Narrativa straniera Racconti di viaggio Una donna senza fortuna
 

Una donna senza fortuna Una donna senza fortuna

Una donna senza fortuna

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La trama e le recensioni di Una donna senza fortuna, romanzo di Richard Brautigan pubblicato da Isbn Edizioni. Una donna senza fortuna è l’ultimo romanzo, finora inedito in Italia (e apparso postumo in America nel 2000), che Richard Brautigan scrisse prima del suo suicidio. È una storia dolorosa e nostalgica, un diario di viaggio, è l’ultimo inconfondibile sguardo gettato da Brautigan verso la vita. Un uomo, al compimento del suo quarantasettesimo compleanno, parte dal Montana per percorrere un lungo itinerario che toccherà Los Angeles e New York, fino all’Alaska e poi a Honolulu. Il ritorno a San Francisco lo porta a stabilirsi nella casa di una cara amica morta suicida, quella donna sfortunata che innesca in Brautigan una serie di riflessioni sulla fine dell’esistenza e la sua tragicità. In Una donna senza fortuna la narrazione ironica, a tratti grottesca e malinconica, diventa lo strumento privilegiato di Brautigan per affrontare la deriva autodistruttiva che ha caratterizzato i suoi ultimi anni.

Richard Brautigan nasce a Tacoma (Washington) nel 1935 e muore in California nel 1984. Due anni prima, quando il successo mondiale di Pesca alla trota in America del 1967 è un ricordo lontano, Brautigan scrive Una donna senza fortuna. Il libro è rifiutato dal suo agente letterario, causando la rottura di un lungo sodalizio. Il manoscritto viene quindi affidato all’amico Marc Chénetier che ne cura la traduzione, apparsa in Francia a 10 anni dalla sua morte. Soltanto nel 2000 il libro è pubblicato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Dello stesso autore, Isbn ha pubblicato American Dust (2005).



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Una donna senza fortuna 2012-08-08 12:31:52 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    08 Agosto, 2012
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Il labirinto di Richard

“Nella memoria vivere e’ assurdo, ma e’ assurdo non riderne. “

Composto nel 1982 , due anni prima del suicidio, UNA DONNA SENZA FORTUNA e’ l’ultimo scritto di Richard Brautigan. Uso il termine “scritto” perche’ piu' che di un romanzo si tratta di una sorta di sconclusionato diario, una cartina racconto di alcuni mesi della sua vita, seguendolo nei vari spostamenti attraverso gli Stati Uniti.
Ne emerge la solitudine di un uomo ormai perso alle falde del baratro, ma di un’incantevole ironia.
Un taccuino tragicomico su una vita ormai allo sbando, tra whisky e depressione, corsi di letteratura e fugaci relazioni amorose.
Malinconico e divertente, un labirinto di concetti a tratti poetico , a tratti riflessivo, a tratti delirante.
Ti perdi nel suo racconto senza sapere dove ti portera’, perche’ forse non ti portera’ da nessuna parte, solo uno scorcio sugli ultimi anni prima dell’autoinflitto epilogo.
Un autore di talento ma dimenticato dalla critica e dall’editoria del suo paese, forse proprio questo gli e’ stato fatale. Polvere d’ America Polvere , scriveva Brautigan in AMERICAN DUST e qui si sente prepotente il leggero stendersi di un alone impolverato sul suo taccuino.
Una polvere che annebbia i sensi e allontana dal senso della vita.

Splendido il prologo del Monti – traduttore dell’autore in ISBN : accorato, approfondito, fondamentale per gettare le basi della comprensione di questo piccolo, poco convenzionale libro.
Per quanto mi riguarda subisco il fascino di questo autore, lo trovo originale e accattivante, fortemente espressivo nella sua semplice scrittura, gentile.

Non per tutti, ma per chi vuole dedicarsi ad una piacevole sperimentazione.
Alla prossima Richard.

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