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Tre stanze per un delitto. Il ritorno di Poirot
 
Tre stanze per un delitto. Il ritorno di Poirot 2015-04-19 14:10:26 Sydbar
Voto medio 
 
1.3
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
1.0
Sydbar Opinione inserita da Sydbar    19 Aprile, 2015
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Autore o protagonista

Leggendo il titolo del libro è impossibile non porsi dei quesiti, inevitabile fare confronti, soprattutto lasciarsi cogliere da una forte curiosità. Il ritorno di Poirot caspita ma la sua creatrice è morta da un bel pezzo e se qualcuno ha letto Ritorno a Styles court l'ultima avventura di Poirot sa benissimo che lo stesso personaggio non ha possibilità di essere protagonista.
Ma ci piace rischiare.
La trama all'inizio stenta a decollare, troppo pesante e si rimarcano troppo i tratti distintivi di Poirot...inopportunamente.
La sequenza degli eventi è descritta nel più classico dei finali con la spiegazione di Poirot, durante la quale tutti ammettono inesorabilmente la verità, mai capitato che gli autori di un delitto non volessero rimanere impuniti ma c'è sempre una prima volta.
Mi chiedo però una cosa che farà riflettere...è più grande la fama di uno scrittore o del protagonista delle sue opere? Attendo commenti, ai posteri l'ardua sentenza.
Buona lettura a tutti.
Il Syd

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no
Consigliato a chi ha letto...
Gialli classici ma di Agatha...
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Commenti

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Interessante quesito.
Penso che ci siano personaggi letterari che sono e rimarranno immortali. Ma il protagonista di un'opera è reso immortale grazie al genio e alla bravura dell'autore che lo ha creato e gli ha donato l'anima, la scintilla che lo ha reso indimenticabile.
Credo che quando l'anima di un protagonista di un'opera viene meno, se la scintilla si spegne, allora c'è il grosso rischio che anche il più amato personaggio diventi un personaggio qualsiasi, presto letto e presto dimenticato.
Purtroppo se si scrive per lucro è sicuramente più facile arricchirsi con le idee altrui piuttosto che produrne delle proprie.
Ritengo che ogni autore ha i suoi personaggi e che uno sia parte integrante dell'altro, l'uno non può essere senza l'altro. Un personaggio con un altro autore diventa un altro personaggio. Ho almeno è quel che penso io. :-)

Dany

Ciao Syd.
Toglimi una curiosità: "Ritorno a Styles Court" è un sottotitolo? Lessi l'ultima avventura di Poirot tempo fa - assolutamente originale la trama del libro e l'uscita di scena dell'investigatore, secondo me - e ricordo che il titolo del volume era "Sipario", ma non so se costituisce l'italianizzazione di un titolo originale che magari è quello dato da te.

Quanto alla tua domanda, a mio parere non c'è una risposta univoca: se leggo Camilleri senza Montalbano mi convinco che un autore può essere più rappresentativo del suo - sia pur famosissimo - personaggio di punta. Tra Agatha Christie e Poirot, invece, il confronto mi sembra meno impari... anche se il libro più bello della giallista inglese resta, a mio parere, orfano di Poirot: parlo di "Dieci piccoli indiani". Poi ci sono autori che mi sembrano aver ceduto l'anima ai propri personaggi: penso a Fred Vargas, ad esempio, che come scrittrice mi appassiona comunque poco...
In risposta ad un precedente commento
Sydbar
21 Aprile, 2015
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@Rollo Tommasi Per quanto riguarda Styles Court è corretto quanto da te citato, il mio Ritorno è stato usato come richiamo al fatto che ce ne è stato un primo rmanzo ed un secondo indicato come "Ritorno" lì dove tutto cominciò. Comunque meglio il primo secondo me. Condivido tutto quanto da te riportato nella seconda parte del commento.
@Dany Condivido quanto riportato da te nell'ultimo commento, ovvero un personaggio con autore differente diviene un altro personaggio.

Forse il personaggio rispecchia una parte della personalità di un autore??? Magari anche personalità nascoste che emergono con la scrittura?
Grazie della risposta. Ho letto anche il primo e ricordo anche io un bellissimo libro: era il primo della serie Poirot dunque la Christie aveva avuto modo di affinarlo particolarmente, ma anche il secondo ha la sua ragion d'essere. Ciao.
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