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M. Il figlio del secolo
 
M. Il figlio del secolo 2019-06-12 13:45:23 Bruno Izzo
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    12 Giugno, 2019
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Un uomo banale

Non esiste storia migliore raccontata da chi quella vicenda l’ha vissuta come protagonista, in prima persona. Infatti, non è la stessa cosa se quella storia sia riesumata dagli storici traendola da libri, documenti, giornali dell’epoca, e neanche se è raccontata in diretta da testimoni presenti ai fatti. Come già ebbe a dire Akira Kurosawa nel celebre film “Rashomon”, spesso dello stesso episodio, vissuto contemporaneamente da più testimoni che lo riportano per flashback, le versioni non di rado sono contrastanti, e non si capisce mai bene quale sia la verità. Perché la verità appartiene a chi la racconta, e poiché ciascuno è a suo modo, esistono tante verità, per dirla con Pirandello: una nessuna e centomila. Inoltre spesso, se non sempre, la realtà è scritta dai vincitori. Tutto questo ben lo sa Antonio Scurati, il quale in “M. il figlio del secolo” ha l’idea di far raccontare direttamente a Benito Mussolini se stesso, il suo movimento e quello che ha significato per il nostro paese , essendo il duce a torto o a ragione tra i protagonisti della storia del secolo scorso. Giacchè mai come in questo caso la storia è magistra vitae. Se oggi siamo quello che siamo, è anche perché abbiamo vissuto Mussolini, il fascismo e quanto altro, senza dimenticarci dei corsi e ricorsi storici: dalla “gloria dell’impero” ai”prima gli italiani”, dal “fucile che difende il solco tracciato dall’aratro” ai “porti chiusi”, spesso il passo è breve. Ovviamente, il racconto del duce è romanzato: ma tutto quanto dice è reale, storico, non verosimile ma vero, supportato, documentato e documentabile. Più che un romanzo, un documento, quindi, una ricostruzione degli eventi, al termine della quale il lettore, lasciato libero nella sua riflessione, giunge spesso alla stessa conclusione della “Banalità del male” di Hanna Arendt.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Scurati, ma anche Barbero e Lorenzo del Boca...a chi la storia la vuole sapere, e bene.
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Commenti

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Bella e condivisibile recensione, Bruno.
Di personaggi già molto scandagliati dagli storici è ben arduo dire qualcosa di profondamente nuovo.
In risposta ad un precedente commento
Bruno Izzo
13 Giugno, 2019
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Grazie, e concordo con quanto dici. Più che altro è il modo in cui viene presentato il personaggio e la sua storia che differisce da altri romanzi simili, ma i fatti quelli sono, non è che si aggiunge qualche perla particolare. Un caro saluto!
Ciao Bruno, abbiamo letto e recensito tale volume quasi in contemporanea. Quindi ognuno ne ha tratto le proprie impressioni in merito. Aldilà dei documenti storici, il protagonista avrà avuto i suoi difetti (tanti) e grossi torti che hanno portato la nostra nazione al disastro, ma, a parer mio non mi pare sia stato un uomo banale, o meglio se con banale intendi la banalità che ha il "male" in tutte le sue accezioni (come recita Hanna Arendt) , allora sì è da considerarsi banale per le risultanze negative e dannose che la Storia insegna. L'uomo era un ambizioso, vanesio con mania di grandezza anche perché era insito in lui la sua provenienza plebea e, di conseguenza, la voglia di rivalsa verso tutti coloro che lo avevano in qualche modo emarginato. Un saluto
Ferruccio
In risposta ad un precedente commento
Bruno Izzo
19 Giugno, 2019
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Caro Ferruccio, per prima cosa scusami il ritardo con cui ti rispondo, ahimè la vita quotidiana mi impedisce di occuparmi solo di libri, letture e discutere delle stesse come vorrei! Ma credo sia un destino comune! Concordo con quanto dici, ed infatti il mio indicare l'uomo come "banale" faceva espresso riferimento al saggio della Arendt, di come in effetti sia talmente fin troppo facile fare il male. Certamente hanno inciso su di lui anche le sue origini, il suo vissuto, una certa frustrazione latente. Ricambio di cuore i tuoi saluti, alla prossima!
Bruno
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