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Quando la morte ascolta
 
Quando la morte ascolta 2011-06-27 09:00:02 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    27 Giugno, 2011
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L’altopiano insanguinato

“Una singola morte è una tragedia,
un milione di morti una statistica”
(Joseph Vissarionovich Stalin)



Prima guerra mondiale, altopiano di Asiago, un ospedale da campo nelle immediate retrovie, feriti, morti, tanto dolore e sofferenza, e su tutto la presenza, invisibile, ma certa di una signora in nero, pronta a cogliere, nelle miserie di uomini ridotti all’abbrutimento, quegli esili aliti di vita che ancora sopravvivono, in uno scenario mosso dalle stagioni, ma con una trama che non cambia mai, fra piccoli e grandi episodi che, sull’esile confine fra l’esistenza e il dopo, fanno emergere caratteri in altro modo non facilmente evidenziabili: è di questo che parla Mario Malgieri con Quando la morte ti ascolta.
Sono racconti, tutti uniti pero da un tessuto connettivo che li fa apparire dei capitoli di un romanzo, non certo lungo, anzi breve, ma che finisce con l’essere una cruda accusa a tutte le guerre.
E non è un caso se nell’ultimo brano l’omelia del cappellano militare, unico superstite del gruppo di quell’ospedale, consista in accorati inviti a meditare affinchè l’uomo non ricada in simili dolorose tragedie, ma le sue parole vengono coperte dal frastuono del discorso del Duce che annuncia l’inizio della seconda guerra mondiale.
Di libri sul primo conflitto ne sono stati scritti diversi, ma pochi sono degni di essere ricordati, come Un anno sull’altipiano, di Lussu, Trincee di Salsa e Addio alle armi, di Hemingway che curiosamente compare in uno dei racconti. Ebbene, Quando la morte ti ascolta non sfigura di certo in un raffronto con queste opere ben più note, perché vi è ben rappresentata l’insensatezza della guerra, la tremenda solitudine che grava su uomini che lentamente muoiono dentro, in un’angoscia quasi palpabile. Protagonista principale è il capitano medico Carbonari, un calabrese giunto fin lassù per portare un po’ di speranza a chi soffre, un uomo che sa cogliere nella morte il senso della vita, consapevole che la sua è una battaglia persa in partenza, perché salvare delle vite non vuol dire salvare l’umanità, bensì solo combattere una lotta impari contro un nemico oscuro, che a volte si materializza in una signora in nero, e che alla fine resta l’unico vincitore.
La scrittura di Malgieri è asciutta, senza essere scarna, non c’è mai il rischio di una caduta in una facile retorica antimilitarista, i personaggi sono ben tratteggiati e le vicende sono di quelle che ti invogliano a proseguire fino al termine senza pause.
Quando la morte ascolta è quindi un libro di eccellente qualità e di conseguenza ne raccomando vivamente la lettura.

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