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La vittima dell'anno
 
La vittima dell'anno 2020-03-19 09:34:13 FrancoAntonio
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
5.0
FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    19 Marzo, 2020
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La divertente leggerezza del crimine

Il tangram è un antico rompicapo cinese che consente, con le sole sette sagome in cui può essere scomposto un quadrato, di formare un’infinità di figure col limite dato solo dalla fantasia di chi ci gioca.
Richie era uno specialista in quello che può essere definito il tangram della letteratura noir: sebbene gli elementi di partenza siano sempre i medesimi (il killer spietato, l’astuto truffatore, l’uxoricida ingegnoso, il cinico membro di una gang) i risultati sono sempre diversi, sempre nuovi e sempre sorprendenti. Anche quando la partenza della storia riecheggia vicende note e ci si aspetti un finale già visto, la sorpresa finale che spiazza e diverte non manca mai. L’A., prediletto da Hitchcock, riesce a concentrare in pochissimo spazio continui colpi di scena e divertenti ammiccamenti al lettore.
Anche questa raccolta di otto racconti brevi non delude. Richie, spesso in pochi paragrafi o in una ventina di pagine al massimo, costruisce storie garbatamente amorali di assoluto divertimento, dove i delinquenti la fanno franca grazie ad astuti stratagemmi o, all’inverso, i piani criminali più ingegnosamente architettati crollano per colpa dell’imprevisto, apparentemente innocuo, contrattempo.
In ogni caso lo stile leggero e ironico, l’abilità di tratteggiare personaggi e situazioni con poche frasi, rendono ogni raccontino una piccola perla da godere in assoluta rilassatezza.
In questa antologia mi piace segnalare soprattutto gli ultimi due racconti che fanno da piacevole eccezione al resto della raccolta, tutto incentrato su atti più o meno criminali.
In “Mariti eroici” si narra con salace ironia di come una rimpatriata tra vecchi compagni d’armi possa alla fine smascherare le fanfaronate che i due commilitoni hanno sempre ammannito ad amici e parenti, tutto in un’atmosfera di eterea ambiguità e pungente scetticismo.
“Fai lavorare le dita”, il più lungo racconto della collana (circa quaranta pagine), poi, risulta particolarmente piacevole. In un tono lieve e scanzonato si racconta come un abile investigatore privato “specializzato in divorzi complicati”, possa risolvere un’intricata faccenda di persone scomparse, di cacciatori di dote, di truffatori spregiudicati, di ricatti, senza quasi mai alzarsi dalla scrivania, ma, appunto, facendo lavorare solo le dita. Il successo dell’incarico viene addolcito dal fatto che con la cliente, una bellissima ragazza dagli affascinanti occhi viola, potrebbe anche nascere qualcosa di più che un freddo rapporto professionale, miscelando, così, al noir della vicenda, anche una lieve sfumatura di rosa.
In conclusione il libricino è una gradevole lettura di pura evasione; ideale per rallegrare alcune ore di rilassante lettura.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a chi ama la frizzante scrittura di Richie e, in genere, a chi vuole "staccare la spina" e divertirsi senza pensieri anche se tendenzialmente non ama il genere noir.
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90
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