.
L’uomo cambia pelle, ma non muta i suoi comportamenti, evolve tecniche e consuma nuove forme di energia ma il suo interno pensante rimane sempre legato a una affascinante evoluzione filogenetica che all’età dei patriarchi si era già abbondantemente conclusa. E come rettile aggredisce per istinto di sopravvivenza, come mammifero manifesta socialità ed emotività e come uomo fa uso selettivo della sua memoria e trasforma le sue esperienze in cultura.
Comunque uno la pensi non ci può essere superamento del Libro.
Un poeta come De Luca ne è conscio e sa benissimo che la sua interpretazione, forse la più fedele perché attuale dal punto di vista linguistico, rimane sempre un’interpretazione adatta a chi vede nella “parola” il senso umano del divino e non il contrario, la necessità del sacro inteso come elemento separato e personale e l’idea che questa vita, al di là di qualunque progetto metafisico, vada vissuta fino in fondo.
Finito di leggere” Una nuvola come tappeto” si inizia a riflettere.
Un altro “In principio”.
In principio…pensa!

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