Narrativa straniera Racconti Che cosa fa la gente tutto il giorno
 

Che cosa fa la gente tutto il giorno Che cosa fa la gente tutto il giorno

Che cosa fa la gente tutto il giorno

Letteratura straniera

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Nel mondo dei racconti di Peter Cameron, che assomiglia terribilmente al nostro, cerca sé stessa, rimpiange qualcuno che ha perso, fa i conti con un perenne senso di inadeguatezza, si sforza – spesso invano – di trovare un modo per comunicare con le persone vicine. Conduce una vita ordinaria, insomma, che però d’un tratto può conoscere una svolta spiazzante. Accade all’uomo che preferisce far credere alla moglie di avere una relazione anziché rivelarle che tiene un cane nascosto in un ripostiglio, e che ogni notte esce per portarlo a spasso; alla giovane inquieta che scopre un inaspettato alito di calore domestico nel più artefatto degli ambienti: un parco a tema per turisti; ad adolescenti invischiati nelle dinamiche disfunzionali degli adulti ma non ancora contaminati dalla loro ipocrisia; a donne che si aggirano sole in case diventate di colpo gelide e vuote. Nel mondo di Peter Cameron, sospeso in un’atmosfera rarefatta e straniante, piccoli e grandi drammi familiari, amorosi, esistenziali si consumano in sordina, mentre una vena sotterranea di dolore invade l’esistenza e $nisce inesorabilmente per travolgerla e stravolgerla. Quanto a noi, saremo accompagnati a lungo da un sottile turbamento, una volta chiuso il libro – e dovremo arrenderci all’evidenza che ancora una volta Cameron ci ha messi a nudo e raccontati, come solo lui sa fare.



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Che cosa fa la gente tutto il giorno 2023-06-18 08:40:38 68
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68 Opinione inserita da 68    18 Giugno, 2023
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Cambiamento

….”Pensò alla sua vita e alle cose che le succedevano, a come fosse impossibile impedire che succedessero, controllarle. Sembrava di galleggiare in una piscina della grandezza di un oceano insieme a tutte le cose che potrebbero capitarci nella vita, e poterne sfiorare solo alcune, in modo del tutto casuale, e che tutte le cose desiderate fossero sottili e scivolose come pesci”…

Una raccolta di dodici racconti e una connessione che attraversa il quarantennio del loro concepimento, protagonisti di cambiamenti, chi inconsapevolmente, chi con cognizione di causa in una vita che sarà diversa o solo in apparenza la stessa.
Un viaggio relazionale, simbolico, interiore per approdare altrove, abbandonando il passato, i suoi strascichi e l’ immobilismo sentimentale del presente.
Nella quiete di ogni singola narrazione, soffermandosi su particolari significanti, ciascuno è sovrastato da un’ individualità non condivisa e ridefinisce i contorni del proprio io.
Che sia un cane scambiato per la propria amante, un lutto impossibile da digerire, le ceneri di un amore, la ricerca di un angolo di mondo, una solitudine non condivisa, l’ attrazione per un luogo, il desiderio di cambiare, l’ impossibilità di farlo, un terribile taglio di capelli, una fuga improvvisa, la programmazione di un addio, la gratificazione del riconoscimento, di volta in volta ci si dilunga nell’ immobilità di una sospensione evidente, osservando e ripensando a quello che è stato, attraversati da sensazioni diverse. Non rimangono che attimi, desiderii, ricordi, certezze, gesti in divenire.
Ogni racconto è un mondo a parte che attraversa e accarezza unicità per farvi ritorno, una quiete esposta a un’ incomunicabilità acclarata, in cui si vorrebbe essere ascoltati, compresi, amati, condividere sentimenti e ritrattare i contorni di una solitudine inclusa in un’ evidenza poco consolatoria.
Nella essenzialità di descrizioni lievi, solo accennate, di dialoghi brevi, tronchi, nella dolcezza di una malinconica presenza, oggetti spogliati, gesti rarefatti, silenzi necessari, pensieri che ritornano, che cosa si vorrebbe cambiare, sopraffatti da una quotidianità insistente e che cosa non si può raggiungere, prendendo atto della irreversibilità di certi accadimenti?
La solitudine, il silenzio, la riflessione sono significanti, attraversano storie e momenti, li alimentano, li spengono, frammenti di tenerezza riconducono a una realtà di fatto.
Così

…” alla fine tornò di sotto.Walter aveva lasciato la chiave nella porta. Pensò di prenderla per ricordo ma si rese conto che non se ne sarebbe fatta niente. Giro’ la chiave nella toppa è la gettò nella cassetta per il latte, richiuse il coperchio con il piede e si incamminò verso casa “….

…” in camera da letto Helen mette giù il libro e lo osserva mentre si spoglia. Sorride, si sporge in avanti. Se solo Ted riuscisse ad avere idea di che cosa sbaglia lo cambierebbe subito e tutto tornerebbe a posto “…

…” mi sentivo sospeso in aria ma non riuscivo a girare il corpo anche se stavo precipitando in modo pericoloso e a tutta velocità “…

…” e in quel momento avrei dovuto capire che non l’ avrei mai più rivista, che era chiaro, evidente, come fosse arrivata la fine e le nostre strade si separassero “…

…” sono rimasta lì a dondolarmi, con la candela in mano. L’ ho osservata che si consumava, dondolandomi per tutto il tempo “…

Racconti eterogenei all’ interno di un filo conduttore condiviso, la vita e i suoi cambiamenti, istanti inafferrabili che si vorrebbe cogliere e depositare per sempre, sensazioni forti che svaniscono in un gesto, in uno sguardo, nell’ attesa, nell’ ineluttabilità del presente, nessuna ricerca apparente, se non la riflessione e la constatazione del momento, quando tutto sembra già accaduto o inesorabilmente passato e certo.

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