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Il buco nel rumore
 
Il buco nel rumore 2013-12-20 09:33:25 Elisabetta.N
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    20 Dicembre, 2013
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The knife of never letting go

Prendendo in mano questo libro e facendo il paragone con l'edizione italiana, non si può non notare l'orrendo titolo "Il buco nel rumore".
Un titolo del genere non mi avrebbe mai attirato in libreria, ma fortunatamente mi è capitata tra le mani la versione originale.. L'editore, probabilmente, ha letto giusto i primi capitoli per assegnare il titolo. Infatti nei primi capitoli si parla spesso di "hole in the noise", ma poi questo scompare.
Il titolo originale "The knife of never letting go" che tradotto semplicemente sarebbe "il coltello da non lasciare mai andare" è molto più significativo per la trama, simboleggia il passaggio da ragazzo a uomo ed inoltre è un concetto presente in tutto il libro.

Non ho nulla di particolare da sottolineare sullo stile che mi è parso abbastanza scorrevole. Mi piacerebbe però vedere, nella traduzione italiana, come sono stati diversificati i due linguaggi dei protagonisti Todd e Viola (il primo un po' più rude, il secondo più sofisticato, nella versione originale).

Il mio giudizio abbastanza tiepido, ma non del tutto negativo, risiede in diversi punti.
Parto con le cose che mi sono piaciute di più.
Ho adorato l'idea di un mondo dove si potessero sentire i pensieri altrui.. e chi non ha mai desiderato, almeno una volta nella vita, di poter leggere i pensieri di qualcun'altro?
Nessuno però pensa mai alle conseguenze di questa particolare capacità, pensiamo sempre che possa essere un potere che si accende a nostro piacimento, invece lo scrittore ha un’idea molto precisa di quello che potrebbe accadere: un costante rumore di sottofondo di tutti i pensieri ed immagini che si impongono nella tua mente tali da dover ripetere il tuo nome per non perdere la cognizione di chi tu sia… Inutile sottolineare che passa la voglia di avere queste capacità!!
Molto bello ed interessante anche il fatto di poter sentire i pensieri degli animali, alcuni molto inutili come quelli delle pecore, altri molto simpatici come quello di Manchee, il cagnolino di Todd.

Un ottimo potenziale, ahimè, poco sfruttato..

Il protagonista è inizialmente egoista, orgoglioso e infinitamente testardo. Si ritrova a scappare dalla sua città senza saperne il motivo e, nonostante questo, nonostante la violenza che lo costringe a correre via dai suoi cari, continua a non voler aprire gli occhi alla verità che lo circonda, anche se più volte ne ha le prove. La storia di Prentisstown, così come era stata raccontata a Todd, nascondeva terribili menzogne, ma questo non ha impedito al protagonista di negare l’evidenza per ¾ del libro, una cosa che ho trovato a dir poco esasperante.
Compagna di questa fuga è Viola, capitata, o per meglio dire precipitata, quasi per caso nei pressi di Prentisstown, e costretta a scappare da un predicatore pazzo che per buona parte del libro ho creduto immortale, ma che assomigliava di più a un cattivo dei film horror mediocri.
La cosa più esasperante è che questa fuga dura per tutta la lunghezza del libro attraverso sfortune davvero infinite per entrambi i protagonisti. A fine lettura mi sentivo spossata anch’io!!

Un altro punto a sfavore del libro è la presenza di un diario della madre di Todd (che lui non ha mai conosciuto) che gli viene consegnato un attimo prima della fuga ma che non viene quasi mai aperto. Uno strumento poco sfruttato anche a causa della testardaggine del protagonista e che risulta essere poco più di un inutile peso…

Il finale poi, mi ha lasciato senza parole… Per ovvi motivi non lo posso raccontare, ma comunque ritengo che non si possa troncare la storia così, nonostante sia il primo libro di una serie!!

Insomma, il mio giudizio su questo libro è intermedio. Pregi e difetti che sommandoli danno un giudizio mediocre.

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Commenti

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Ciao! E' vero leggere i pensieri altrui sarebbe bello per un verso, ma forse potrebbe anche essere una maledizione...quindi penso sia meglio lasciare le cose come sono, con tutti i pro e contro che ciò comporta...

27 Gennaio, 2014
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In realtà il libro è la prima parte di una trilogia, e ovviamente il finale di questa prima parte è volutamente aperto, forse per questo ti ha delusa. Se te la cavi con l'inglese ti consiglio di provare a leggere i due successivi volumi, nell'attesa che qualcuno si decida a pubblicarli anche in Italia...
Sicuramente leggerò i seguiti (tra l'altro anche questo l'ho letto in inglese)..
Capisco che sia il primo di una trilogia, ma il finale di questo mi ha lasciata di stucco..
In tutte le trilogie che ho affrontato alla fine di ogni libro c'era una conclusione per lo meno parziale.. ma qui, dopo tutto quello che hanno affrontato, la conclusione non esiste! mah, vedremo...
Già, è proprio quello che ho pensato leggendo questo libro.
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