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Il giro della prigione
 
Il giro della prigione 2015-07-03 05:12:30 Emilio Berra TO
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    03 Luglio, 2015
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Nello spazio e nel tempo

Si tratta di appunti di viaggio, raccolti con un titolo che allude a una frase pronunciata dal protagonista del romanzo "L'opera al nero" : "Chi sarebbe così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?".
La "prigione" anche per Matguerite Yourcenar era il mondo intero, e lei amava viaggiare.
Verso l'età senile la sua passione diventò l'Oriente. Non casualmente, quindi, gran parte di questo libro riguarda la sua visita al Giappone, la cui cultura e arte (il teatro tradizionale, in particolare) la incantarono. E' di questo che intendo parlare.

La nostra Autrice, ultimamente non frequentava assiduamente i teatri, "stanca delle vanità che stanno troppo strette o troppo larghe ai capolavori". Il teatro Giapponese le restituisce il piacere di guardare la scena.
In particolare, a colpirla sono due tipi di approccio alla rappresentazione e alla recitazione : il Kabuki, che "gioie e dolori (...) li fa seguire come la notte e il giorno nei paesi senza crepuscolo. (...) Sulla scena, un momento prima costellata di cadaveri, dei bambini (...) girano in tondo (...) trascinadoci nella loro gioia : (...) la presa di possesso quasi magica che si impadronisce dello spettatore" la coinvolge totalmente. E annota la grande spontaneità degli attori, che deriva dal 'vivere' anche fuori scena il proprio personaggio, in una fusione quasi indistinta fra vita e teatro.
Ad affascinarla ancor più è il tradizionale teatro ' No ' , un po' teatro di fantasmi evocati a salmodiare : i volti non segnati dal trucco; solo lo spettro è contraddistinto dalla maschera.

Non poteva mancare la visita alla casa di Mishima, autore da lei amatissimo, nel cui studio trova una copia in inglese delle "Memorie di Adriano".
Poi è la volta dei monasteri buddisti, cresciuti in parchi lasciati da alti aristocratici. E i giardini zen : "cascate limpide che precipitano in pietraie"; poggi innalzati "i cui profili aumentano l'effetto del chiaro di luna". "Questi luoghi rigorosi e delicati sono fatti soprattutto per essere contemplati".

Viene infine invitata a tenere una conferenza sul tema del viaggiare.
Per lei il viaggio è quasi un'ascesi, un mezzo per far cadere i pregiudizi. E giunge alla convalida dei punti fermi della sua conquistq 'filosofica' : "uno dei segreti della vita in ogni luogo e in ogni tempo : l'uniformità sotto le varietà delle apparenze; inoltre : "ci troviamo dovunque e comunque di fronte a noi stessi".

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Consigliato a chi ha letto...
è interessato al Giappone ...e a M. Yourcenar
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Commenti

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E' sempre bello leggere una recensione sulla Yourcenar.
Grazie Emilio.
Federica
Grazie a te, Federica.
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
03 Luglio, 2015
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Ahhh come vorrei anche io entrare in casa di Mishima.
Come mai quel tre in piacevolezza, non ti ha galvanizzato il contenuto nipponico ?
Comunque ho una grande notizia. Qualche giorno fa ho ordinato il mio primo Yourcenar !!!
Un bel fuori catalogo, si sa mai che sparisca...
Bellissimo commento Emilio; ammetto di avere una grossa lacuna per quanto riguarda questa splendida scrittrice; infatti ho letto solamente "Memorie di Adriano" e, almeno finora, mi sono perso tutte le altre perle della sua opera inclusa questa passione senile per l'oriente e il Giappone nella fattispecie. Ti ringrazio per la segnalazione in quanto è una motivazione in più per dedicarmi ad ampliare la mia conoscenza leggendo altri suoi romanzi. Ciao.
Ferruccio
Una recensione degna della Yourcenar.
Ciao Emilio, mi stai gradualmente avvicinando a questa scrittrice. Vita come prigione, viaggio come ascesi... molto interessante.

Interessantissime le conoscenze relative al teatro Giapponesi...davvero invoglianti.
Non mi piace l'associazione di prigione al mondo...ho il concetto contrario...il mondo è "libertà"
Pia
CUB, quel tre in piacevolezza perché è un libro molto 'denso', un po' specialistico.
Immagino quale testo! Buona lettura.
Grazie Ferruccio.
Non so come ti sia parso "Memorie di Adriano".
Io dico sempre agli amici che, pur essendo molto bello, non è il testo con cui cominciare a conoscere l'Autrice.
Forse meglio iniziare coi libri 'autobiografici' ("Care memorie", "Archivi del Nord"...).
Grazie, Renzo. Gentilissimo.
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