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La storia comincia così La storia comincia così

La storia comincia così

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Leggere grandi romanzi e racconti in compagnia di Amos Oz è un’esperienza unica. In questa raccolta Oz invita a soffermarsi su alcuni incipit, seguendo un filo conduttore tanto affascinante quanto ricco di sorprese. Secondo lo scrittore, infatti, le prime righe di un libro stabiliscono un “contratto” con il lettore, in cui l’autore in parte svela e in parte nasconde il proprio intento. Solo così la lettura si trasforma in un’esperienza di scoperta, prima dell’opera e poi di se stessi. L’incipit dà vita a un’avventura che si ripete ogni volta, sempre diversa e straordinaria. “Amos Oz rende visibile l’essenza della letteratura.” Jakob Hessing “Frankfurter Allgemeine Zeitung” “Questa raccolta di Amos Oz è una gioia da leggere… Sono pezzi brevi e scattanti, venati di umorismo e scritti magnificamente.” Claudia Pugh-Thomas “The Observer”



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La storia comincia così 2025-01-03 17:42:34 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    03 Gennaio, 2025
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Un manuale per lettori.


Ricordo che tanti anni fa un famoso scrittore di gialli (non ricordo purtroppo il nome) ebbe a dire agli appassionati del genere, ed io sono tra questi, di intervallare le loro letture con qualche cosa di diverso (una ventata d'aria fresca, la chiamava). Mi sono incuriosito allora di quest'opera di Amos Oz, un pò al di fuori dai generi consueti: "La storia comincia così" non è un giallo, ovviamente, e neppure un romanzo tradizionale nè una raccolta di racconti. E' un saggio letterario, una raccolta di lezioni e conferenze tenute in licei ed università alla fine del secolo scorso: l'argomento è piuttosto ostico, trattandosi di analizzare l'incipit di una decina di romanzi, approfondendo il contenuto e verificando quello che l'autore chiama "contratto" tra autore e lettore, cioè, in poche parole, se l'incipit avrà poi un effettivo riscontro nella storia raccontata. L'argomento non è semplice da digerire. Le prime pagine dei romanzi sono infatti sottoposte minuziosamente a critica, riscontri e analisi via via più serrate: non è detto che i "contratti" siano tutti uguali, o, meglio, che abbiano tutti riscontri positivi, anzi. Però, questa sorta di patto segreto tra scrittore e lettore, di per sè difficilissimo da capire a fondo, aleggia sempre nell'indagine di Amos Oz, incuriosisce e denota soprattutto una straordinaria abilità dell'autore nel definire i parametri delle storie narrate nei romanzi presi in considerazione. Romanzi che sono di vari autori e che trattano argomenti diversi: da "Effi Briest" di Theodor Fontane a "Il naso" di Gogol, da "Un medico di campagna" di Franz Kafka a "L'autunno del patriarca" di Gabriel Garcia Marquez ed a "Nessuno diceva niente" di Raymond Carver, tanto per citarne alcuni tra i più noti, fino ad uno dei miei preferiti, "La storia" di Elsa Morante. La trattazione che fa Amos Oz dei romanzi esaminati, da un punto di vista del tutto originale, è una specie di guida per il lettore, lo accompagna passo passo e, per che riesce a coglierle, dà importanti indicazioni, utili per orientarsi nella lettura e nell'esame dei rapporti tra i vari personaggi.
Ecco, non è certo un libro da spiaggia, come si suol dire: ostico al primo contatto , a partire dall'introduzione ( "Ma allora, che cosa c'era prima del Big Bang?"), coinvolge però immediatamente, cercando di mettere il lettore nei panni di uno scrittore di fronte alla famosa pagina bianca, una pagina che appare come " un impenetrabile muro di calce", pieno di insidie, tanto da indurre alcuni autori a " non cominciare dall'inizio" ma a "scrivere prima due o tre scene facili a metà". Proprio nell'introduzione, Oz spiega anche che, superato bene o meno bene lo scoglio della pagina bianca, l'incipit del romanzo è quasi sempre un contratto tra chi scrive e chi legge, contratti che non sono tutti uguali, "inclusi quelli che non si rispettano e che non si intende rispettare, che pure si chiamano contratti anche loro".
Esemplare, secondo l'autore, è il contratto che sta alla base di "La storia" della Morante, forse l'opera più amata e vivisezionata da Amos Oz: è subito un invito a stare "dalla parte giusta della barricata, che separa i figli della luce dai figli delle tenebre ", "i tiranni assetati di guerra dal distillato di purità e limpidezza". La giovane donna e il figlio sono santi e puri, riuscendo perfino a far apparire il soldato tedesco stupratore un grosso, biondo bambinone dallo "sguardo disperato", bisognoso di tenerezze e compassione.
E questo è un altro contratto dello stesso romanzo: un contratto interiore, come lo definisce Oz, religioso, occulto, tra la scrittrice Elsa Morante e il lettore "pronto ad accoglierlo.
L'opera termina con due capitoli aggiuntivi. Nel primo si esalta il piacere della lettura, che deve essere un piacere lento, che esige tempi lunghi, tutt'altro che frettolosi. Il secondo tratta, vedi un pò dove vanno a parare l'originalità e la fantasia di uno scrittore, la vera ragione della morte di sua nonna, una donna maniaca della pulizia, in perenne dissennata guerra ai microbi, al punto da immergersi più volte al giorno in bagni bollenti, per "arrostire i microbi". La morte in tardissima età avvenuta in bagno ebbe come causa un attacco di cuore, ma, secondo l'autore, sarebbe stato più veritiero scrivere nel referto " morta di pulizia". Di qui, una lunga e dotta disamina sulla distanza tra un fatto e la verità e su dove stia la tanto auspicata certezza e, soprattutto, se sia realmente auspicabile.
"La storia comincia così" si delinea in sostanza come un profondo, e non sempre di facile comprensione, manuale di lettura per comprendere meglio le storie narrate e tentare di creare una sorta di complicità tra scrittore e lettore. Lo stile è efficace, preciso, tagliente, diventando più garbato e ironico nei due capitoli conclusivi.
La lettura può sembrare ostica ma concordo pienamente con una recente recensione, che la consiglia vivamente a coloro che sono interessati ad avvicinarsi ai romanzi "con qualche strumento in più nella propria cassetta degli attrezzi".




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