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Chi ti credi di essere?
 
Chi ti credi di essere? 2021-01-13 17:44:37 Cristina72
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    13 Gennaio, 2021
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I sogni di Rose

Quando si legge la Munro il pensiero va a tratti al romanzo sentimentale, al genere scritto “da una donna per le donne”. Un attimo dopo, però, ci si rende conto che si tratta di un giudizio ingeneroso, perché nei libri della scrittrice canadese c’è molto di più: c’è, innanzitutto, una schiettezza che non fa sconti, una capacità introspettiva quasi spudorata. E poi personaggi vivi, tratteggiati con indubbia abilità.
Rose, la protagonista, figura piuttosto sfuggente, ha molto dell’antieroina: vagamente irritante nel suo egoismo un po’ ipocrita (“perché la tenerezza delle donne è avida, la loro sensualità infida”), simpatica quando si rivela una perdente senza più illusioni antipatica a se stessa.
Si prendono sempre le distanze da personaggi del genere (dov’è il riscatto sociale che ci si aspetterebbe da una prima della classe? come si fa a tradire una persona cara?), salvo poi riconoscervi qualcosa che appartiene a tutti, il bisogno di approvazione, la costante e inconfessabile paura di fallire, il fallimento in sé: “Una pena priva di onore. Orgoglio offeso e sogni beffati”.
Di sogni, in effetti, Rose non ne ha mai avuti tanti se non a breve termine, cercando di adattare, per debolezza e forse un pizzico di opportunismo, le proprie ambizioni a circostanze non proprio esaltanti.
Sulla strada sdrucciolevole del compromesso sembra scivolare anche l’amore, mai del tutto appagante, aleatorio e troppo simile all’autoinganno: “…pensò a quanto l'amore allontani il mondo da noi, quando è felice non meno di quando non lo è”.
C’è qualcosa di incompiuto nella vita interiore di Rose non meno che nella sua esistenza, qualcosa di monco, ali tarpate che stentano a prendere il volo. Si intuisce, nell’ultima pagina, uno struggimento che riporta agli inizi, il desiderio di riprovarci.
“Chi ti credi di essere?”… Forse, sarebbe bastato il coraggio di essere se stessi.

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Commenti

8 risultati - visualizzati 1 - 8
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siti
14 Gennaio, 2021
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Quasi un Modiano al femminile per il ritorno costante dei temi.
Anche a me piace molto e aggiungerei anche l'attenzione stilistica che la Munro dedica ai suoi racconti, al di là dell'introspezione e tutto il resto, la forma e la modalità in cui lo fa è davvero degna dei migliori scrittori. Non ha una narrazione cronologica, ma usa diversi salti temporali e flash-back. Insomma, sa scrivere e non per niente è un Nobel. La trovo molto intima nei suoi racconti e apprezzo molto in lei che non è una femminista accanita o fanatica come possa essere (per me) la Woolf oppure Allende, tra quelle che ho letto. La Munro rimane su uno stile molo più intimo ed emotivo e senza puntare il dito contro l'uomo ma scavando appunto nell'animo femminile e concentrarsi su di esso.
Ciao, Cristina. Vedo che non ti è affatto stato sgradito, come invece è accaduto a me che l'ho trovato assai indigesto.
Non essendo lettore di racconti, per cui l'autrice è famosa, mi sono orientato verso il suo unico romanzo. Ma che delusione!
Cristina72
14 Gennaio, 2021
Ultimo aggiornamento:
15 Gennaio, 2021
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@Laura, Modiano è molto piu monocromatico e con una prosa più soft. Almeno, lo ricordo così.
@Molly Bloom, di questa scrittrice ammiro soprattutto il coraggio di scavare nell'interiorità, senza orpelli di sorta. Certo, con una capacità descrittiva notevole.
@Emilio: ho letto la tua recensione e in parte la condivido, anche perché ben motivata. I romanzi della Munro sono due, c'è anche "La vita delle ragazze e delle donne".
Ti consiglio di darle un'altra chance.
Non sapevo di quest'ultimo. Grazie, Cristina, della segnalazione.
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
15 Gennaio, 2021
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Prego, Emilio :-D
Ciao Cristina, non l'ho mai letta ma è mia intenzione da tempo.
Mi consiglieresti per favore un buon titolo per iniziare?
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
20 Gennaio, 2021
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Ciao @C.U.B., a me è piaciuto molto "Troppa felicità".
8 risultati - visualizzati 1 - 8

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