Dettagli Recensione
Unità...d'Italia?
Adoro tutta l'opera del principe di Lampedusa.
Triste destino il suo, così avvelenato dalla schiacciante "concorrenza" dei grandissimi scrittori siciliani del suo tempo è passato, come si usa dire,alla storia solo per questo grande affresco storico.
Solo...mi sa di blasfemia.
Il Gattopardo è la svolta epocale di una Civiltà, di un difetto profondo come le radici della Trinacria affette dal morbo del latifondo, di un periodo risorgimentale che ancora oggi viene dibattuto e sottoposto a revisionismo.
Il principe Fabrizio prima ancora di vedere il proprio blasone sopito e schiacciato dai piemontesi farà a tempo, suo malgrado, a constatare come la borghesia riesca a trionfare sul suo polveroso e antico stemma araldico.
La morte che aleggia fino alle ultime mirabili pagine di questo capolavoro è una resa incondizionata a molto, a tutto.
Tancredi, il nipote in cui Fabrizio si rivede, è l'emblema finale e forse spettrale di un mondo al crepuscolo che lascia grande tristezza al lettore.
Per chi non l'ha ancora letto, e lo invidio, segnalo come Tomasi di Lampedusa abbia concepito l'avvento della morte in una maniera sublime, meravigliosa, superba.
Tutto questo romanzo, fortemente siculo, rasenta la perfezione.

Opinione inserita da Jan 31 Dicembre, 2010


























