Narrativa italiana Romanzi storici Il Teutone. La croce perduta
 

Il Teutone. La croce perduta Il Teutone. La croce perduta

Il Teutone. La croce perduta

Letteratura italiana

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È il 1241. Dalle steppe dell'Est un'ondata di uomini dilaga nel centro dell'Europa. Sono assetati di sangue e saccheggi. Sono Tartari, un nome ormai sinonimo di terrore. Dopo quasi vent'anni di battaglie in Terrasanta, Eustachius dovrà misurarsi con altri infedeli, più pericolosi di Turchi e Saraceni, perché molto più prossimi ai confini del mondo cristiano. I Tartari infatti sono ormai ovunque, tutto intorno al piccolo manipolo di uomini che viene assalito e depredato. Armato solo della propria spada e della sua fede, Eustachius dovrà combattere per strappare al capo dell'orda nemica la croce rubata e per sottrarre centinaia di cristiani alla crudeltà dei barbari invasori. Perché quella è la sua missione di cavaliere: difendere i deboli e la Croce. Sempre e a qualunque costo.



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Il Teutone. La croce perduta 2018-05-24 04:29:40 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    24 Mag, 2018
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Con la spada e con la preghiera

L’espansione mongola a occidente degli Urali iniziò nel 1236, abilmente condotta da Batu, nipote del grande Gengis Khan. Dopo aver soggiogato la Russa e l’Ucraina le orde selvagge si riversarono nel centro dell’Europa, sconfiggendo eserciti, saccheggiando e compiendo ogni genere di nefandezze.
Queste tribù di guerrieri nomadi, che i Cristiani chiamarono tartari, sembrò non avessero ostacoli e che per loro tutto fosse possibile, perfino la conquista dell’intera Europa. In questo contesto si narra la vicenda che vede protagonista Eustachius von Felben, monaco guerriero dell’ordine dei cavalieri teutonici che ritorna dalla Terrasanta con pochi compagni, scortando altresì un mercante veneziano, latore di un importante messaggio del Doge per il Gran Maestro dell’ordine in Prussia, nonché, di un dono di inestimabile valore religioso, oltre che intrinseco, rappresentato da una croce ricoperta di gemme, già di proprietà di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino. Il viaggio, di per sé non facile in periodo di pace, diventerà quasi un incubo a causa delle continue incursioni dei cavalieri tartari che arriveranno anche a sottrarre il prezioso carico del mercante veneziano. Fra combattimenti all’ultimo sangue, battaglie che registrano le sconfitte dei cristiani, in un turbinio di eccidi, di crudeli torture e anche di sorprese, spesso gradite, la missione di von Felben arriverà a felice conclusione, con il recupero peraltro della preziosa reliquia. Guido Cervo ha fatto del romanzo storico la massima espressione del suo talento artistico, ambientando vicende in epoche diverse, ma sempre supportate da preziose ricerche storiche che danno alle opere la parvenza di veridicità, come se questo Eustachius von Felben fosse esistito veramente, e forse può esserci stato un personaggio con caratteristiche simili, visto che i cavalieri dell’Ordine Teutonico, dei veri e propri monaci guerrieri, presentavano la particolarità di una totale dedizione alla causa comune, simili ai Templari, ma per lo più di origine tedesca. E’ un romanzo in cui è preponderante la trama, ma molto curata appare sia la caratterizzazione dei personaggi, che l’atmosfera, ricreata sapientemente; se pur inferiore a mio giudizio a I ponti della Delizia e a Bandiere rosse, aquile nere, opere ambientate in epoca assai più recente, è in grado di essere apprezzato dal lettore per la continua tensione e l’indubbio coinvolgimento, che avviene fin quasi da subito. In buona sostanza, invito a leggere Il Teutone. La croce perduta, perché sono sicuro che non potrete che esserne soddisfatti.

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Il Teutone. La croce perduta 2013-12-12 11:56:32 Fonta
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Fonta Opinione inserita da Fonta    12 Dicembre, 2013
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Ila Crociata non finisce in terrasanta

Eustachius von Felben è un monaco d'armi teutonico. Ha da poco concluso una missione in Terrasanta, che lo ha portato a confrontarsi con le temibili scimitarre saracene.

Ma il suo rientro in Europa non sarà più facile delle battaglie alle porte di Gerusalemme, dall'est infatti stanno arrivando orde di Tartari, i quali stanno sterminando ogni Cristiano che gli si para davanti, puntando diritti al cuore del Mondo conosciuto!

Eustachius è uomo fedele e valoroso e con i suoi uomini, si farà spada uno sperduto mercante veneziano che deve portare al regnante prussiano una reliquia che, oltre all'immenso valore materiale, rappresenta un messaggio di fede e di speranza senza eguali.

Tale cimelio viene però sottratto al mercante dai tartari.

Inizia così un'avventura nel medioevo, tra guerrieri cristiani, tartari, mercanti, mercenari, fede e coraggio per riportare al legittimo proprietario la croce perduta!

Un libro ben dettagliato e scritto, gli spunti storici sono curati e molto interessanti.
A mio parere manca un pò di mordente nella trama, nell'avventura e nell'iterazione tra i personaggi. Mi aspettavo più azione e meno descrizioni, ma è un giudizio personale e carico di aspettative.
Mi immaginavo Cervo più simile ad un Bernard Cornwell o ad un Alfredo Colitto che, per i miei giusti sono molto più entusiasmanti nella lettura!

Resta comunque un buon libro. Spero di leggerne i seguiti!

Buona lettura

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Il Teutone. La croce perduta 2010-11-27 07:28:14 Alessandro Dalla Rovere
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Alessandro Dalla Rovere Opinione inserita da Alessandro Dalla Rovere    27 Novembre, 2010
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Un grande romanzo storico

Eccellente prova dell’autore, capace di realizzare un’opera davvero avvincente e godibile, che gli amanti del romanzo storico (e, aggiungo, del bello scrivere) non mancheranno di apprezzare.

Le vicende che turbinano intorno alla croce-reliquia inviata in dono dal Doge di Venezia al gran maestro dell’ordine teutonico permettono di dispiegare un susseguirsi di avventure di grande intensità, in grado di coinvolgere il lettore, che subito si identifica nei personaggi del romanzo e si trova immerso nel contesto storico dell’invasione tartara del centro Europa alla metà del XIII secolo.

Consiglio quindi vivamente la lettura di questo come dei precedenti romanzi dell’autore, che rappresenta a mio parere un esempio di riferimento tra gli scrittori italiani di la narrativa storica: passando dall’età romana (scenario delle sue precedenti opere) al periodo medioevale, Cervo mantiene immutata l’abilità narrativa che fa dei suoi romanzi quanto di più godibile un lettore esigente - ma attento anche al puro piacere della lettura - possa desiderare.

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Il Teutone. La croce perduta 2010-11-25 15:04:18 Giuse
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Giuse Opinione inserita da Giuse    25 Novembre, 2010
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una nuova storia...

Un altro libro di Guido Cervo su un argomento e un periodo ancora diverso rispetto ai romanzi “romani” e “I ponti della Delizia” del nostro passato più recente. Un racconto che si snoda nelle fredde pianure ai piedi dei Sudeti appena sfiorate dal tiepido soffio di una primavera incipiente in pieno medioevo, quando le crociate portavano gli europei ad entrare in contatto con la fede musulmana. In quelle misteriose terre un cavaliere teutonico e un mercante incrociano i loro destini e, spinti da motivi differenti, fanno fronte comune all’avanzata dei tartari.
Sul loro cammino incontrano villaggi distrutti, abbazie carbonizzate e soprattutto la disperazione di chi è scampato alla furia mongola.
Un romanzo differente dagli altri, proprio perché prevale maggiormente l’azione fin dall’inizio quando viene descritta in modo efficace e realistico la battaglia di Leignitz. Seguendo le peregrinazioni del protagonista e di coloro che incontra, la narrazione acquista sempre maggiore velocità conducendo il lettore, quasi senza fiato, a seguirne le gesta fino ad un epilogo inaspettato quanto abilmente descritto. Un punto di forza questo e non un disvalore, dal mio punto di vista.
E poi si ritrova la sapiente capacità di raccontare: per esempio un “albero” non è mai solo un albero ma è una betulla o un carpino oppure un leccio. Non è una cosa scontata: spesso questo non avviene. Io ho ritrovato la capacità di raccontare ogni evento in modo chiaro ed efficace, sia che si tratti di uno scontro sanguinoso che della delicatezza di un paesaggio facendo quasi “sentire” a chi legge, i profumi della terra piuttosto che quello dell’aria dopo un temporale. Ma il rigore e la ricerca storica non sono mai trascurati. Infine, un accenno al modo in cui sono presentati i personaggi: ancora di più che forse negli altri romanzi, il punto di vista che viene presentato a chi legge, cambia molto spesso presentando diverse sfaccettature della stessa realtà un po’ come se ci fossero delle staedy cam con inquadrature differenti. Da non perdere!

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Il Teutone. La croce perduta 2010-11-25 08:32:12 Roberto Staufer
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Roberto Staufer Opinione inserita da Roberto Staufer    25 Novembre, 2010
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Notevole e avvincente

A mio parere il romanzo è molto bello. Conoscevo già Cervo per aver letto diversi suoi romanzi su Roma e anche il bellissimo I ponti della Delizia. In questo, che qualificherei come "romanzo breve", ho ritrovato i suoi temi preferiti e anche gli stilemi particolari che caratterizzano la sua prosa, sempre fluida, scorrevole e compendiosa. Ma soprattutto ho incontrato un personaggio magnifico, perfettamente all'altezza del legato romano Valerio Metronio della nota trilogia di Cervo sul terzo secolo. Il cavaliere Eustachius, in effetti, è la perfetta personificazione del monaco-guerriero medievale, umanissimo ma nel contempo del tutto "antimoderno", e spero proprio di ritrovarlo in un successivo romanzo dell'autore, sperabilmente con una trama più sviluppata. Ottima la definizione dei personaggi, avvincente la storia, bellissime come sempre le scene di battaglia. Ma soprattutto ho trovato apprezzabile il modo in cui Cervo, pur senza eccessi didascalici, e avvalendosi anche di un uso accorto del linguaggio, ben differenziato a seconda del rango dei suoi personaggi, ti fa "respirare" il Medioevo, attraendoti con la maestria di sempre in un'epoca lontana ma tuttora affascinante, forse, almeno per me, più dello stesso Impero romano.

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Cornwell, Follett, Guillou, Frediani
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Il Teutone. La croce perduta 2010-11-20 18:11:49 barch76
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barch76 Opinione inserita da barch76    20 Novembre, 2010
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Il Teutone.La croce peduta

Ricostruzione storica scarna di dati e avvenimenti,personaggi ben delineati mossi da profondi ideali ma poco realistici,a mio parere poveri di personalità.
Un piacevole susseguirsi di scene cruente e prove di coraggio ed onore dei protagonisti,guidati dalla fede e da senso cavalleresco,sinceramente le emozioni sono poche,sembra che la trama debba essere il preludio ad un gran finale che dia un senso a tutta la storia,ma ahime,il gran finale manca.
Sicuramente ci sarà un seguito,ma che senso ha pubblicare in due atti un romanzo che pubblicato in un unico tomo avrebbe circa 560 pagine?(18,5o € x 2 = 37,00!)(Il cimitero di Praga,U.Eco pag.523 € 19,50).

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Eco,Follett,Manfredi,R.harris,Vassalli.
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