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The selection
 
The selection 2013-04-29 09:07:21 »мσяgαиα«
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
4.0
»мσяgαиα« Opinione inserita da »мσяgαиα«    29 Aprile, 2013
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Un romanzo piacevole ma...

Come moltissime altre prima di me, ciò che m'ha colpito in primis è stata la cover. La tonalità, il soggetto e il carattere del titolo, tutto azzeccato ed in grado di solleticare la curiosità di noi romanticone (si, perché sotto, sotto, lo siamo tutte). In giro per la rete, prima di immergermi nella lettura, ho avuto modo di leggere parecchie recensioni (negative e positive). Premetto che, avendolo letto in solo giorno (cosa che capita raramente, ormai), l'ho trovato abbastanza piacevole nella lettura, nonostante il voto complessivo non sia stato altissimo. Ecco le motivazioni della valutazione.

La storia si svolge nel territorio di Illea, che scopriremo corrispondere (più o meno) agli Stati Uniti d'America odierni, in un futuro "lontano" e la cui società è il risultato della Terza e Quarta Guerra Mondiale. Dopo il conflitto per la liberazione degli stati americani dal dominio cinese, la popolazione è suddivisa in otto classi, al cui vertice troviamo la famiglia reale e sul fondo il ceto più disagiato e problematico.
Un giorno, la routine di migliaia di ragazze viene sconvolta dalla notizia che una Selezione avrà presto inizio. Questa prevede la nomina di trentacinque ragazze, una per ogni provincia del Paese, che si contenderanno la mano del principe Maxon e la possibilità di cambiare la propria vita. America non ha nessuna intenzione di prendervi parte perché lei e Aspen sono segretamente legati da due anni. Il ragazzo la convince a compilare il modulo di partecipazione, senza aspettarsi, però, di essere una delle fortunate candidate.

Questa a grandi linee la trama (di cui non svelerò altro). Come di certo avrete notato, questo romanzo ha parecchie cose in comune con la famosa trilogia di Suzanne Collins, The Hunger Games. Sono analogie talmente evidenti che è quasi impossibile restarne totalmente indifferenti. Non mi soffermerò a farvi un elenco, ma posso dirvi le mie impressioni in merito a qualche punto ben preciso.

Iniziamo con l'ambientazione. L'autrice da' in pasto al lettore un contesto, attorno al quale si sviluppa l'intera storia, secondo me traballante. Il lettore non riesce a capire, se non dopo 190 pagine e sommariamente, il perché dell'avvento di ben due guerre mondiali e della costituzione di Illea. Inoltre, sappiamo che la popolazione si suddivide in otto classi, ma ignoriamo il perché e di cosa s'occupi ognuna.

Tralasciando il tema Reality Show (che nemmeno voglio sfiorare), passiamo a parlare dei personaggi. Sarò molto breve: non mi piacciono. O meglio, non m'hanno colpito positivamente. America, la protagonista, l'ho trovata egoista e poco coerente nelle sue decisioni. Aspen proprio non lo posso vedere, con quel suo "è l'uomo che deve portare a casa più soldi della donna" altrimenti la nostra storia è al capolinea. E, infine, il principe Maxon che viene descritto come il ragazzo perfetto, per carattere e modi, ma relegato al ruolo di belloccio ricco e, per certi versi, senza spina dorsale (e per questo piuttosto "malleabile"). Mi dispiace molto perché lo trovo un personaggio abbastanza interessante con il suo esser costretto a fare ciò che l'etichetta e la società gli impone.

The Selection è una lettura piuttosto piacevole, il cui stile narrativo rispetta i canoni degli young adult visti in quest'ultimo decennio: linguaggio semplice e descrizioni ridotte allo stretto necessario. Come molti romanzi di questo genere, non può mancare la storia romantica che, prevedibile fin dalle prime battute, si trasforma nel più classico dei triangoli: lui, lei e l'altro. Mi chiedo se vedrò mai il giorno in cui la protagonista di uno ya rimanga single o, perlomeno, non faccia cadere tutti ai suoi piedi.

In conclusione, è un romanzo carino e molto scorrevole che, tuttavia, può far storcere il naso per le varie analogie con altri libri e storie. Non è una di quelle opere che resterà impressa, a lungo, nella mente del lettore (almeno non nella mia), ma non me la sento nemmeno di sconsigliarla.

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