Viaggio in Russia Viaggio in Russia

Viaggio in Russia

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Stefan Zweig non è solo uno dei narratori più popolari del primo Novecento, ma anche scrittore dai molteplici interessi: saggista, biografo e cronista di viaggio. Tra i suoi reportages, vi è anche, in prima traduzione italiana, questo straordinario resoconto del suo viaggio in Russia nel 1928, quando vi si recò in occasione del centenario della nascita di Tolstoj. Viaggio che avveniva a soli dieci anni dalla rivoluzione d’ottobre, e che lo impressionò profondamente. Zweig scrive acutamente della nuova realtà che scopre mano a mano, rendendosi conto fino in fondo di quale frattura si stava verificando tra il mondo della Russia dei Tolstoj, dei Cechov, dei Dostoevskij, e la nuova realtà politica e sociale. Con l’occhio attento del testimone, senza la pretesa di giudicare, desideroso di dare ai lettori europei una testimonianza oggettiva di ciò che accadeva in Russia in quegli anni, profondamente ammirato del ‘genio russo’, Zweig sente la necessita di abbattere i muri dei pregiudizi occidentali invitando alla scoperta della grande umanità di quel popolo, dell’enorme processo di vita intellettuale e della sua eroica capacita di attesa e di sopportazione, “tanto vaste quanto la terra russa”.



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Viaggio in Russia 2022-09-26 14:06:38 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    26 Settembre, 2022
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In Russia all'indomani della Rivoluzione

Quando, nel 1928, Stefan Zweig si recò in Unione Sovietica per tenere un discorso durante le celebrazioni del centenario della nascita di Tolstoj, rimase profondamente colpito dall’opportunità di visitare lo sterminato Paese pochi anni dopo la Rivoluzione. Sono le riflessioni emerse in diretta da questo viaggio infatti che danno vita al breve scritto in questione.

Zweig si avvicina alla Russia dei soviet con uno sguardo curioso, con l’atteggiamento dell’uomo che vuole conoscere e capire prima di giudicare e classificare in base all’opinione politica. In particolare apprezza il fervore culturale della Russia in quegli anni; mentre l’altra Rivoluzione –quella francese- si era spogliata di immensi tesori permettendo ai rivoluzionari di saccheggiare chiese e opere d’arte, la Rivoluzione comunista non ha sottratto né distrutto la minima opera d’arte importante. Anzi, nelle settimane del suo viaggio, Zweig nota l’entusiasmo, la passione con cui il popolo russo partecipa alla vita culturale dello Stato, affollando musei e teatri.
Il vivace clima culturale della Russia dei primi anni Venti e il totalitarismo non ancora completamente attuato hanno certamente influenzato lo sguardo positivo di Zweig nei confronti del mondo nuovo e sconosciuto che si accinge a visitare. Successivamente questo giudizio positivo sarà ribaltato nel suo capolavoro “Il mondo di ieri”.

« […] E qui, in questa camera del tesoro, in questo palazzo principesco, più che imperiale, da zar, in tutta questa città costruita su una ricchezza smisurata e su un folle sperpero, la prima cosa che salta all’occhio, da un punto di vista europeo, è l’incomprensibile tensione tra questi due mondi passati: il mondo di sopra e quello di sotto, tra il folle e il sacrilego sperpero degli zar e la smisurata, quasi infernale miseria dei villaggi affamati moscoviti. Con un tuffo al cuore si prende coscienza della tensione universale tra ricco e povero, che qui si è estesa negli ultimi due secoli a dimensioni titaniche. E si comprende perché essa ha finito per esplodere una volta per tutte con tanta violenza, con un tale colossale scossone.»


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