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Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta
 
Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta 2011-03-14 17:09:41 cesare giardini
Voto medio 
 
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Stile 
 
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    14 Marzo, 2011
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Otto piacevoli storie di Camilleri

L’ultima fatica di Camilleri si incentra su otto stuzzicanti storie . Periodo : poco prima o poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, Luoghi degli avvenimenti : Vigata e dintorni. Abbandonato per ora al suo lentissimo tramonto il commissario Montalbano, Camilleri ci narra da par suo e nel suo affascinante dialetto sìculo (ciascuna storia è suddivisa in quattro capitoli) via via i disastri di una congiura immaginaria, una rapina ben architettata in una sala da gioco clandestina, la storia di un merlo inopportunamente parlante che svela pericolosi segreti d’alcova, le vicende di un circo di paese e del suo spelacchiato e mansueto leone, lo svolgersi di una particolare missione a fini benefici, la tragica fine di un ingenuo professore innamorato, la storia di una finta maga e di un ingente tesoro sepolto e infine le vicende semiserie di un comunista “duro e puro” convinto a redimersi da una finta e ben orchestrata “apparizione” di Gesù. Le storie sono tutte godibili, si dipanano in scioltezza magistralmente guidate da un Camilleri in forma smagliante. Gli argomenti trattati sembrano essere, da una certa visuale, molto attuali : la furbizia e l’ingenuità paesana della gente comune, la stupidità del potere fin nelle sue diramazioni periferiche, gli inganni dei giochi d’alcova, che, di riffa o di raffa, caratterizzano gran parte delle storie vigatesi. Lo stile dello scrittore di Porto Empedocle è unico : sa tratteggiare personaggi con pochi lucidi tratti, tali da renderli indimenticabili, e mette in scena le vicende con mano sopraffina, quasi si trattasse di un set cinematografico. Camilleri, per la goduria semantica dei linguisti, scova ( o conia ex novo) nuove parole dialettali, quali ad esempio Rollisiroici ( Rollsroyce), covviboissi (cowboys) , colpo polettico ( colpo apoplettico, sempre che non sia un refuso!), purmunia (polmonite) e via discorrendo. Il suo dialetto sìculo è ormai una vera e propria lingua ed ai lettori più smaliziati ( e affezionati) non riserva quasi più sorprese. Una nota finale : se fossi la maga Arsenia (“chiaromante chiaroveggenti” ) della settima storia, mi giocherei tutto ora sul ritorno di Camilleri al suo inseparabile Montalbano : e sicuramente ci azzeccherei !

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