Divergent Divergent

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    10 Marzo, 2020
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Credo negli atti di coraggio ordinario

“Credo negli atti di coraggio ordinario, nel coraggio che spinge una persona a ergersi in difesa di un’altra.”

In questo mondo, le persone sono divisi in gruppi a seconda del loro carattere e del loro modo di vivere e pensare.
Ci sono i Candidi che incolpano la menzogna per i mali del mondo e perseguono l'onestà.
Gli abneganti incolpano invece l'egoismo, per questo perseguono l'altruismo e sono stati posti al capo del governo.
Gli eruditi, incolpano l'ignoranza e perseguono la saggezza.
I pacifici incolpano la violenza e perseguono la pace.
Infine gli Intrepidi incolpano la vigliaccheria e perseguono il coraggio.

Ognuno vive confinato nei propri quartieri in una casta chiusa ad eccezione di un unico momento, quello della scelta, dove un ragazzo sedicenne può scegliere la fazione a cui appartenere per il resto della vita.
Ma davvero è una scelta facile? C'è davvero un solo unico valore da perseguire per tutta la vita?
Io non ne sarei così sicura.
E non lo è nemmeno Tris che lascia gli abneganti per gli intrepidi.

Questo romanzo mi è molto piaciuto, il mondo creato è ben delineato con le tue forze e le sue fragilità.
All'interno della sede degli Intrepidi la vita non è facile, è violenta e piena di insidie. Mi piace come la scrittrice abbia messo in luce tutte le sfaccettature, fin ad arrivare ad esprimere un pensiero molto netto sul suicidio, che esprime esattamente il mio pensiero sull'argomento.
"Tra gli abneganti non si è mai suicidato nessuno, a memoria d'uomo, ma la posizione della fazione è chiara: il suicidio è un atto di egoismo. Una persona davvero altruista non pensa abbastanza a se stessa da desiderare la morte"

Il mondo di Divergent è intrigante, complicato e per questo molto fragile. In fondo l'umanità non può essere catalogata e rinchiusa in una scatola, non è tutto solo nero o bianco, no? Siamo tutti divergenti.

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faye valentine Opinione inserita da faye valentine    21 Febbraio, 2016
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Cogito ergo sum

Mi piace leggere libri per ragazzi, alternandoli a letture più impegnative, così mi sono imbattuta in Divergent, che sarà pure l'ennesimo romanzo distopico che leggo, ma a me è piaciuto molto, volete sapere perché?
1. I protagonisti. Per quanto lo stile dell'autrice sia semplice e diretto (quanto di più adatto al target di pubblico che si prefigge di raggiungere) ho trovato i protagonisti, nella loro semplicità e nella loro spontaneità, molto realistici e molto vicini all'animo dei potenziali lettori. Tris e Quattro sono sicuramente i personaggi più sfaccettati (diretta conseguenza della loro natura), ma anche i comprimari sono ben delineati nella loro caratteristica dominante: la candida Christina, l'erudito Will, così gli altri.
2. La storia. É avvincente e si legge davvero con estrema facilità. La Roth usa termini semplici, capitoli brevi, perfino il layout invita a macinare pagine su pagine con grande disinvoltura. L'effetto svuota-mente (che io cercavo!) é pertanto assicurato.
3. Ho letto in qualche recensione che sarebbe una scopiazzatura di Hunger Games: non credo proprio. Innanzitutto la Collins con Hunger Games ha imbastito una storia molto più intricata e complessa di quanto abbia letto finora con Divergent. Ho amato molto Hunger Games e sinceramente non trovo molti punti in comune: forse a prima vista l'intreccio narrativo può sembrare somigliante, ma i protagonisti sono molto diversi e Divergent si presenta come libro molto più accessibile e più strettamente per ragazzi, a mio parere.
4. Interessantissima é la parte sulle paure personali che i protagonisti devono affrontare: alcune descrizioni sono davvero ben fatte e inquietanti. E sapete che quel che mi inquieta mi piace.
Insomma, se avete voglia di evadere dalla vostra realtà per tuffarvi nella faziosa Chicago del futuro, accomodatevi e seguite con il cuore in gola le avventure di Tris e Quattro.

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lapis Opinione inserita da lapis    19 Gennaio, 2016
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Io cosa avrei scelto?

Ho passato l’età dei romanzi per ragazzi e “distopico” era un aggettivo a me del tutto sconosciuto. Nonostante le premesse di lettura fossero quindi completamente a sfavore, il libro mi è piaciuto.

Probabilmente, non essendo avvezza al genere, mi ha colpito l’originalità di un mondo parallelo, di giovani alle prese con scelte di ideali e sentimenti semplici, nelle cui dinamiche scorgere le debolezze del nostro presente. L’idea di fondo è quella di una città-stato organizzata in “fazioni”, in cui i cittadini vivono ed esercitano il proprio ruolo sociale in base all’ideale che ritengono cardine per il mantenimento della pace: verità e giustizia, coraggio e difesa, sapere e istruzione, l’armonia dei lavori della terra o l’altruismo necessario al governo del bene comune. A sedici anni ogni ragazzo deve prendere una decisione e consacrarsi al proprio ideale di vita. E già questo mi ha incuriosito: io cosa avrei scelto?

La storia è raccontata dalla giovane Tris, alle prese con la propria scelta e l’inizio del suo percorso di “fazione”, fatto di amicizie, amore, scoperta di sé e regole, da rispettare o da sovvertire. Un inizio difficile, perché la sua mente è diversa, apparentemente “difettosa” nella sua divergenza: è una mente che percepisce che per essere se stessi e per il bene vero si deve cercare un equilibrio tra le tante sfumature di valore perché non esiste buon coraggio senza generosità, sincerità, amore o intelligenza.

E’ un libro semplice, senza velleità stilistiche, ma coinvolgente, sincero e capace di far trattenere il fiato. Destinato ai giovani, agli amanti del genere, ma in fondo a chiunque cerchi una lettura originale, d’azione e di sentimento, e – strano a dirsi considerato l’alto tasso di combattimento presente – curiosamente delicata.

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valepd Opinione inserita da valepd    05 Gennaio, 2016
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Davvero un bel libro!

Ad essere onesta non nutrivo poi così tante speranze per questo libro ma devo ammettere che mi sbagliavo, proprio tanto.
Questo libro è stato un mix di varie cose. Al suo interno c'è amore, forza, coraggio.
Adesso spiego un po' che cosa intendo con questi termini che possono sembrare vaghi.
Amore perchè, come si può intuire, al suo interno viene trattata anche una storia d'amore che a dir la verità non mi ha travolto più di tanto. Diciamo che la storia non era incentrata su quello e quindi è giusto e a me, alla fine, è andata benissimo anche così. Questo non ha influito sul mio giudizio. Nient'affatto.
Il punto centrale della storia è un altro e devo dire che viene argomentato abbastanza bene anche se alcune cose sono ancora in sospeso. Per questo, però, ci sono gli altri due libri 'portanti' di questa serie che, a quanto pare, chiariranno i vari dubbi.
Comunque, come ho già detto, nonostante ci sia qualche dolcezza il tutto non è incentrato sull'amore che però attribuisce un non so che di scorrevole all'insieme. Lo rende molto più 'sciolto'.
Forza perchè per tutto il libro il lettore sarà testimone dei cambiamenti di Beatrice ("Tris") che sono dettati soprattutto dalla forza e dal coraggio. La sua scelta non è stata facile e la strada è tutta in salita e questo si nota così come la forza e la volontà che la ragazza ci mette per riuscire a superare una sfida che poi diventa, praticamente, una sfida personale.
Non credo ci sia bisogno di spiegare 'coraggio' perchè il suo significato è racchiuso nella spiegazione della parola precedente.
Nonostante ora, ripensandoci, io abbia trovato qualche piccolo difettuccio devo ammettere che è stata una lettura veramente piacevole, ho ripensato alla storia per altri giorni dopo aver finito il libro. Ciò fa capire molte cose.
L'unica cosa che vorrei precisare è che ho notato una leggera mancanza di dettagli per quanto riguarda il suo addestramento, cose che mi avrebbero fatto piacere.

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Phoenix25 Opinione inserita da Phoenix25    31 Dicembre, 2015
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DIVERso da ciò che pensavo!

Ho appena finito di leggere l'intera trilogia; ho aspettato volutamente di concludere tutti e 3 i romanzi prima di poter dare un'opinione.
Divergent è in assoluto il libro che maggiormente mi ha rapito. Trovo che l'idea delle fazioni sia fenomenale e non avendo mai letto romanzi del genere, non sono in grado di darvi un termine di paragone. Sicuramente ne leggerò, perchè Divergent mi ha sorpreso positivamente. Ho sempre creduto non sarei mai stata attratta da storie del genere, invece sono stata completamente assorbita da Tris e dalla realtà intorno a lei.
Complice la novità di ogni personaggio e ambiente, ho apprezzato lo stile dell'autrice Intrepido e non troppo Erudito nelle descrizioni, Candido nei sentimenti, assolutamente Pacifico nella scelta del ritmo narrativo e con un cuore Abnegante nei confronti del lettore.
Po' scontata la love-story tra protagonista e Quattro, ma vabbè, non si può mica pretendere tutto! Chi lo sa, magari nella prossima vita mi butterò giù su una rete e incontrerò il mio Intrepido..mi accontento anche di un 3!

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Sofiaa Opinione inserita da Sofiaa    03 Agosto, 2015
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Una piacevole sorpresa

All'inizio Divergent non mi diceva nulla. Ero convinta che fosse l'ennesima saga in stile "Hunger Games" copiata spudoratamente dalla Collins. Le fazioni mi ricordavano i Distretti e l'ambientazione richiamava quella di Capitol City. Ma, con mia grande goia e sollievo, la Roth ha creato un mondo diverso, piacevole e particolare.
La città in cui vive Beatrice Prior, Chicago, è divisa in cinque "gruppi" chiamati fazioni: Abneganti, Candidi, Eruditi, Intrepidi e Pacifici. Ognuna di queste fazioni ha una caratteristica principale che la distingue da tutte le altre. Beatrice fa parte degli Abneganti, famosi per il loro altruismo, ma lei non crede di essere all'altezza di questa fazione, poichè si definisce egoista.
I ragazzi e le ragazze di sedici anni devono affrontare quella che viene chiamata "cerimonia di scelta", a cui saranno presenti tutte le altre fazioni e i ragazzi dovranno scegliere quella a cui unirsi definitivamente. Prima della cerimonia vengono sottoposti ad una specie di test che li aiuta a capire in quale fazione riuscirebbero ad ambientarsi meglio. Per i ragazzi normali la possibilità è una, per Beatrice le possibilità diventano tre. La sua scelta ricade sugli Intrepidi, ma potrebbe anche restare con gli Abneganti o unirsi agli Eruditi.
Per diventare un membro effettivo della nuova fazione deve affrontare una serie di prove e se non vuole diventare un'Esclusa (coloro che non appartengono a nessuna fazione) deve superarle tutte. Durante il periodo di prova, Beatrice incontra Christina, Will e Al, con cui stringe amicizia. Si avvicina piano piano anche a uno dei suoi istruttori, Quattro, con cui avrà una relazione. Quattro capisce che Beatrice è diversa, che ha qualcosa in più degli altri e sa anche che lei deve tenere nascosto il suo segreto. Beatrice è una Divergente e c'è qualcuno molto interessato alla sua Divergenza: Jeanine Matthews. Per arrivare a lei, Jeanine è disposta a tutto e non si fermerà davanti a nulla.
Buona lettura ragazzi!

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Opinione inserita da Matteo    02 Agosto, 2015

Spunti interessanti senza pretese

ALLARME SPOILER!

La storia di "Divergent" presenta molti spunti interessanti e una trama avvincente che coinvolge facilmente. Chi cerca una storia leggera per distrarsi dagli impegni trova in questo libro (e soprattutto nel film) una buona soluzione, ma se vogliamo analizzare l'opera da un punto di vista letterario, ci sono molti aspetti negativi che non si possono sottovalutare.

ASPETTI POSITIVI:
L'idea delle fazioni è davvero una trovata geniale: l'umanità, dopo una non precisata catastrofe, si divide in 5 fazioni e lo scopo di questa divisione è dare il potere agli Abneganti, cioè a coloro che non lo bramano. La rigida divisione in queste 5 categorie è fondamentale per mantenere questo status di potere e per impedire che la brama dei singoli riporti l'umanità nel caos del passato. I divergenti sono una minaccia per il semplice fatto che, avendo qualità fuori dal comune, possono ambire a modificare l'ordine costituito per prendere il potere (qualcuno ha criticato il significato di questo aspetto, ma a mio avviso è ineccepibile). Molto interessante, in questa cornice, è il tentativo da parte degli Eruditi di prendere il potere, tentativo che come molti hanno notato richiama prepotentemente la natura umana che le persone cercano di rinnegare e che fa ripresentare lo spettro della guerra nel mondo. Tutto ciò, pur non essendo inserito in un contesto preciso, risulta abbastanza credibile e originale. Non è male anche il percorso di formazione della protagonista, benché non ci sia niente di nuovo in questo.

ASPETTI NEGATIVI
1. La scelta del nome "Quattro" secondo me è pessima, oltre che incoerente: anzitutto nessuno chiamerebbe mai se stesso con il numero delle proprie paure, è una cosa ridicola anche per un pubblico di 16enni; e poi lui non può conoscere con certezza le sue paure prima di entrare nella seconda fase dell'addestramento, dunque se il nome lo sceglie all'inizio qualcosa non torna.

2. Che si viva in un futuro indefinito è chiaro fin dall'inizio, e posso anche accettare che ci siano tecnologie abbastanza avanzate, ma alcune cose rasentano la magia (ad esempio il fatto che le persone possano vedere nella mente altrui). Ma la cosa peggiore è l'incoerenza del siero usato per assoggettare i soldati: se si tratta dello stesso siero usato nelle simulazioni, com'è possibile che produca effetti come l'obbedienza incondizionata? Questa cosa andava senz'altro motivata meglio.

3. Il quasi totale lieto fine lascia l'amaro in bocca. Dare una conclusione tristemente realistica al romanzo, con la realizzazione dell'intento degli Eruditi e con l'esclusione o la fuga dei divergenti avrebbe dato maggior spessore all'opera. Sarebbe stata un'acuta analisi della realtà, cioè del fatto che la società e l'ordine costituito spesso annichilano il volere dei singoli individui, costringendoli magari ad adeguarsi (come ci ha insegnato l'immenso Orwell). Il lieto fine invece risultava scontato fin dai primi momenti della storia; ma capisco che il pubblico a cui il romanzo è destinato richieda questo tipo di epilogo.

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Cherchez la Famme Opinione inserita da Cherchez la Famme    20 Gennaio, 2015
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originale e riflessivo senza essere pretenzioso

Dopo aver visto il primo film è arrivata anche la voglia di leggere il libro. Il genere mi piace, nonostante sia decisamente destinato più agli adolescenti.
Premetto che ho letto solo il primo volume e che mi riservo il diritto di cambiare le mie opinioni in seguito, rischio che con le saghe esiste eccome - con questa forse più che con altre -.
Parto subito col dire che Divergent mi è piaciuto e che ho divorato il libro in due giorni, sebbene questo non significhi che non ne abbia notato i difetti.

Sin dalla prima pagina veniamo catapultati in questa distopia, un futuro prossimo non ben definito in cui l'umanità, presumibilmente in seguito ad un qualche guerra mondiale, si è rifiugiata all'interno di una recinzione e divisa in 5 fazioni, che individuano altrettanti tipi di personalità:
- gli Abneganti, che si prodigano per il prossimo e praticano il sacrificio di sè
- gli Intrepidi, che affrontano e sconfiggono le loro paure allo scopo di difendere la città
- i Pacifisti, che coltivano la terra
- i Candidi, che vedono nella Verità l'unica via di uscita dai mali del mondo
- gli Eurditi, che perseguono la conoscenza in ogni campo

Per prima cosa, devo dire che, sebbene poco realistica, questa netta divisione tra persone che credono in diversi valori e che per essi lottano (nonostante lo scopo fosse inizialmente quello di debellare la guerra) credo sia una trovata non da poco, per quanto schematica. Non nuovissima, certo, ma almeno la Roth si è data la pena di reinventarla. Basta riflettere per qualche istante per capire quanto le fazioni della Roth siano plausibili anche nell'ottica dell'odierna società -e non solo all'interno della distopia-, per individuare gli ispiratori delle fazioni. E, infondo, la "fantascienza" non è altro che questo, un'esasperazione, un'estremizzazione di ciò che già esiste.

Nonostante partano da due diversi presupposti, capisco bene perchè si associ la saga di Divergent a quella di Hunger Games.
Però non basta pensare a questa associazione solo in virtù della distopia YA.
Le due saghe hanno la stessa atmosfera, trasmettono la medesima sensazione di vivere una vita le cui regole sono dettate da altri. E' vero, Tris può scegliere la fazione in cui vivere mentre i tributi non hanno la minima voce in capitolo circa il loro destino di andare al macello. E' tuttavia, anche quella di Tris, una scelta pre-ordinata, obbligata, tant è che per persone come lei, per cui non è possibile individuare la specifica fazione, ipoteticamente non c'è altra via se non quella di essere Esclusi dalla società, in quanto personalità non conforme ai dettami pre-stabiliti.
Roth e Collins, però, partono da due presupposti diversi: la prima dalla guerra, la seconda dal disastro naturale -che, seppellendo gran parte delle terre emerse, ha causato il sorgere di una dittatura istituita originariamente allo scopo di gestire meglio e più rigorosamente le risorse (ed è per questo che ad ogni Distretto è associata una specifica produzione).
Parimenti, due dei mali che oggi ci affliggono e per cui spesso temiamo la fine del mondo che conosciamo.

Apparte i presupposti e il genere assolutamente affine, i parallelismi tra le due saghe qui s'interrompono e si ricongiungono solo nel messaggio finale. La trama, e le due protagoniste soprattutto, sono completamente diverse.

Quello che ci viene raccontato, al di là dell'ambientazione della storia, è ciò che ognuno di noi ha vissuto a sedici anni, quel conoscere sè stessi al di fuori del nucleo familiare, quel prendere coscienza della propria indole e del proprio carattere, mano a mano che si cresce e che ci si confronta con la vita e con gli altri. E' questo che fa Tris, della quale viene descritto il percorso in modo semplice ma essenziale.
Tris sta crescendo e con lei cresce l'insofferenza a regole che non si conformano alla propria natura, le regole degli Abneganti; al contempo, si sente in colpa, stentando a lasciar andare il freno per non arrecare dispiacere ai propri genitori. Già consapevole, anche se in bilico tra vari sentimenti, di questa sua diversità, Tris decide di tentare l'ingresso nella fazione degli Intrepidi. Essendo cresciuta in un ambiente sterile, votato all'atruismo e da cui è bandita qualsiasi forma di vanità, da quella più semplice (guardarsi allo specchio, avere vestiti differenti) a quella più complessa (l'amor proprio), si può ben capire per quale motivo passi i giorni prima della fatitica scelta ad ammirare gli Intrepidi, che corrono, ridono e non sottostanno alle sue stesse regole. Dunque, quando il giorno della scelta è vicino, e il test attitudinale si verifica inconcludente, bollandola come Divergente, la sua scelta cade sulla vita che da sempre, intimamente, desidera per sè.
La vita che la aspetta, una volta varcata la soglia del mondo adulto - soglia da identificarsi con la scelta compiuta -, è più dura di quanto si aspettasse. Ci sono prove da superare e persone la cui cattiveria non si è annullata grazie al sistema delle fazioni, in soldoni fallimentare in quanto fondato dagli uomini e, dunque, già in partenza intrinsecamente nullo.
Mentre seguiamo lo sviluppo della stroria e la crescita di Tris, lo sbocciare dell'intrigo politico che ha per protagonista Jeanine, una Erudita con smanie di potere, ci racconta come l'ambizione e l'avarizia di certuni individui a scapito di altri portino comunque al conflitto e alla distruzione.
E' la natura umana il problema; cambiano i mezzi, le società si evolvono, eppure la storia -passata, presente e (nel caso del libro) futura- ci appare come un eterno ritorno senza speranza di redenzione.

E' questa la morale, affidata alle parole della mamma di Tris, nell'ultimo atto:
"Gli esseri umani non riescono ad essere buoni per molto tempo, senza che il male si insinui di nuovo tra loro e li riavveleni."

Suggeriva questo anche il finale di Hunger Games, in cui colei che aveva capeggiato la rivoluzione facendola sbocciare pian piano dal Distretto 13, una volta sul "trono" chiedeva il ristabilimento dei giochi per vendetta.
Come dicevo, l'idea alla base del romanzo c'è e va elogiata.

Dei difetti, o meglio, delle cose che non mi sono piaciute troppo, ci sono.
Lo stile della scrittura è scarno ed estremamente semplice, forse proprio perchè l'opera è destinata ad un pubblico giovane. Frasi molto brevi, un vocabolario di 50 parole sì e no. Insomma, non so se sia colpa della traduzione, ma stento a crederlo, dato che i traduttori sono tenuti ad attenersi allo stile originario il più possibile.

Altra nota dolente è la storia tra Tris e Quattro. Sono lieta che la Roth non tenda a focalizzarsi troppo su questo punto. E' pur vero, comunque, che le scene dedicate ai due sono estremamente melense, a tratti sinceramente poco credibili.
Tris è una protagonista che mi piace. Si presenta come impacciata e insicura, repressa nella sua fazione d'origine; passo dopo passo si scopre incredibilmente forte, intelligente, capace, persino attraente. Non si vergogna di queste scoperte e il racconto non è infiocchettato con false modestie e fronzoli di sorta. Mi sarebbe piaciuto, per una volta, che la protagonista femminile dominasse la scena senza l'inevitabile supporto dell'ennesima storia d'amore, sbocciata troppo presto e senza un minimo di suspance, solo per strizzare l'occhio alle ragazzine.
Smettiamola d'insegnare alle adolescenti a sentirsi incomplete senza il figone di turno.
In seconda istanza, avrei gradito maggiori particolari circa i precedenti della storia e, soprattutto, circa il lavoro degli intrepidi alla recinzione. L'unica frase in merito è affidata ai pensieri di Tris che osservando un camion di Pacifici attraversare le porte per dirigersi verso le fattorie, situate al di fuori della città, nota un Intrepido richiudere a chiave il passaggio, dall'esterno.
"Sembra che vogliano tenere noi dentro, invece che difenderci da ciò che c'è fuori".
Mi aspetto, comunque, che questi aspetti siano approfonditi nei successivi volumi.

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Christy Unbuonlibro Opinione inserita da Christy Unbuonlibro    05 Dicembre, 2014
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Grande originalità

Dire che questo libro mi è piaciuto è poco, l'ho amato dalla prima all'ultima pagina, mi è entrato dentro e credo che difficilmente troverò un libro dello stesso genere che lo sostituirà. Quando ho iniziato la lettura non mi aspettavo nulla di tutto questo, mi aspettavo la solita distopia per ragazzi, invece mi sono dovuta ricredere.
Divergent è uno di quei libri che leggi tutto d'un fiato che non finisce mai di stupirti e di farti stare in ansia per i protagonisti. Scrivere e farvi capire quello che mi ha trasmesso è difficile, ma ci proverò.
L'intera storia si svolge nella città di Chicago, che non ha nulla a che vedere con quella reale, essa infatti è suddivisa in cinque fazioni. Gli abitanti possono decidere al loro sedicesimo anno d'età a quale di essa appartenere: Eruditi, Intrepidi, Pacifici, Candidi o Abneganti, ognuna dedita ad un valore.
Beatrice è la protagonista della nostra storia, fa parte degli Abneganti e per questo è costretta a vestiti semplici, capelli raccolti, mai guardarsi allo specchio,... perché bisogna dedicarsi completamente agli altri, rifiutando la vanità. Vive con la sua famiglia, seguendo questi valori fin da piccola. Ma adesso è arrivata l'ora di scegliere, ha compiuto da poco sedici anni e il giorno della scelta si avvicina.
Prima della scelta ogni ragazzo deve fare un test che gli indicherà a quale fazione è predisposto, ma poi potrà scegliere se seguire o meno il consiglio.
Questo è quello che dovrebbe avvenire, ma al momento del test di Beatrice qualcosa non funziona, scopre così di essere una divergente: il suo animo è predisposto a tutte e cinque le fazioni. La protagonista non sa cosa comporti questo ma fin da subito viene avvisata di non rivelare mai a nessuno la sua vera natura. Beatrice sa che essere divergente è qualcosa di molto pericoloso, ma non sa bene da chi venga la minaccia.
Il giorno della scelta, Beatrice sa già di voler cambiare fazione, perché ha bisogno di sentirti libera!
Non vi rivelo altro perché ho davvero voglia di farvi leggere il libro, quindi preferisco lasciarvi la curiosità!
La storia raccontata da Veronica Roth è qualcosa di nuovo, di originale, mentre leggevo il libro dentro di me dicevo: finalmente qualcosa di nuovo!! Perché sono certa che il lettore è stanco di sentire sempre le solite storie, quindi se avete voglia di cambiare dovete per forza leggere questo libro!
Divergent è un libro speciale, perché è riuscito davvero a trasmettermi tante emozioni, una dietro l'altra, ogni tanto mi ritrovato con un sorriso ebete in faccia, altre volte sapeva farmi rattristire e farmi provare una sensazione di sconfitta.
La scrittrice con le sue continue descrizioni minuziose mi ha fatto capire ogni minima cosa, come se conoscessi quel mondo da sempre. E in libri del genere, le descrizioni sono molto importanti per aiutare e stimolare la mente del lettore.
Riuscirete ad amare ogni aspetto del libro, perché è davvero perfetto! Ogni personaggio è ben costruito e ben strutturato, li conosceremo pian piano. Ciò aiuta a ricordarsi di loro, nonostante non siano i protagonisti.
Ancora, la Roth ha un modo di scrivere molto leggero e semplice, ma mai banale. Mostra una certa maturità che manca a molti scrittori, nonostante si rivolga ad un pubblico di adolescenti.
Un'altra cosa che ho apprezzato molto è il fatto di lasciare un po' da parte la storia d'amore e parlarne maggiormente alla fine, questo ha favorito il mio apprezzamento per il loro amore, perché non è mai diventato noioso e troppo zuccheroso come spesso capita in tanti altri libri.
Insomma, penso di aver detto tutto e spero di avervi convinti a leggerlo. Io credo che questo libro piaccia a tutti e che davvero in pochi saranno quelli a darne un giudizio negativo.
Mi sento davvero di dovervi consigliare questo libro, perché perdete tanto a non leggerlo!

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Vanellope Von Schweetz Opinione inserita da Vanellope Von Schweetz    15 Settembre, 2014
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Sopravvalutato

Mi sono avvicinata alla trilogia con curiosità, ben disposta, consapevole di non avere tra le mani un'opera da premio Pulitzer, ma speranzosa che non fosse la super cazzola che invece ho letto...
A favore di questo primo libro devo ammettere che si lascia in qualche modo leggere. L'ho trovato a tratti noioso ma ha parti anche spassose. Insomma, meno peggio di quello che lo segue.
Come era già successo con i vampiri di Stepheny Meyer che avevano generato una serie infinita di cloni, così ora, dopo il successo della saga di "Hunger Games", sembra che ogni serie o saga, chiamatela come volete, debba per forza essere ambientata in un futuro distopico, ovvero in un mondo alternativo, cupo, dominato dalla forza bruta e dal potere di pochi crudeli despoti.
In questo caso il futuro che ci viene presentato è una Chigago post-apocalittica che non viene mai chiamata col suo nome ma che si evince solo da alcuni indizi, in particolare dagli edifici che vengono descritti; un esempio su tutti è l'Hancock Building, protagonista del capitolo in cui la protagonista si cimenta nella "zip-line", sorta di "giostra" che prevede la discesa da un grattacielo appesi ad un cavo d'acciaio.
Una città che una volta si affacciava su un fiume che ora è solo una palude, e dove la maggior parte degli edifici è in rovina dopo una probabile terribile guerra, ma anche questo possiamo solo ipotizzarlo perché nulla viene spiegato con chiarezza.
In questa città, per preservare la pace, gli uomini hanno deciso di dividersi in Fazioni a seconda dell'elemento predominante nel proprio carattere: ci sono così gli Abneganti (gli altruisti che governano la città), gli Intrepidi (i coraggiosi che la difendono), gli Eruditi (coloro che sono dediti allo studio e alla conoscenza), i Candidi (coloro che non mentono mai) e i Pacifici (coloro che ripudiano la violenza in ogni forma). Tutti coloro che non rientrano in una fazione, le persone normali, le definirei io, sono degli Esclusi, dei relitti umani senza cibo e senza casa costretti a mendicare e a vivere di stenti.
Insomma, non certo un bel mondo nel quale vivere...
Questa è lo scenario nel quale agisce la protagonista Beatrice, "Tris" (nome ovviamente cretino perché se non ha un nome del genere non può essere la protagonista di uno YA), che ha sedici anni, è nata nella fazione degli abneganti ma ora deve scegliere a quale fazione essere iniziata. Ella, durante il test che le indica qual è la sua inclinazione, scopre di essere una Divergente, ovvero di essere... una persona normale, in quanto nel suo animo ha un po' di caratteristiche di abneganti, intrepidi, eruditi… detta più semplicemente, è altruista, coraggiosa e le piace scoprire nuove cose... Caratteristiche pericolosissime, vero? Bè, essere divergente è pericoloso per la sua incolumità e quella degli altri, almeno così le viene detto, quindi le viene consigliato di non rivelare a nessuno questa sua peculiarità, che sarebbe poi la normalità... ma vabbè… non stiamo troppo a sottilizzare e andiamo avanti.
Dopo aver scelto di essere iniziata alla fazione degli Intrepidi, affascinata dal vederli ogni giorno saltare dai treni in corsa mentre si reca a scuola (sic! sì, perché questi storditi di Intrepidi non scendono o salgono normalmente dai treni, ma ci si gettano fuori o dentro mentre sono in corsa… soprassediamo...), dovrà ovviamente affrontare diverse prove di coraggio, le proprie paure, numerosi nemici, la nostalgia per i propri cari, oltre a venir coinvolta in un complotto che vuole rovesciare l'ordine attuale. Ovviamente incontrerà l'amore della sua vita, Tobias "Quattro"(altro soprannome cretino che non vuol dire proprio niente!), il suo istruttore, perché altrimenti che YA sarebbe senza la dozzinale storia d'amore tra il bellone e la bruttona?

Il romanzo si lascia leggere in qualche modo, una classica lettura d'evasione senza pensieri, però devo ammettere che dopo Hunger Games che mi aveva tanto appassionato, questo nuovo fenomeno con tanto di pellicola al seguito mi ha decisamente deluso.
Lo spunto narrativo delle fazioni è sicuramente interessante ma la buona idea viene un po' buttata via per mancanza di particolari. Per esempio, non viene spiegato se la divisione in fazione riguarda solo Chicago o anche altre città, non si sa cosa sia accaduto al governo degli Stati uniti e al resto del mondo, quale sia il loro assetto politico.
Lo stile spesso è approssimativo (solo per fare un esempio: in un passaggio la madre urla a Tris "Tu sei mia figlia. Non me ne frega niente delle fazioni." Frase non proprio forbita che proprio non si addice ad una madre e alla situazione e che mi ha fatto tanto ridere!!!! )
I personaggi, soprattutto quelli secondari, hanno poco o nulla spessore, quasi soltanto delle figurine di contorno, dei nomi che si accavallano uno all'altro senza che il lettore sia capace di distinguerli. I buoni sono solo buoni, i cattivi sono cattivi senza possibilità di redenzione. Non ci sono sfumature nei caratteri, nessun tentativo di renderli più interessanti, di creare un "mondo" intorno a loro.
Anche la storia d'amore sembra seguire canali già visti e sentiti, il bellone buono, perfetto, sensibile, inesperto sotto la sua corazza di duro, si innamora della protagonista che, come da moda dilagante, è bruttina, impacciata o almeno si definisce in questo modo.
Il difetto più grande credo che risieda poi nell'intreccio che, a mio avviso, decolla solo quando il libro è quasi verso la conclusione. Per più di 200 pagine assistiamo all'addestramento di Tris per diventare un'Intrepida, senza capire perché il suo essere Divergente sia così pericoloso.
Capisco che la necessità di scrivere gli altri due libri della saga dandole un degno (?) finale spinga l'autrice ad allungare un po' il brodo, peccato che tutta la storia ne risenta mancando di un vero centro e concentrandosi alla fin fine solo sul rapporto romantico tra Tris e Quattro (ma si può chiamare i due protagonisti in un modo tanto stupido???)

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Opinione inserita da Matteo    14 Agosto, 2014

Un libro Fantastico

Ho letto da poco questo libro, e devo dire che le mie aspettative erano molto basse, poichè mi aspettavo una pessima scopiazzatura di Hunger Games. Già dopo poche pagine, ho cambiato subito idea; ho trovato personaggi migliori di Hunger Games e una trama decisamente più articolata. Il punto di forza del romanzo è sicuramente il modo in cui è scritto; infatti, pur non essendo la trama eccezionalmente complessa, è scritto talmente bene che rende le pagine incredibilmente scorrevoli. Non si riesce più a smettere di leggere! Un altro punto di forza (rispetto ad Hunger Games), è costituito dai rapporti fra i personaggi. Se in hunger games la protagonista n on aveva amici, era fredda di carattere ed era diffidente verso tutti (il tutto eccessivamente deprimente), qui abbiamo una ragazza sedicenne molto più comune, che va a scuola e si fa degli amici con cui essere se stessa, giocare, scherzare ma anche essere seria.

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Hunger Games
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Martiii08 Opinione inserita da Martiii08    13 Agosto, 2014
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Un YA fuori dagli schemi

Dopo essere stati abituati a finti YA distopici, Veronica Roth ci accompagna in un mondo e in una dimensione del tutto nuovi. In una Chicago distrutta dalla guerra e dalle innumerevoli razzie della popolazione, cinque sono le fazioni che la popolano: Eruditi, Abneganti, Intrepidi, Candidi e Pacifici. Ognuna di queste fazioni rappresenta una classe, uno stile di vita e una mentalità del tutto diversi tra loro: gli Eruditi simboleggiano l'intelligenza e la propensione alla conoscenza, i Candidi la verità e quindi l'astio nei confronti della menzogna, i Pacifici rinnegano la guerra e i conflitti, gli Intrepidi stimolano al coraggio e alla sconfitta di ogni paura. E' invece dagli Abneganti che proviene Beatrice Prior, altruisti e pronti a tutto pur di difendere il prossimo: ma nonostante questa provenienza dovuta a ragioni di sangue, la ragazza deve sostenere un test attitudinale che la indirizzerà nella fazione che più le si addice. Ma chi è veramente Beatrice? Quali sono le sue aspirazioni? E quale parte di sè verrà meglio fuori durante il test? Questo libro, da me largamente apprezzato, risulta diverso rispetto ai romanzetti fantasy degli ultimi tempi: Beatrice non è la donzella in pericolo che deve essere salvata, non c'è nessun eroe o coprotagonista perfetto dagli occhi smeraldo e dai muscoli sporgenti..è una ragazza come potrebbero essere tante, una sedicenne dalle passioni qualunque. L'amore che viene narrato nel romanzo è un amore semplice e privo di sdolcinatezza: le persone sono reali, non hanno solo pregi poiché considerate buone. Sono vittime della spregiudicatezza e del gioco di cui fanno parte: vincere è l'unico obiettivo che ogni iniziato si pone; ad ogni perdita segue un'esclusione dal gruppo, e per ogni membro della comunità varrebbe la pena morire piuttosto di dover partecipare a tale evento. E' un libro che consiglio caldamente, si legge in un fiato.

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fede.book21 Opinione inserita da fede.book21    05 Mag, 2014
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Un libro leggero ma da divorare

Copia di Hunger Games ? Assolutamente NO !
Sicuramente potranno trovarsi sullo stesso scaffale e chi ha letto uno dei due , dopo leggerà anche l'altro.
Ma non li definirei nemmeno simili. Premesso che ho amato Hunger Games, devo dire che non mi aspettavo di amare anche questo, sentendolo definire da molti una copia e roba già sentita.
E' stata una lettura davvero piacevole e scorrevole, naturalmente essendo una lettura che parte per ragazzi, non poteva essere altrimenti, ma la trama mi è risultata nuova e interessante.
Una storia che si regge benissimo in piedi, per quanto futuristica e fantascientifica, che spiega tutto e segue un filo logico alla portata di tutti.
Racchiude anche una storia d'amore diversa dal solito, priva di forzature e molto più vicina alla nostra realtà, che non ci guasta in mezzo a tante storie d'amore un po troppo romanzate e alle volte scontate.
Ne consiglio la lettura sopratutto a chi ha intenzione di vedere il film, perché quest'ultimo come al solito è un po tirato via e senza il libro molte parti non si capiscono e di conseguenza non si può apprezzare la storia.

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Hunger Games di Suzanne Collins

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Opinione inserita da Nilo    03 Mag, 2014

Quattro

Capolavoro mancato per un soffio, direi: un vero peccato. La prima sensazione sgradevole quando ho comprato il libro nella sezione "libri per ragazzi", si è riaffermata durante la lettura. Il libro è scritto senza alcun talento, ed è fin troppo chiaro che lo scopo di ciò fosse creare una lettura semplice e comprensibile a tutti (ma proprio tutti). Curare quest'aspetto avrebbe sicuramente donato al libro, e se un qualche milione di ignoranti non l'avessero letto perché troppo difficile, non sarebbe certo stata una grande perdita (in termini economici forse sì pero).
La storia ribalta tutto il mio voto. Dopo aver letto mille volte "brutta copia di hunger games" e viceversa ho deciso di dire la mia. La somiglianza c'è. Probabile che l'autrice si sia anche ispirata, ma le somiglianze non vanno oltre il contesto della storia. Dirò di più: almeno in Divergent non ci sono assurdità, quali un'arena in cui dei ragazzi si scannano come gladiatori e i soliti due machi che si contendono la fatalona, ecc. I dejavu ci sono e accompagnano per buona parte della lettura, sempre che la tensione e il ritmo incalzante permettano di accorgersene. Tuttavia valuto Divergent più in alto di Hunger Games.
Sin da subito m'è parso chiaro cosa rendeva la trama così accattivante: il personaggio di Quattro (nome azzeccato), e la sua relazione timida, e in fondo sana con Tris. Dico sana perché di questi tempi nei romanzi ci sono delle brutte tendenze. Il personaggio è creato e animato magnificamente: il perno che fa girare la storia. Conquista il lettore dalla sua prima apparizione.
Infine il mio ultimo criterio di valutazione: il lato fantascientifico. A parte le solite invasioni di alieni, che non si contano, in ogni romanzo fantascientifico valuto la "profeticità" della storia, che traccia un possibile futuro per la nostra società. In questo Divergent mi pare all'avanguardia. Eccetto lo scenario post-apocalittico (che non se ne può più), per il resto tocca aspetti a noi vicini, se non attuali, quali il controllo mentale (si, sono una Cassandra) e l'annullamento dell'individualità.
In complesso un bel libro. Peccato solo che sia scritto in stile molto mediocre.

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Fantascienza sociale
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    24 Aprile, 2014
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Sorprese e regali inaspettati.

Coinvolgente e ben calibrato. Una scrittura chiara, diretta e appassionante.
Il romanzo scorre velocemente, le trame si intrecciano e una pagina tira l'altra. Si resta col fiato sospeso dall'inizio alla fine, desiderosi di scoprire quali saranno le sorti per i protagonisti principali e non.
Delicata anche la relazione amorosa che si sviluppa "un passo alla volta" e nel giusto modo: non è la classica storia d’amore smelensa, tutt'altro, è ben calibrata e si snoda rispettando l'innocenza intrinseca della fazione d'appartenenza dei due protagonisti. Per una volta i sentimenti prevalgono sulla materialità. Non è minimamente forzata, rappresenta quel tassello necessario a rendere il romanzo ancora più “succoso” ed intrigante.
Ben costruiti i personaggi di Quattro e Tris. Affascinante la dimensione creata dall’autrice e l’idea della distinzione in fazioni.
Un romanzo per tutte le età, capace di risvegliare sentimenti ed emozioni anche in chi ha “qualche anno in più”.
Molti tendono a paragonare la trilogia di Divergent alla serie degli Hunger Games, personalmente avendoli letti entrambi, non concordo poiché, pur presentando delle analogie, sostanziali sono le diversità alla radice. E comunque quasi tutte le ultime uscite si rifanno ad opere del passato ben più note e che hanno fatto la storia del filone letterario.

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A chi ha letto la trilogia degli Hunger Games ma anche a chi ha voglia di distrarsi con una lettura coinvolgente basata su un'idea originale.
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noemi.musica Opinione inserita da noemi.musica    14 Aprile, 2014
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Fantascienza affascinante

Ho preso in mano questo libro un po' a causa della curiosità. Ne avevo sentito parlare come "brutta copia" del primo Hunger Games ma devo dire che si sbagliavano. Questo libro mi ha stupita e appassionata! La storia è realistica, i personaggi sono ben definiti e sembra quasi di vederli nella realtà. La storia di amore è reale, stuzzicante e non pesante. Anche questa realistica. Ho apprezzato l'idea dell'autrice. L'idea delle fazioni è davvero brillante per un romanzo e riprende una cosa insita della natura umana: tendere a "dividere" e "discriminare" gli altri essere umani, in base ad una caratteristica fisica, una razza o simili. L'unica cosa è che ho trovato un po' limitata l'ambientazione. A parte questo, è il libro della trilogia che mi è piaciuto di più! Leggetelo, ne vale la pena.

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Libri di fantascienza leggera tipo Hunger Games
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resme94 Opinione inserita da resme94    13 Aprile, 2014
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E tu,in cosa credi?

Vorrei trovare le parole per spiegare cosa ho provato leggendo questo libro.
Sembra assurdo visto che un libro è fatto di parole. A parte le mie menate mentali (scusate il linguaggio poco letterario,ma cavolo ho 19 anni,se non lo dico adesso quando lo faccio più?),spero di riuscirci al meglio.


«Decine di anni fa i nostri antenati capirono che le guerre
non erano dovute a ideologie politiche, fedi religiose, divisioni di
razza o nazionalismi. Scoprirono che l’origine stava nella natura
dell’uomo, nella sua inclinazione al male, in qualunque sua forma.
Così si divisero in fazioni, per cercare di sradicare quei comportamenti
che pensavano fossero la causa del disordine nel mondo.»

La protagonista è Beatrice Prior,nata e cresciuta,in questo mondo diviso in 5 fazioni.
Raggiunti i sedici anni,i ragazzi vengono sottoposti ad un test per scoprire la loro natura e vedere a quale fazione sono inclini.
Ma la scelta appartiene sempre ai singoli individui.
Da quel giorno,la vita di Beatrice si trasforma rapidamente. Senza saperlo,compie azioni che la porteranno a qualcosa di più grande di lei.
Il motivo?Lei è inclassificabile,lei è una divergente. Dovrà scoprire cosa significa e cosa comporta.

Ora voi vi starete chiedendo "perché dovrei leggere un libro così?"
Ve ne darò 5,di motivi.

1 Beatrice non è la solita sfigata piagnucolosa che all'improvviso diventa una fantastica super eroina.
Lei è una ragazza consapevole del suo aspetto. Sa di essere carina,ma troppo bassa per essere notata. E' intelligente e nonostante il suo corpo esile,non si lascia scoraggiare e si impegna in qualsiasi cosa.
E' determinata,sarcastica e fa scelte oltre la normale comprensione umana.

2 La scrittrice,Veronica Roth,racconta la storia dal punto di vista di un'adolescente,ma non è la solita storia "o mio dio,non posso credere che la vita faccia così schifo." e altre paranoie simili.
Riesce a farti entrare in un mondo ragionevolmente assurdo. Scava nei meandri della natura umana e ne descrive le numerose facce. Fa tutto questo utilizzando un linguaggio semplice e diretto.

3 Questo oltre ad essere un romanzo dispotico-d'avventura-fantastico,è anche ,secondo me,un thriller. Quindi non ci sarà d'annoiarsi.

4 le persone avide di potere, quando lo ottengono,
vivono poi nel terrore di perderlo. Ecco perché il potere va dato a
chi non lo cerca.

Lo guardo, non posso farne a meno. Per me c’è una bella differenza
tra non avere paura e agire nonostante la paura, come fa lui.


A volte lo guardo, e davanti a me c’è semplicemente un altro essere
umano; a volte, invece, provo come un desiderio ardente che
mi prende allo stomaco.

«La paura non ti paralizza, ti accende. L’ho visto. È affascinante.
» Mi lascia andare ma non si scosta, la sua mano mi sfiora il
mento, il collo. «A volte vorrei solo… rivederlo. Vedere come ti
accendi.»


Mio padre dice – diceva – sempre che sacrificarsi per gli altri è
un atto di potere.

Queste sono alcune delle frasi che mi sono piaciute.

5 Non so più cos'altro dirvi,se non vi ho incuriosito almeno un poco,amen,non posso farci niente. Una cosa però la so.
So che per molti questo libro potrà non essere granché,che non lo ameranno come l'ho amato io( e sto amando anche il resto della trilogia. Ah,non ve l'ho detto?E' una trilogia).
Ma sono sicura che altri lo apriranno per curiosità e con una bella dose di pregiudizio,come ho fatto io stessa,e lo leggeranno tutto d'un fiato. Se volete essere sicuri che non appartene all'ultimo gruppo,leggetelo,il mondo è pieno di libri.

Vi lascio con la frase che mi ha colpita di più,che oltre ad essere la mia preferita,è diventata una rappresentante dei miei ideali.
Buona Lettura!!


Credo negli atti di coraggio ordinario,
nel coraggio che spinge una persona a ergersi in difesa
di un’altra.

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Io lo consiglio a chi ha letto Hunger Games,a parte che sono entrambi dispotici e altri piccoli particolari,sono due trilogie diverse e io amo entrambe. E anche a chi ha letto la saga di Matched di Ally Condie.
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Opinione inserita da Salvatore    12 Aprile, 2014

Bella copia di hunger games

Prima di iniziare a leggere Divergent mi sono documentato molto sui vari blog. Volevo leggerlo anche se non mi aspettavo molto da questo libro. Tutti lo paragonano ad hunger games. Io non ho trovato molte somiglianze con la trilogia di Suzanne Collins. In Hunger Games la storia è carina, ma Katniss la metà del tempo non sa quello che fa. Beatrice Prior è una persona che prima di compiere ogni azione ragiona, ma a volte reagisce anche di istinto (una delle caratteristiche degli intrepidi). La cosa che mi piace di questo libro è che non c'è lo stupido triangolo amoroso presente, ormai, in quasi tutte le opere del genere. Il libro è scivolato via, l'ho letto in due giorni e il secondo libro mi è piaciuto anche piùdel primo. Lo consiglio a chiunque adori il genere.

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Angelica Elisa Moranelli Opinione inserita da Angelica Elisa Moranelli    03 Aprile, 2014
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Brutta copia di Hunger Games

//ATTENZIONE SPOILER//

Lo so, devo smetterla con l’approccio al genere letterario bimbominkia visto che ho superato l’età da tempo, ma se non lo facessi ogni tanto, come potrei scrivere le mie fantastiche, meravigliose, appassionate recensioni negative?

Divergent di Veronica Roth è classificato nel genere distopico per adolescenti, ma sarebbe più giusto spostarlo nel genere “romanzo d’amore per adolescenti”. La distopia, infatti, è solo una scusa per raccontarci i primi turbamenti sessuali della sedicenne protagonista Beatrice detta Tris: trentanove capitoli di sguardi, carezze fugaci, baci sfiorati, baci appassionati e infine pippe mentali (il tipico crescendo degli sh?jo manga), alla quale l’autrice appiccica pezzi di fantapolitica, qualche combattimento, un po’ di sangue.

Partiamo dal primo punto: Divergent è un Hunger Games all’acqua di rose (n.b. la trilogia della Collins mi è piaciuta, nonostante i moltissimi e macroscopici difetti, soprattutto presenti nel secondo volume). Non ci sono tributi che si ammazzano tra di loro in un reality, ma ci sono degli “iniziati” che devono conquistare i dieci posti disponibili per entrare a far parte di una delle fazioni in cui la società è divisa, se non vogliono finire a vivere sotto i ponti come barboni (gli Esclusi).

Passo alla trama, così riesco a spiegare meglio il tutto: L’Umanità non è più in guerra: la pace è stata finalmente conquistata dividendo la popolazione in fazioni, ognuna delle quali svolge un preciso ruolo nella società.

I Candidi dicono sempre la verità, non hanno filtri e fanno solo figure di merda (sono anche un po’ cafoni), ma vengono sopportati perché in fondo la loro poca diplomazia li rende abbastanza simpatici. Sono come dei bambinoni che non possono fare a meno di fare battute squallide, ecco. Si occupano, nella società, della Legislazione.
I Pacifici non vengono mai cagati manco di striscio (presumo che ciò accadrà nel secondo e nel terzo): due palle così solo se li nomini (e infatti vengono nominati molto poco). Si occupano di Assistenza Sociale.
Gli Abneganti sono altruisti. L’altruismo è una virtù abbastanza figa, specialmente se il tuo background culturale è infarcito di religione. Gli Abneganti hanno un pessimo gusto in fatto di stile, si vestono sempre di grigio e non hanno manco uno specchio a casa (una botta di vita, insomma). Però sono al Governo e quindi… fuck you.
Gli Intrepidi sono fighi, si vestono di nero, c’hanno i tatuaggi e i piercing. Si occupano di proteggere la popolazione.
Gli Eruditi sono dei secchioni di merda, vogliono avere sempre ragione e leggono libri, una passione blasfema, si sa. Sono i cattivi e sono ricercatori, insegnanti, scienziati. Insomma, tutta gente che adora Satana.

E poi ci sono quelli che, per disgrazia, hanno fallito il test e quindi non sono niente, non servono ad una mazza, si chiamano Esclusi e fanno i barboni sotto i ponti.

continua su http://adelantedelirante.wordpress.com/2014/03/24/divergent-veronica-roth-recensione/

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consigliato a chi di Hunger Games ha apprezzato solo la parte "romantica".
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Vivix Opinione inserita da Vivix    07 Marzo, 2014
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Un libro a metà

Mi avevano parlato tutti benissimo di questo libro, anche le recensioni sul web erano per la stragrande maggioranza positive, eppure, io non l’ho trovato poi così incantevole. Nel complesso non è certo un brutto libro, anzi, ma non lo definirei “magnifico”.
Ho trovato aspetti che non mi convincevano già a partire dall’ambientazione. Si definisce distopia, un’utopia negativa, per cui, una società che per seguire principi giusti arrivi a degenerare. Ci siamo per quanto riguarda gli ideali delle fazioni e per il loro stile di vita, ma la cosa finisce lì, nel senso che mi aspettavo una maggiore interazione tra i gruppi, un maggior bisogno l’uno dell’altro; invece, queste sono piuttosto indipendenti.
In secondo luogo, ho trovato la trama decisamente esile. Credevo che si sarebbe incentrata molto di più sulla ribellione e la divergenza; invece, rimangono sullo sfondo fino alla fine. Soprattutto la prima parte del volume penso che si basi troppo sull’iniziazione di Tris e sulle cose assurde che fanno gli Intrepidi. Nei primi capitoli mi sono sembrati soltanto degli squinternati che si divertivano nel fare cose stupide e pericolose: c’è una linea sottile tra il coraggio e l’idiozia e loro decisamente l’hanno superata: che diavolo di senso salire e scendere dai treni in corsa saltando, magari a decine di metri d’altezza?Aspettare che si fermi un attimo no, eh?
I colpi di scena sono presenti, ma non mi hanno trasmesso nulla: o li avevo previsti (ad esempio l’identità di Quattro), oppure non mi hanno sorpreso granché.
Per quanto riguarda i personaggi sono creati abbastanza bene, ma nessuno ha riscosso particolarmente la mia simpatia, ad eccezione di Quattro (un nome più assurdo non lo potevano scegliere). La protagonista ad inizio libro mi stava decisamente antipatica: troppo egoista e calcolatrice; per fortuna è andata migliorando insieme alla storia.
Ho apprezzato moltissimo il fatto che i ragazzi non siano stati i soliti “bellissimi e perfettissimi”, inclusa Tris; la relazione tra la protagonista e Quattro, che i loro sentimenti si siano creati poco per volta, e che non si sia vista neanche l’ombra del solito triangolo amoroso. Era ora!
Infine, la scrittura, che è stata proprio una nota dolente. Non mi è piaciuta per niente. Un susseguirsi di frasi scarne e paratattiche che non avevano assolutamente nessun motivo di essere. La paratassi si usa quando si vogliono mettere in risalto i sentimenti in modo forte, netto e deciso, ma in questo frangente non ce n’era alcun bisogno. Posso capire in libri come “Bianca come il latte rossa come il sangue”, dove ogni frase incide un solco profondo nel lettore, dove ogni parola deve trasmettere qualcosa, ma lo stesso non valeva qui. I sentimenti, -paura, altruismo, coraggio, rabbia- per carità, c’erano e non voglio sminuirli, ma non si trattava di emozioni dallo spessore tale da giustificare questo tipo di scrittura,almeno, non per tutto il romanzo.

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Iry Opinione inserita da Iry    26 Luglio, 2013
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Dispotico? Si grazie

Dispotico + YA? Non posso mancare! Dopo mille consigli, sono riuscita a leggere anche io, il primo libro di questa stupenda saga. Siamo in un mondo dove gli umani scelgono di suddividersi in cinque fazioni: Abneganti; Candidi; Pacifici; Intrepidi e Eruditi. Beatrice, è di per sé, una Abnegante; ma lo sarà ancora per molto? Come in parecchi libri dispotici è presente un test attitudinale, dove "Tris" (Così si farà poi chiamare in seguito), risulterà essere una Divergente. Ma cos'è un Divergente? Ho trovato questo libro unico, sentimentale e pieno d'azione. La storia d'amore di sottofondo è splendida e mi ha fatto battere il cuore! Frequenti sono sicuramente la violenza e la tensione, insieme alle paure e insicurezze. Soprattutto nella parte conclusiva del libro, mi sono sentita risucchiare nel mondo di "Divergent! Aspetto con ansia di leggere il seguito!

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sabrinat2601 Opinione inserita da sabrinat2601    23 Luglio, 2013
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Divergentemente Hunger

I sentimenti che ho provato leggendo questo romanzo sono mutati con il procedere delle pagine e con lo scorrere della storia.
Inizialmente poco impressionata dalla trama che sembrava una sorta di Hunger Games più edulcorato e senza la stessa magnetica attrattiva, ed onestamente già pronta ad archiviarlo tra i “dimenticabili” ovvero quei libri che dopo aver letto non mi lasciano nulla e nemmeno il ricordo della trama, ho proseguito con la lettura e verso metà romanzo mi sono fatta rapire dai personaggi, dall’ambientazione politica e dalla curiosità.
La protagonista, Beatrice detta Tris, è una giovanissima donna, una ragazza di appena sedici anni che come tutti i coetanei deve scegliere in quale fazione dovrà trascorrere il resto della sua vita. Le fazioni altro non sono che caste che vivono separatamente e collaborano per il bene della società, ognuna con i suoi compiti, le sue leggi comportamentali e le sue credenze religiose. Ogni essere umano ha la propensione per una fazione, ma la nostra giovane protagonista ha l’attitudine per tre, è quindi una divergente, una mutazione e per questo in pericolo.
Non mi sono accorta del trascorrere del tempo e dello scorrere dei capitoli, lo stile non è sempre impeccabile ed ogni tanto l’autrice si lascia andare in digressioni ad un primo avviso non indispensabili, la trama inizialmente poco avvincente via via si è fatta affascinante e coinvolgente.
Consigliato.

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Lady Aileen Opinione inserita da Lady Aileen    09 Giugno, 2013
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Divergente

Divergent è il primo volume di una trilogia distopica che vede protagonista Beatrice "Tris" un'adolescente di 16 anni al centro di una rivolta per il controllo di una città in cui le persone attraverso un test vengono divise in fazioni: Intrepidi, Eruditi, Candidi, Abneganti, Pacifici e chi non rientra in nessuna delle precedenti sono chiamati Esclusi. I volumi sono strettamente collegati pertanto è consigliabile leggerli nel loro ordine di pubblicazione.
Le vicende sono narrate in prima persona (unico punto di vista) dalla stessa Tris, sono ambientate in un'epoca futura non meglio specificata ma di quello che sia successo in passato per arrivare a quel punto, non è dato sapere (l'autrice si è limitata a citare delle generiche guerre ma avrei preferito qualcosa di più specifico).
Gran parte del romanzo è incentrato sugli allenamenti e le prove che Tris deve superare per diventare a tutti gli effetti un'Intrepida (decisamente troppo spazio per i miei gusti) e solo l'ultima parte comincia a profilarsi la questione legata alla rivolta. A tutto questo, si aggiungono i sentimenti che comincia a provare verso Quattro, il misterioso ragazzo che deve addestrarla.
La società creata dall'autrice è originale e interessante ma c'è anche violenza senza alcuna spiegazione apparente.
Ammetto che non sempre sono riuscita ad apprezzare il modo di fare di Tris, un momento sembrava una ragazza coraggiosa e altruista, un momento dopo mi è sembrata indifferente ed egoista.
Poi, in alcune situazioni non riesco proprio a capacitarmi di come un'adolescente come Tris, dopo averne passate tante, mantenga la sua sanità mentale.
Tutto sommato è una lettura intrigante anche grazie ad uno stile scorrevole, un linguaggio semplice, la giusta dose di colpi di scena e molta azione (combattimenti, fughe rocambolesche, prove pericolose).
Il finale non lascia l'amaro in bocca ma molte domande restano senza risposta, nell'attesa del prossimo volume.

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Tanderix Opinione inserita da Tanderix    27 Dicembre, 2012
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Inaspettato

Avevo preso questo libro dopo avere letto Il Canto della Rivolta (Hunger Games 3) e devo dire che ne sono rimasto molto sorpreso in positivo.
La trama di fondo è molto surreale anche per un romanzo distopico (persone divise in fazioni secondo i propri valori?). Ma anche sapendo questo, Divergent ha la straordinaria capacità di farti rimanere incollato al libro fino all'ultima pagina.
Leggendo il libro, infatti, pur sapendo che la trama è vacillante, non riesci più a staccarti soprattutto nella parte finale. Consigliato assolutamente.

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sapo_saponetta Opinione inserita da sapo_saponetta    22 Luglio, 2012
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Meraviglioso

Tiene incollati fino all'ultima pagina, e anche qui assale la voglia di avere subito fra le mani Insurgent.
All'inizio può risultare un po' lento, per via della descrizione della società in cui si ambienterà la storia, ma il tutto avviene nel giro di un paio di capitoli, dopo i quali parte la vera storia. Da questo momento in poi non si può più far a meno di continuare a leggere; dietro ogni pagina c'è un nuovo colpo di scena che non sappiamo a cosa porterà, o una nuova scoperta su cui si vuol far chiarezza.
Personalmente, ho trovato questo libro anche migliore di Hunger Games, un po' meno scontato per quel che riguarda le parentesi romantiche nel libro, per cui non vediamo la protagonista contesa e indecisa, e più "reale" per quel che riguarda i personaggi, che sono un po' meno stereotipati.

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Hunger Games
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