Il club dei suicidi Il club dei suicidi

Il club dei suicidi

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Owen ha tentato sette volte di uccidersi, Audrey ci ha provato tirandosi una padellata in fronte, Jin-Ae ha unghie affilate per ferirsi e Frank vuole solo stare meglio. Sono i Suicide Dogs e sono legati da un patto di morte. I quattro giovanissimi aspiranti suicidi si conoscono online e decidono di attraversare l’America in uno strampalato pellegrinaggio on the road che li porterà sulle tombe dei loro idoli, da Hemingway a Kurt Cobain. Ultima fermata la Death Valley, un degno scenario per onorare il loro estremo drammatico giuramento. Durante il percorso però i ragazzi condivideranno non solo le avventure di viaggio ma anche segreti inconfessabili e desideri mai realizzati. Il loro legame crescerà e si rafforzerà a ogni chilometro. Fino a far nascere sentimenti che metteranno in discussione la loro scelta.



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Il club dei suicidi 2011-08-15 15:15:24 Rowan
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Rowan Opinione inserita da Rowan    15 Agosto, 2011
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"Nessuno resta suicida per sempre. O muori o vai a

Frank.
Owen.
Jin-Ae.
Audrey.
Quattro amici, quattro ragazzi, che insieme formano i Suicide Dogs. Il loro patto? Visitare le tombe dei loro idoli, per poi arrivare alla Death Valley, e suicidarsi.

Un libro che porta in sè un valore immenso: la vita.
La vita, che è ingiusta, che è dolorsa, infelice. Che crea problemi e spezza i cuori. Ma che vale la pena di essere vissuta.
Quattro ragazzi con i problemi tipici dell'adolescenza, e forse qualche complicazione in più. L'omosessualità, il senso di colpa, il dispiacere, il non sentirsi accettati. Temi che devono essere trattati.
E l'autore lo fa con un ritmo incalzante, dandoci l'occasione di conoscere Owen e gli altri aspiranti suicidi. Dandoci la possibilità di riflettere.
La vita è uno schifo.
Finché non trovi qualcosa per cui vale la pena soffrire.

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Il club dei suicidi 2011-08-15 14:31:05 Reina
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Reina Opinione inserita da Reina    15 Agosto, 2011
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In viaggio verso la morte

Il club dei suicidi racconta di quattro ragazzi uniti da un patto di morte. Owen, Audrey, Frank e Jin-Ae. Quattro amici conosciuti in rete e desiderosi di mettere fine alla loro vita. Ognuno di loro con una storia da raccontare e una fine da raggiungere.
Insieme decidono di fare un viaggio tutti insieme per visitare le tombe di alcuni personaggi famosi e giungere alla Death Valley dove si suicideranno tutti insieme. Un viaggio che crescerà e cambierà con loro, fino alla meta finale.

Un libro che affronta temi forti, come il suicidio, l'autolesionismo, il senso di colpa, la solitudine, l'amicizia. Problematiche difficili da affrontare, che spesso vediamo come lontane da noi e invece non lo sono affatto.
Albert Borris riesce a raccontare tutto ciò senza mai essere pesante o eccessivo, il suo stile di scrittura è sobrio e molto giovanile. I dialoghi risultano molto realistici e giovanili, senza risultare artificioso.
La storia viene raccontata dal punto di vista di Owen e insieme a lui cominciamo questo viaggio formativo e ribelle che ci aiuterà a ricongiungerci con noi stessi e le nostre paure.
La storia del viaggio è intervallata da frammenti di conversazioni via chat che ricostruiscono la nascita della loro amicizia fino alla partenza.
L'autore è riuscito ad unire in un unico libro, temi molto diversi. C'è il tema psicologico, quello drammatico, di mistero, una storia di amicizia, una di amore, un racconto di ribellione, di un viaggio on the road e ogni parte indissolubile dall'altra.
Perché questi quattro ragazzi vogliono uccidersi? Cosa nascondono nel loro passato? Che succederà nel loro viaggio verso la morte?

Questo libro è stato una piacevole scoperta. Un libro molto adatto per l'estate, da leggere tutto d'un fiato fino alla sua sorprendente fine. Non ne rimarrete delusi!
L'unica pecca è che verso la fine ci si concentra maggiormente nel protagonista perdendo leggermente gli altri compagni. Col tempo nasce il desiderio di sapere di più dei protagonisti, ma sicuramente questo non danneggia in alcun modo il piacere della lettura! Fate attenzione che il risultato è il desiderio di prendere la macchina e partire all'avventura con qualche amico!

Ecco per me l'insegnamento più bello contro il suicidio. Mi piace moltissimo questo manga (e l'anime che hanno tratto) e questa puntata è la mia preferita. In queste parole è racchiusa l'idea che mi ha lasciato questo romanzo.

La vita è troppo preziosa per gettarla via... Ci sono persone che avrebbero dato qualunque cosa pur di continuare a vivere, anche se con sofferenza ed è ingiusto che chi può ancora farlo non si renda conto del dono che ha...

COSIGLI DI LETTURA DEL PORTALE:
MUSICA: Nirvana - "Smells like teen spirit"
UMORE: rassegnato
COLORE: blu notte
CLIMA E AMBIENTE:una calda sera estiva in campeggio

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Il club dei suicidi 2011-07-26 08:57:55 Sara S.
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Sara S. Opinione inserita da Sara S.    26 Luglio, 2011
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Quando il suicidio di gruppo è terapeutico...

Owen, Jin-Ae, Audrey e Frank sono quattro ragazzi problematici che fanno conoscenza in chat e organizzano un viaggio on the road con il fine ultimo di onorare i loro intenti suidici.
Ho letto questo libro in una sola giornata (non riuscivo proprio a staccare gli occhi dalle pagine!) e ne sono rimasta soddisfatta. Lo stile di scrittura è molto veloce e dinamico, senza divisione in capitoli, ma intervallato spesso da flashback, spezzoni di chat e divertenti classifiche sulla tematica del suicidio e non. Il fatto che quindi non abbia stilisticamente le classiche caratteristiche che ci si aspetta da ogni libro non mi ha dato minimamente fastidio e, anzi, ho trovato che sia stata un'ottima idea che gli dona un'impronta particolare. La narrazione è in prima persona attraverso gli occhi, i ricordi e i pensieri di Owen, il protagonista; un personaggio che piano piano riesce ad entrare nel cuore del lettore, rivelando le sue paure più recondite, le sue riflessioni sulla morte e infine, la terribile causa della sua tristezza che gli toglie la voglia di vivere. Le tematiche affrontate sono più serie di quanto non traspaia dalle prime pagine di lettura. E' vero che ad un lettore poco attento può sembrare che i quattro ragazzi siano un po' superficiali e che le loro ragioni di togliersi la vita siano banali, ma io personalmente penso che sia sbagliato giudicare chi ha pensieri suicidi, a prescindere dalle motivazioni da loro arrecate. Questo libro mi ha insegnato che la mente umana è fragile e volubile e che spesso nei momenti di sconforto è molto d'aiuto essere in compagnia di altre persone che ti capiscono e ti sostengono. I ragazzi del libro infatti non trovano alcun conforto dalla loro famiglia o dagli istituti mentali preposti a tale scopo, perché lì si sentono inferiori, incompresi e non riescono davvero a tirare fuori ciò che hanno dentro. Invece tra loro si sentiranno finalmente a loro agio e in grado di dar voce ai loro pensieri senza paura di essere giudicati e trattati con aria di sufficienza. In definitiva "Il club dei suicidi" lo considero un buon libro young adult (adatto anche ad un pubblico più adulto), ma non abbiate paura di affrontarlo a causa dei contenuti pesanti o troppo seriosi, perché lo scrittore è stato bravissimo a stemperare momenti drammatici e a intervallare parti tristi con alcune situazioni che divertono e mettono il buon umore. Insomma... è una lettura leggera, ma che al tempo stesso fa riflettere!

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Consigliato a chi ha letto...
"Non buttiamoci giù" Nick Hornby
"Piccoli suicidi tra amici" Arto Paasilinna
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