Cari fanatici Cari fanatici

Cari fanatici

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Cari fanatici racchiude tre interventi di Amos Oz. Come sempre, sia che racconti sia che spieghi, lo scrittore si esprime con una limpidezza unica: leggendo queste pagine è come essere lì ad ascoltare la sua viva voce. “Sono pagine scritte non da uno studioso o da un esperto, ma da un uomo profondamente coinvolto nella realtà di cui si parla,” scrive nella Prefazione. Il filo conduttore di questi testi è ancora una volta una disamina del fanatismo e una pacata apologia della moderazione. A prescindere dal tipo di fede e dal contesto in cui il fanatismo si esprime – sia esso religioso, politico o culturale –, esso è per Amos Oz il vero nemico del presente. Accanto a questo tema Oz torna in queste pagine anche sulla situazione del Medio Oriente, in generale, e del conflitto israelo-palestinese più specificatamente. Dopo il primo e più esteso saggio intitolato Cari fanatici il libro prosegue con un elogio della diversità come ricchezza – “Tante luci e non una sola” e infine con un invito a Israele a “liberarsi rapidamente da alcuni suoi sogni” per guardare dritto in faccia la realtà delle cose.



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Cari fanatici 2018-01-12 08:39:17 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    12 Gennaio, 2018
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Tre saggi sul fanatismo

Dieci anni fa Amos Oz scriveva Contro il fanatismo; ora torna con un libro, Cari fanatici, che sono tre riflessioni contro quello che è il nemico fraudolento della nostra epoca. L’autore considera il fanatismo come un piccolo virus che all’inizio pare manifestarsi con sintomi lievi, ma che piano piano procura lesioni incurabili alla società. Cita alcuni esempi: L’Isis, i neonazisti, gli islanofobi,, gli omofobi. Per cui:
“odio, fanatismo, ribrezzo per il diverso, sete di sangue rivoluzionaria, febbre di annientare una per tutte i malvagi in un bagno di sangue, tutto ciò sta alzando di nuovo la testa.”

Nel primo testo che dà il titolo l’autore riconosce il fanatismo in ogni schieramento politico, in ogni religione, e in ogni ideologia. Nessuno scampa. L’unico rimedio per Oz è individuato nell’immaginazione, intesa come

“l’abilità di vedere oltre, verso spazi più aperti”,

di conseguenza la capacità di capire l’altro, e non solo come uno solo, come invece fa il fanatico.

Il secondo testo è: “tante luci e non una luce”, ed è stato scritto con la figlia Fania Oz. Rivolge le sue attenzioni alla cultura ebraica, alla sua storia, alla sua genesi. Il fanatismo qui si rivela quando i cultori dell’ebraismo più estremo cercano di imporre le loro regole agli altri. Poiché l’ebraismo è

“tante luci”

E non

“una sola”.

E qui l’autore fa un paragone rilevante: la città sionista di Tel Aviv ha un valore pari al Talmud, il libro per eccellenza della tradizione ebraica.

Nel terzo saggio Oz parla di “Sogni di cui Israele farebbe bene a sbarazzarsi il prima possibile”.Infatti:

“se non vi saranno qui e presto, due Stati (uno israeliano e uno palestinese) allora ce ne sarà uno. Se ci sarà uno Stato, sarà uno Stato arabo dal Mediterraneo al Giordano”.

E prosegue:

“Chi come me ha visto con i propri occhi la nascita dello stato di Israele appena tre anni dopo il genocidio degli ebrei d’Europa ad opera dei tedeschi nazisti non prende tanto alla leggere il concetto di ‘irreversibilità’. Come potrebbero del resto, israeliani e palestinesi, cominciare una luna di miele in unico paese dopo tanto sangue versato?”.

Un libro saggio.

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