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M. Il figlio del secolo
 
M. Il figlio del secolo 2019-11-02 19:27:37 LuigiF
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4.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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LuigiF Opinione inserita da LuigiF    02 Novembre, 2019
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Per comprendere quegli anni

Premetto che, a mio avviso, l'esperimento e' riuscito. Ero un po' titubante nell'accingermi alla lettura di un opera difficilmente classificabile (romanzo, biografia, saggio storico ..) e potenzialmente azzardata nel raccontare anni di storia patria coi quali la nostra societa' non ha ancora fatto completamente i conti. La sfida obiettivamente richiedeva toni equilibrati e non ero certo l'autore potesse garantirli. Trovo invece che il risultato raggiunto sia soddisfacente. Il merito maggiore dell'autore sta nella capacita' di far calare il lettore nella realta' violenta degli anni del primo dopo guerra ed in quelli successivi che vedono l'affermarsi del fascismo, in maniera tale che un saggio storico difficilmente riuscirebbe a rendere. Lo stile aspro di Scurati, a tratti ironico, con accenti cupi e grotteschi si presta bene a descrivere quegli anni che a distanza di un secolo appaiono quasi incredibili.
Il periodo raccontato va dalla costituzione dei fasci di combattimento del '19 alla presa del potere del fascismo del '22 per finire con la sua temporanea crisi all'indomani del delitto Matteotti del '24. Cinque anni in tutto, ma cinque anni in cui si condensano alcune dei momenti piu' atroci della Storia moderna Italiana alternati ad altri che hanno connotati a volte grotteschi (la stessa Marcia su Roma ... piu' un armata Brancaleone che un vero sussulto rivoluzionario) a volte del tutto inverosimili (si pensi alla follia Dannunziana della Repubblica di Fiume del tutto surreale ed incredibile se non collocata in quel clima storico sovraeccitato).
Scurati sceglie di raccontarci quegli anni con gli occhi dei protagonisti. Non tanto un affresco sociale ne' tanto meno una interpretazione socio-economica del periodo, bensi'il racconto, in rigorosa sequenza cronologica, di eventi cui attori grandi e piccoli contribuiscono nel loro specifico ruolo. Ed e' questa scelta a dare intensita' narrativa all'opera ed a mostrare il DNA del romanziere. Il tutto pero' si regge con equilibrio senza concessioni alla aneddotica, alla banalizzazione o a forzature caricaturali.
Mussolini innanzitutto, dunque. Senza scrupoli, brutale certo, ma anche spregiudicato giocatore di azzardo e scaltro animale politico. Se il movimento fascista nasce principalmente dalla frustrazione dei reduci di guerra e dalla paura del mondo borghese, soprattutto in ambito agrario emiliano, verso l'avanzata del socialismo dilagante, e' peraltro evidente che Mussolini gioca le sue carte in modo astuto alternando bastone e carota, violenza e lusinga fino al raggiungimento del potere. Nella stessa marcia su Roma, sembra cogliere con perfetto tempismo un momento di estrema debolezza istituzionale per affondare il colpo senza peraltro esporsi in prima persona quasi a prepararsi una via di uscita in caso di fallimento.
Accanto a lui, violenti e vendicativi, gli squadristi fascisti tra le cui file si contano oltre a reduci ed ex-arditi, un accozzaglia di facinorosi e delinquenti che trovano cosi' modo di dar sfogo alla loro natura abietta. Alcuni di essi, raggiunto il potere se ne faranno sedurre e nella consueta tradizione italiana, trameranno per mantenerne i benefici. Altri resteranno fedeli alla loro indole violenta ed a fatica il duce si sforzera' di normalizzarli e domarli. Farinacci, Dumini, Italo Balbo e gli altri sono i comprimari di questa Storia, ma, forse piu' ancora del loro capo, incarnano il modello fascista.
C'e' poi la sfera affettiva del duce. Non tanto la famiglia (di Rachele e dei figli Scurati parla poco), quanto le amanti ed in particolare la Sarfatti, appassionata, devota e colta nonche' appartenente a quella alta borghesia milanese alla quale introduce quel grossolano figlio di un fabbro romagnolo.
A se stante, D'Annunzio, non iscrivibile in alcuna categoria che non sia quella del Mito.
Infine, a contrastare l'avanzata fascista una societa' civile debole ed impreparata. Un piccolo Re (non solo in senso figurato ..), l'elite culturale che flirta coi nuovi potenti (Croce, Pirandello, Toscanini ma anche gran parte della stampa dell'epoca), un mondo imprenditoriale accondiscendente, una opposizione spesso inconcludente e lacerata da divisioni interne. Eppure le eccezioni ci sono ed e' giusto non dimenticarle. Don Sturzo, Gobetti, Gramsci ma anche e sopratutto Matteotti, figura stoica, unico vero antagonista la cui statura possa rivaleggiare con l'astro nascente di Mussolini. Non a caso le conseguenze del suo abominevole omicidio sono le uniche vere insidie per la inarrestabile ascesa del fascismo che, ricordiamolo, stravince le elezioni del 24 a testimonianza della fascinazione esercitata sulla stragrande maggioranza del paese. Di Matteotti Scurati restituisce un ritratto umano toccante cui contribuiscono le appassionate lettere all'amata moglie Velia in cui si alternano l'alto senso del dovere civico con le cocenti delusioni vissute, il desiderio di normalita' e di vita familiare con l'amara percezione dell'isolamento.

"M - il figlio del Secolo" non aggiunge molto a quanto gia' non si conosca. Ha pero' il pregio, come detto, di immergere il lettore nel clima di quegli anni assai piu' intensamente di quanto un manuale possa fare. Un clima in cui la violenza si respirava nell'aria e le istituzioni mostravano tutta la fragilita' di una nazione non ancora compiuta. Al di la' delle opinioni che ciascuno di noi possa avere, comprendere quel clima e' condizione necessaria per capire quegli anni. A noi tutti resta il non banale interrogativo se simili forme di degrado del vivere civile potranno mai ripresentarsi in un futuro piu' o meno lontano.

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Commenti

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Bella recensione, Luigi.
Un libro che non ho letto, ma ne seguo i commenti dei lettori. Sono un po' diffidente sulla produzione letteraria dell'attuale generazione di scrittori.
In risposta ad un precedente commento
LuigiF
04 Novembre, 2019
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Grazie Emilio
anche io mi "sforzo" ogni tanto di leggere qualcosa di nuovo.
Avevo gia' letto Il sopravvissuto dello stesso Scurati che dopo un inizio folgorante mi e' risultato un po' pesante.
Questo nuovo ed ambizioso lavoro e' di natura completamente diversa e mi sento di consigliarlo.
Eh mi ha incuriosito molto questo libro ed anche la tua recensione. Mi fermano solamente i troppi titoli in wishlist!
In risposta ad un precedente commento
LuigiF
06 Novembre, 2019
Segnala questo commento ad un moderatore
ho lo stesso problema .. ci vorrebbero piu' vite !
4 risultati - visualizzati 1 - 4

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