Narrativa italiana Romanzi storici Pietra è il mio nome
 

Pietra è il mio nome Pietra è il mio nome

Pietra è il mio nome

Letteratura italiana

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Genova, 1601. La chiamano la Tunisina. La disprezzano. La temono. Ma è a lei che i genovesi si rivolgono se hanno bisogno d’aiuto. Perché quella donna sfuggente è una rabdomante: sa ritrovare gioielli rubati, persone scomparse; riesce a smascherare ladri, truffatori e assassini. Tutti credono sia la custode di un potere arcano; in realtà, il potere di Pietra sta nella sua mente acuta e nella dolorosa consapevolezza che il mondo degli uomini non ammetterebbe mai di essere inferiore a una semplice donna. Questa volta, però, l’incarico che attende Pietra è diverso da qualsiasi altro. Mentre Genova è in preda alla frenesia del carnevale, viene ritrovato il cadavere di una giovane, massacrata a morte e, lì accanto, c’è una bacchetta da rabdomante che sembra indicare Pietra come autrice del delitto. Per dimostrare la propria innocenza, Pietra inizia quindi a indagare e, ben presto, si rende conto che quell’omicidio sta riportando in superficie antichi e terribili rancori. Adesso per Pietra è giunto il tempo di affrontarli, di risalire alla sorgente nascosta del male. Prima che l’assassino torni a colpire. Prima che l’assassino torni per lei…



Recensione della Redazione QLibri

 
Pietra è il mio nome 2014-03-28 15:42:42 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    28 Marzo, 2014
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Una donna dura come pietra

“Pietra è il mio nome” è l'ultimo lavoro di Lorenzo Beccati, forse conosciuto più come autore televisivo che nella veste di narratore.
Eppure Beccati negli ultimi anni si sta dedicando alla scrittura di romanzi appartenenti al genere del giallo storico, ambientandoli per le strade della sua Genova a cavallo tra 1500 e 1600.

Correva l'anno 1601 quando tra i carruggi genovesi un oscuro assassino seminava morte e terrore, mettendo in allarme le autorità.
Entra in scena la protagonista, la giovanissima Pietra, il cui nome eguaglia un temperamento ed un carattere duro da scalfire nonostante le avversità postele dalla vita; una donna iniziata fin da bambina alla misteriosa arte della rabdomanzia, invisa a molti, tacciata di stregoneria, eppure utilizzata in extremis come fonte di verità dal bargello e dalle guardie del Doge.

La figura di Pietra è il fulcro dell'intero racconto, donna scaltra e giudiziosa, consapevole dell'opinione che i concittadini nutrono di lei e avvezza a combattere la malignità ed i pregiudizi delle persone; una donna cui è stata rubata l'infanzia, la famiglia e gli affetti, piegandosi giocoforza al ruolo di rabdomante per pura sopravvivenza.

Il romanzo di Beccati, pur non possedendo la consistenza e la rigorosità di un romanzo storico a tuttotondo, tuttavia esplicita il desiderio dell'autore di addentrarsi nei meandri di un'epoca lontana, minata da vendette, superstizioni, dove le distanze sociali sono segnate da solchi incolmabili, dove il quotidiano è segnato da fame e miseria.
E' rappresentata la Genova dei palazzi del potere e l'altra Genova, quella della gente comune, delle donne che aspettano il proprio uomo imbarcato, dei piccoli artigiani che riempiono i vicoli con le loro mercanzie, eppoi i negletti ed i disperati.

La scrittura di Beccati è rapida, dominata da periodi brevi, frasi cristalline e qualche vezzo linguistico, note positive che a tratti si scontrano con la necessità del lettore di trovare maggior spessore narrativo. In compenso l'idea che supporta il contenuto è buona ed il personaggio di Pietra è positivo, fotografando una storia tutta al femminile, una storia in bianco e nero, una storia densa di umanità e di cattiveria come due facce della stessa medaglia.

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Pietra è il mio nome 2014-06-11 05:09:08 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    11 Giugno, 2014
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Un nome, un destino

Thriller storico che ti catapulta nella Genova del 1600. La protagonista è indubbiamente lei, Pietra, una giovane donna molto forte e molto intelligente, che però non mi ha affascinato come mi sarei aspettata. Pietra è una donna che preferirebbe essere un’ombra, un fantasma che passa senza essere visto, un refolo senza consistenza. Ma il destino le ha dato un nome forte, forte deve essere, forte diventa. Nasconde la propria intelligenza perché capisce che il mondo accetta di più la magia inspiegabile di un bastoncino che non l’intelletto femminile, pertanto finge di essere una rabdomante, tema ricorrente nella storia, camuffando quindi il proprio intuito e la propria capacità di ascolto e di osservazione. Non amando molto i romanzi storici, la lettura non è stata certo fra le mie preferite. Ho apprezzato la storia ed il modo in cui si arriva alla scoperta dell’assassino, che ha un bisogno di vendetta inasprito dal rimorso. La figura femminile di Petra, così centrale, poteva, a mio parere, essere meglio tratteggiata e poi il mantra che è anche il titolo del libro è stato forse un po’ troppo abusato.

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