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Schegge di me
 
Schegge di me 2018-01-06 00:40:39 Rana Tignosa
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
1.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Rana Tignosa Opinione inserita da Rana Tignosa    06 Gennaio, 2018
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Linguaggio ansiogeno ma adatto a un pubblico di ad

Si, lo so che per chi mi segue ed è una fan della serie sarebbe una bestemmia bella e buona vedere che questo acclamato "distopico" ha la stessa valutazione che ho dato a "Uno splendido disastro" e a "Love" ( che comunque adoro) ma davvero non me la sento di dargli di più.
Il motivo principale della mia "svalutazione" risiede nello stile dell'autrice, che non può essere considerato pomposo o arzigogolato, perché in realtà consiste principalmente in frasi stringate che compongono in maniera compulsiva delle metafore isteriche senza senso. No, non è un linguaggio poetico, è un linguaggio da adolescente strafatto di acidi che ascolta "Don't jump" dei Tokyo Hotel e non mi venite a dire che è uno arteficio semantico-lessicale per rendere lo stato di follia mentale della protagonista perché, anche ammesso che la scrittrice avesse programmato questo risultato nel lettore, non regge il fatto che tutto il romanzo si basa su questi deliri e poi fa due descrizioni contate dei paesaggi, dei personaggi etc..
Non penso che la scrittrice sia un'inetta, anzi, credo proprio che sia una gran furbona e che avesse capito bene a quale target di adolescenti sarebbe piaciuto questo romanzo, ha mescolato infatti delle buone premesse, ma si è dimenticata di dare corpo narrativo ai fatti più che ai voli pindarici della protagonista.
La storia è infatti lineare e i personaggi principali sono tre: Juliette è una ragazza con la capacità di emanare un'energia distruttiva che può uccidere le persone al solo tocco di qualsiasi parte del suo tocco; dopo un'adolescenza travagliata e un incidente in cui perde la vita un bambino, viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico per un anno, ma tutto cambia quando le viene assegnato un nuovo compagno di cella, Adam con cui riuscirà a stringere e che fa parte del suo passato. Juliette verrà a contatto anche con Warner, il figlio di uno dei leader della Restaurazione che ha cambiato il mondo e si ritroverà a essere vista come un'arma da usare invece che come un mostro. Quale parte di lei riuscirà ad avere la meglio? Il dolore o la speranza?
Non dico altro per non spoilerarvi niente. Adesso passiamo ai "pregi" del romanzo: la storia di Juliette non è originale perché ovviamente è presa paro paro da uno dei personaggi degli X-men ma il mix è abbastanza allettante, si fondono distopia con problemi di autoaccettazione e ovviamente una sana dose di romance che in questo caso è vitale dato che i primi due elementi sono quasi accennati. Tuttavia, mi sento di consigliare questa lettura a un pubblico molto giovane, dai tredici anni in sù.

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