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Le avventure di Peter Pan
 
Le avventure di Peter Pan 2015-02-18 09:36:00 Cherchez la Famme
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Cherchez la Famme Opinione inserita da Cherchez la Famme    18 Febbraio, 2015
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"Tutti i bambini, tranne uno, crescono."

"Le avventure di Peter Pan" comprende due racconti: il meno noto "Peter Pan nei giardini di Kensington", oggetto dell'opera teatrale che portò la storia al successo nel 1904, e "Peter e Wendy", romanzo pubblicato nel 1909 sulla scia di quello stesso successo e dal quale Walt Disney ha tratto il famoso film d'animazione nel 1954.

E' un classico senza tempo che, ancora oggi, a ben 111 anni dalla sua prima uscita, non smette di affascinare grandi e piccini.

Il primo racconto, "PETER PAN NEI GIARDINI DI KENSINGTON" narra le origini del personaggio.
Peter ha 7 giorni di vita quando risponde all'irrefrenabile impulso di fuggire via dalla finestra priva di inferriate, volando verso i giardini ancora in camicia da notte e credendosi un uccello. Qui Peter scopre un mondo popolato da fate e animali parlanti, e incontra Meimie, una bambina che si è persa nei giardini e che è l'antesignana di Wendy. Il rapporto con Meimie è altrettanto difficile, dovuto alla di lei voglia di tornare a casa da sua madre. Dopo aver ritrovato la genitrice, Meimie torna con lei nei giardini, dove lascia per Peter una capra di pezza, trasformata poi dalle fate in una capra in carne e ossa. Trascorre dunque i suoi giorni in modo gaio e spensierato, a cavalcioni sulla sua capra, suonando il flauto.
La brevità e l'estrema semplicità di questo racconto è dovuta certamente alla destinazione scenica. Alcuni temi sono anticipati, sebbene sia indubbio che il personaggio principale trovi più spazio nella storia successiva, essendo essa nata e pensata per la narrazione letteraria.

"PETER E WENDY" narra, invece, le vicende che tutti conosciamo, aprendo la storia sulla famiglia Darling.

"Tutti i bambini, tranne uno, crescono. Ci mettono poco a capirlo e Wendy lo capì così: un giorno, quando aveva due anni, mentre stava giocando in giardino, colse un fiore e corse a mostrarlo a sua madre. In quel momento doveva essere molto graziosa, perchè Mrs Darling si mise una mano sul cuore ed esclamò "Oh, perchè non puoi restare così per sempre?". Questo fu tutto ciò che disse sull'argomento, ma in quel momento Wendy capì che sarebbe cresciuta. Tutti, a due anni, impariamo questa cosa. I due anni sono l'inizio della fine."

Questo l'incipit, seguito dalla tenera descrizione di Mrs Darling, a sua volta vecchia amica di Peter; questo il preludio al finale.
Peter Pan è presentato come un vecchio amico d'infanzia, un bambino con cui tutti quanti, in un periodo delle proprie vite, hanno vissuto qualche avventura. E' il modo fanciullesco di esprimere una tradizione orale che lo tiene in vita, generazione dopo generazione.

Wendy è alla "vigilia" della crescita quando Peter fa il suo provvidenziale ingresso in scena. L'arcigna e disillusa Zia propone che la si tolga dalla stanza dei fratelli perchè ormai troppo grande per condividere quello spazio con loro. La crescita, in un certo senso, è già in atto, come dimostra l'indole riflessiva della ragazza; eppure esita solo pochi istanti prima di fiondarsi fuori dalla finestra per seguire il bambino all'Isolachenoncè.

Peter è un personaggio, assieme, immensamente idilliaco e profondamente crudele.
Egocentrico, egoista, pieno di sè, e al contempo innocente, privo di malignità.
E', in effetti, la descrizione fanciullesca meglio riuscita della letteratura moderna e contemporanea, sebbene presa poco ad esempio (si pensi al Piccolo Principe). Barrie, che amava i bambini e che non era mai cresciuto sul serio, capiva l'infanzia nel profondo e non solo nei suoi aspetti più noti, ma anche in quelli genoinamente crudeli, pur senza intenzione.
Questa è la definizione dei bambini: " innocenti, spensierati, senza cuore".
Come tutti i bambini dal carattere forte, Peter tende a prevaricare, pretende che si faccia come lui dice e si ribella e si rattrista quando non gli viene permesso di dettare le regole del gioco. E poi, l'aspetto più crudele di tutti: la memoria corta. Gioie e dissapori, avventure, affetti, odii, vengono presto dimenticati in virtù del gioco successivo.
Questo aspetto, quello della dimenticanza, nel film d'animazione e, in generale, nella mente di chi non ha approfondito le retrovie e i significati intrinsechi della storia, è prettamente associato all'Isola: l'isola fa dimenticare, dicono.
In realtà, dal libro (e anche dal fedelissimo film del 2001) si evince quanto la questione sia ben più profonda e complicata: l'Isola altro non è se non il riflesso di Peter stesso. Essa finisce col rappresentare una dimensione, quella fanciullesca, di cui Peter è legislatore e sovrano: un dio. I suoi sbalzi d'umore ne influenzano il clima, il suo modo d'intendere la trama del gioco definisce la natura e il comportamento di ogni creatura che ci vive: il coccodrillo divora solo i pirati, mai i bambini o gli indiani.

La lotta tra i bimbi sperduti e i Pirati rispecchia la lotta tra il bambino e l'adulto, abitanti di due mondi le cui barriere naturali crollano solo quando il primo cresce; è l'impossibilità di comprendersi l'un l'altro a dominare la narrazione fin dal principio, prima nei contrasti tra Wendy e suo padre e poi in quelli tra i bimbi e la ciurma del Jolly Roger. E' proprio Mr Darling che nella dimensione reale assume il ruolo di Capitan Uncino (argutamente, il film del 2001 suggerisce questa versione lasciando che un unico attore interpreti entrambi i ruoli), tanto che ci si domanda -forse conoscendo già la risposta- se l'intera storia non sia frutto della fantasia di Wendy.
Figura ponte tra questi due mondi così distanti è Mrs Darling, che ci dimostra quanto le madri abbiano un ruolo privilegiato e unico.

All'Isolachenoncè il gioco che va per la maggiore è quello che vede Wendy nei panni di Madre e Peter in quelli di Padre. I due hanno un rapporto squilibrato; lui le è affezionato in modo quasi primordiale, incapace di comprendere una forma d'affetto che vada aldilà del gioco; lei, invece, finisce con l'innamorarsene.
L'amore, sintomo della crescita imminente, fa tornare la mente di Wendy alla realtà, ed è lei a convincere i fratelli a fare ritorno, suggerendo ai bimbi sperduti di farsi adottare dai coniugi Darling. Proprio mentre preparano le valigie, un attimo prima d'essere rapiti dai pirati, Peter, addolorato dalla proposta di lasciare l'Isola e crescere, s'indurisce e rifiuta di andare con loro.
Quella di non crescere mai è una decisione inappellabile, inconfutabile anche quando questo comporta la perdita dei suoi compagni di gioco.

Il finale dal retrogusto amaro viene sapientemente lasciato al di fuori della narrazione Disney (in cui, lo ricordiamo, Wendy e i fratelli tornano a casa, mentre Peter e i bimbi sperduti fanno ritorno all'Isola sul Jolly Roger).
Barrie ci narra come i bambini vengono tutti adottati dai Darling. L'addio tra Peter e Wendy è inesorabile: "indietro, Signora, nessuno riuscirà a fare di me un uomo", afferma lui, quando Mrs Darling tenta di convincerlo.
Wendy è terrorizzata all'idea di lasciarlo, dunque si giunge ad un compromesso: ogni anno, per la settimana delle pulizie di primavera, Peter potrà tornare a prenderla. Questo lenisce il dolore solo in parte. Lei è a conoscenza della terribile verità che si cela dietro l'Eterno Bambino, anche se rifiuta di accettarla del tutto: prima o dopo, Peter la dimenticherà, preso da altre avventure, da altri bambini.
La primavera successiva Peter si ripresenta alla sua finestra e tutto va come sperato.
L'anno successivo lui non si presenta, tornando direttamente due anni dopo, come se fosse inconsapevole di aver saltato il precedente appuntamento. Quando si incontrano di nuovo, Peter ha completamente dimenticato Capitan Uncino e la stessa Campanellino, che viene liquidata con un sommario e, ancora una volta, crudele "forse è morta".
Questa è l'ultima volta che Peter vede Wendy bambina. Negli anni successivi, nonostante lui non si faccia più vivo, Wendy tenta di rallentare la sua crescita. Alla fine, anche lei cede.
Quando il Bambino torna, Wendy è ormai sposata e ha una figlia Jane.
"Non era più la bambina che si struggeva per lui. Era una donna che sorrideva ripensando al passato, ma il suo sorriso era bagnato di pianto"
E' Jane ad andare all'Isolachenoncè, lasciando una malinconica Wendy alla finestra della stanza.
Identica è la storia di Jane e di sua figlia Margaret.

Questa è la chiusa, malinconica e, al tempo stesso, rassicurante:

"E ogni Primavera, tranne quando se ne dimentica, Peter va a prendere Margaret e la porta sull'Isolachenoncè. Quando Margaret crescerà, avrà una figlia che, a sua volta, diventerà madre di Peter, e così via, finchè i bambini saranno spensierati, innocenti e senza cuore".


Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Il Piccolo Principe
Alice nel Paese delle Meraviglie
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