Dieci donne Dieci donne

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    07 Mag, 2020
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Dieci di noi

Nove donne scendono da un pulmino mentre una psicoterapeuta le osserva muoversi, celata dalla tenda di voile. E’ una bella mattina nei pressi di Santiago, le Ande si mostrano prepotenti mentre il gruppetto attraversa un parco che profuma di erba, tra magnolie e jacarande e fiori che ostentano ogni colore senza alcuna vergogna.
Giovani e meno giovani, ricche oppure provenienti dal ceto popolare, con piccoli o grandi traumi tutte anelano al modo per ritrovare la pace del vivere e rendere la loro esistenza un passo più felice.

Marcela Serrano dedica un capitolo a ogni donna, un tributo intimo e misurato che scava nel passato e nel presente di tante vite così diverse. E’ un’autrice che amo e qui come sempre non cela il suo timbro così profondamente cileno, deliziando lo scritto con descrizioni – seppur bevi – di un paesaggio che è un tutt’uno con la vicenda.
Splendida nell’addentrarsi nei profili femminili più maturi che si sciolgono con una naturalezza incantevole, nelle figure più giovani il risultato è meno incisivo.
La lettura scorre comunque piacevolmente ed è inevitabile non provare con coinvolgimento sincero, un’empatia diffusa con una o più di queste creature. Estranee eppure così vicine mentre si raccontano, bastano pochi istanti e sparisce la stanza mentre si schiudono dieci piccoli mondi differenti.

Sono tutte così belle, pensa Natasha, mentre sorride dietro la tenda.
Sono belle davvero, rifletto mentre sorrido anche io.

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Nuni83 Opinione inserita da Nuni83    22 Gennaio, 2017
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Abbandonato

Ho comprato questo libro carica di aspettative e piena di entusiasmo. Non vedevo l'ora di leggere qualcosa di Serrano della quale tanto bene avevo sentito parlare. Sono rimasta tanto delusa. Sono arrivata alla quinta storia e ho deciso di smettere.
Le storie di queste donne, tutte verosimili e tutte estremamente tristi proprio perchè così reali, non mi hanno in definitiva lasciato nulla. Sono le stesse storie che sento e vedo ogni giorno senza l'aggiunta di nulla da parte dell'autrice, in pratica ho trovato tutte le storie molto banali. La traduzione mi ha poi lasciata interdetta. Perchè appellare le donne utilizzando l'articolo prima del nome stesso? Leggere "La Luisa", "la Yolanda" e così via mia ha piuttosto infastidita. Se a tutto questo aggiungiamo che non gradisco i libri frazionati in piccole storie allora questo romanzo proprio non era adatto a me.

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Belmi Opinione inserita da Belmi    31 Mag, 2016
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Dieci storie su cui riflettere

Francisca, Mané, Juana, Simona, Layla, Luisa, Guadalupe, Andrea e Ana Rosa, sono le nove donne che si ritrovano riunite nello studio di Natasha (la decima), la loro psicoterapeuta, per volere di quest'ultima.

Nove donne più una che per andare avanti si raccontano le une alle altre. Dieci donne fra le più svariate si mettono a nudo e narrano la loro storia e cosa le ha portate a ritrovarsi in quello studio.

La scelta è veramente eterogenea, si va dalla povera, all’attrice famosa, da una madre in difficoltà a una giovane lesbica, da chi vive nel passato e chi aspetta il futuro.

Marcela Serrano, scrittrice cilena, ci divide questo romanzo in dieci racconti, che con il leggerli diventano sempre più collegati gli uni agli altri come se “Alla fine, dice fra sé allontanandosi dalla finestra, alla fine tutte noi, in un modo o nell’altro, abbiamo la stessa storia da raccontare”.

La Serrano racconta ogni storia con uno stile diverso, rappresentando in maniera egregia le qualità e le tipicità della protagonista di turno. Ne cambia il lessico, le pause, i dialoghi e tutto questo in maniera davvero molto coinvolgente. Difficile rimanere insensibili alle emozioni che suscitano queste pagine e in base al nostro trascorso e alle nostre esperienze è ovvio che qualche storia possa colpire più di altre.

Nel mio cuore sono rimaste Luisa, vedova desaparecido che per trent’anni ha continuato ad aspettare il ritorno del marito e Layla, che non era mai riuscita prima di allora a raccontare che l’amore della sua vita, il suo stesso sangue, in realtà viene dalle viscere del nemico.

La volontà di farcela è l’elemento che le accomuna insieme alla loro forza, la forza delle donne, quella che viene fuori nei momenti più bui, senza poi dimenticarsi che “Non sono sola quando sono da sola”.

Una lettura profonda, riflessiva e molto emotiva. Un Cile raccontato e vissuto in maniera molto personale. Un libro che mi ha particolarmente colpito e che non consiglierei a tutti, ma solo a chi cerca un romanzo insolito, profondo e con al centro la femminilità.

Buona lettura.

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mia77 Opinione inserita da mia77    07 Dicembre, 2013
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Dieci donne di Marcela Serrano

Un romanzo tutto al femminile. Ho sempre pensato che fosse molto difficile scrivere un libro da parte di dieci protagonisti diversi, ma qui l'intento è riuscito: il libro è ben fatto e interessante.
L'autrice descrive con belle pennellate le caratteristiche di ciascuna delle protagoniste, che nel loro insieme vogliono rappresentare tutto l'universo femminile ( che sarebbe difficile racchiudere in un'unica persona). Essendoci dieci tipologie di donne diverse ( di diversa età e facenti parte di classi sociali differenti), ciascuna di noi può immedesimarsi in almeno una di loro.
Il libro ci fa riflettere sulla necessità di essere non una persona unica, precisa e perfetta ma una persona completa, ricca di pregi ma anche di difetti. Ciascuna di noi è imperfetta, ma è necessario imparare ad accettarsi, anche con le proprie debolezze.
Ogni donna è un universo infinito e meraviglioso. Una donna non è solo madre, solo moglie, solo amante, solo amica, solo capo o collega di lavoro. Ogni donna dentro di sè ha tutte queste donne, che a periodi e a tratti vogliono uscire fuori: la seria e la disinibita, la fedele e la libertina, la suora e la mignotta. Noi siamo tutto questo e gli uomini che non ci temono, devono accettare tutte le nostre sfumature, amandole e rispettandole!

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Prelude Opinione inserita da Prelude    10 Ottobre, 2013
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Un caleidoscopio dell'universo femminile


Vera protagonista è la femminilità, colta nelle sue sfaccettature: nei suoi limiti o nella sua vastità, nella sua ovvietà o oscurità, nel suo candore o buio. E’ sibillina la femminilità, e Marcela Serrano vuole raccontarla attraverso dieci donne, ognuna con la proprio storia in filigrana.
Ciò che si può subito notare è che, pur nella loro diversità (per origini, storia, estrazione sociale…), tutte sono caratterizzate dalla componente sessuale, che le accomuna e ne condiziona vita e personalità, dal bisogno degli altri per ritrovare anche se stesse, e dalla volontà di guadagnare una fetta di indipendenza in una società che poco le considera.
Infine dall’esperienza della maternità, che sublima e affina una condizione così maledettamente terrena.

“La solitudine non è mai sostanziale. E’ relativa perché le presenze che mi accompagnano sono di una solidità impressionante. Lo sono davvero. Quindi concludo che questo è l’amore, né più né meno. La forza di queste presenze […] Le mie figlie, per esempio. F***ing maternità, sopravvalutata quanto sminuita”.

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Martiii08 Opinione inserita da Martiii08    17 Settembre, 2013
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QUEL RIFLESSO DI NOI STESSI

Nove donne più una, dieci storie da raccontare.
Ammetto di aver impiegato più tempo del previsto a leggere questo romanzo, ma mi è servito. Ogni storia mi è entrata nel cuore, e piano piano, giorno dopo giorno, ognuna delle pazienti mi ha tenuto compagnia. Chi più, chi meno mi hanno fatto emozionare, mi hanno fatto sentire parte della loro vita. Di situazioni ce ne sono tante, e tutte diverse. Dalla sfrontata Guadalupe alla timida Ana Rosa, dalla indipendente Simona alla pentita Layla..ognuna di queste merita uno sguardo più da vicino, una lettura più attenta. È stato il mio primo approccio con la letteratura cilena, e analogamente, con la Serrano. L'ho trovata però molto spontanea e poco sofisticata, che non sempre può essere considerato un difetto. Anzi, nella sua scelta di dedicarsi più accuratamente alle vicende di queste donne rispetto ad una loro caratterizzazione psicologica, si è distinta da molte altre scrittrici che ho avuto modo, permettetemi il termine, di conoscere. Più che un romanzo l'ho ritenuta una raccolta di racconti, che diventa omogenea solo per l'ambientazione che tutte queste protagoniste hanno in comune. È un libro che consiglio, certo non a tutti: in particolare a chi mai avesse voglia di rintracciare, tra tutte queste storie, quella che più gli somiglia.
Nell'insieme, molto piacevole.

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A chiunque abbia voglia di leggere un libro diverso dal solito
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petra Opinione inserita da petra    02 Dicembre, 2012
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Ogni persona è una storia

Leggere Marcela Serrano è un po’ come guardare a fondo in noi stessi, affrontando, talvolta dolorosamente, anche i lati oscuri e meno piacevoli del nostro essere. Lati che ogni tanto, in ciascuno, emergono con veemenza e chiedono asilo, specie nei momenti di difficoltà, di delusione e di dolore.
“Dieci donne” è la storia, o meglio, l’insieme delle storie di dieci persone completamente diverse fra loro per età, vissuto, estrazione sociale. Impossibile non scorgere tracce di noi nelle loro fragilità, nel desiderio di fuga di Andrea, nella volontà di scordare il passato per Layla, nella difficoltà di comprendere chi amiamo e nella necessità di venire a patti con il nostro passato, comune a tutte le donne del racconto.
Straordinaria, a mio avviso, la capacità dell’autrice di rendere personaggi così marcatamente diversi attraverso un sapiente uso del linguaggio e del ritmo narrativo: ogni racconto ha un suo gergo,un suo registro, parole ricorrenti, una lentezza o una vorace rapidità che riflettono l’animo, di volta in volta scoraggiato , affannato o turbato delle protagoniste.

Si tratta di pagine a tratti commoventi e sicuramente dense di spunti di riflessione per chiunque si chieda il perché, il senso delle proprie azioni, la possibile influenza dell’esperienza passata e il loro riflesso nelle relazioni con gli altri.

“Ricordare tutto significa afferrare ogni giorno un coltello affilato e tirarsi via strati di pelle…”

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Laura4libri Opinione inserita da Laura4libri    15 Luglio, 2012
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Mirabile squarcio di mondo femminile

Una breve cornice introduce nove donne, "le matte" , le pazienti e la loro terap,ista. Poi, come racconti separati, le singole donne si presentano. Ambientato un Cile, terra natia dell'autrice, ma valevole per ogni altro paese con forse poche varianti, è il resoconto di dieci esistenze, diverse, difficili, complicate, indipendentemente dalla fortuna, dalla salute, dal denaro e dall'amore corrisposto. Un ritratto tutto al femminile dell'umanità: tutti noi aspiriamo e desideriamo vite perfette e viviamo contrasti, perdite e delusioni. Il filo che unisce tutte queste donne è forse l'accettazione de se stesse, con i propri vizi e difetti. Così le protagoniste possono andare avanti, continuare a vivere e lottare. Il racconto che conclude il libro è quello della vite della terapista, non narrato da lei ma dall'assistente-amica: quasi un monito. Tutti abbiamo i nostri fantasmi nell'armadio, riuscire a riconoscerli e ogni tanto farli uscire aiuta a proseguire per il lungo cammina della nostra vita.Mi ripeto, racconto tutto al femminile: come donna mi sono riconosciuta in un paio di "eroine", ad un lettore uomo potrebbe aprire un mondo nuovo.
Scrittura semplice, mai banale, diretta, colloca ogni personaggio immediatamente nella sua realtà, calandosi ogni volta attraverso l'uso della prima persona nelle diverse vita.
Non fornisce soluzioni ai mille problemi che solleva, ma, e credo sia qui il suo bello, trasmette tanta speranza e fiducia nella vita, nel riscatto, nella possibilità di qualche cosa di nuovo.

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Opinione inserita da alessia    22 Mag, 2012

un mondo al femminile

E' un libro che scorre, si legge in pochi giorni. Le storie di nove donne che si ritrovano nel giardino della loro psicoterapeuta Natasha e che si raccontano, scoprendo le loro debolezze e fragilità a cui la vita le ha sottoposte. Come scenario di queste vicende c'è la storia del Cile. Un libro che fa riflettere sulla situazione della donna in generale e sulla capacità di andare avanti nonostante tutto. Interessante il racconto finale della storia della stessa Natasha.

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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    02 Gennaio, 2012
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Il potere della parola.

Le matte”, nove donne, “scendono l’una dopo l’altra, e affondano pesantemente i piedi nella ghiaia quasi volessero tenerli ben saldi a terra”.
Si incontrano e chiacchierano animatamente, come se si conoscessero da una vita, nel giardino fiorito della loro psicoterapeuta, Natasha.
Ognuna accetta il peso del passato, il peso di“essere quello che inevitabilmente è”, e di svelarsi alle altre per condividere la propria sofferenza.
Donne diverse per età, provenienza geografica, condizione sociale ed economica, tendenze sessuali e credo politico. Eppure tanto simili nella disperazione e nel disagio ad affrontare i problemi della vita.
Nove monologhi più uno, di donne stanche ma forti, la cui unica energia incompresa e debolezza al tempo stesso è proprio "l’essere donna", la specificità del femminile assoggettato alle ansie e paure alla società cilena per troppo tempo maschilista.
La Serrano in punta di piedi entra nelle loro storie... In quella di Lupe, l’adolescente lesbica alla ricerca della propria dimensione tra feste, sesso, droga e una realtà famigliare complessa. Francisca che odia la madre e di riflesso finisce per odiare sè stessa. Andrea, famosa giornalista televisiva, che cerca di sfuggire dalla pressione della notorietà. Luisa, vedova di un desaparecido, che aspetta per trent’anni un marito che non farà mai ritorno. Juana che si trova ad essere l'unico appiglio per una madre e una figlia malate gravemente...

"Dieci Donne" è una vetrina sull’universo femminile cileno, ma non solo... Un pesante atto d’accusa per gli uomini che ancora fanno del maschilismo la loro bandiera.
La Serrano sembra volerci dire che un altro futuro c’è e parte proprio dal raccontarsi e dall’ascoltare per la completa liberazione del femminile nella società.
"Tutte le donne felici si somigliano, ma ogni donna infelice è infelice a modo suo."
Il potere della parole è disarmante ed è proprio dal dolore che esplode la forza e la volontà di affrontare un futuro diverso e felice.


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SaraDuranTini Opinione inserita da SaraDuranTini    21 Settembre, 2011
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Un libro che fa riflettere le donne (e non solo)

La forza delle donne, il loro valore aggiunto, la dolcezza che scaturisce dai loro discorsi e un sogno, quello di Marcela Serrano, sperare che si possa arrivare "a un'uguaglianza tra uomo e donna, dentro la diversità". La voce della scrittrice cilena è una melodia che, nel romanzo Dieci donne edito per Feltrinelli, canta la donna, la dipinge mentre cucina, mentre aspetta una telefonata, mentre sogna o cerca dimenticare le sofferenza, mentre combatte con la vita, la scaccia, l'abbraccia e a volte la riscopre. La Serrano descrive la donna nella sua quotidianità, non elevandola ad angelo del focolare, ma accompagnandola verso la luce, facendola uscire da quel cono d'ombra nel quale ha vissuto per decenni.

Dieci donne è un elogio allo sguardo femminile che sa scavare nel profondo. Eppure la penna della Serrano non è intrisa di rabbia, tra le pagine di questo romanzo non c'è la voce roca che grida all'uomo le sue mancanze, i suoi errori, ciò che ha perso trattando la donna come una schiava, una reclusa, una peccatrice. Le pagine si susseguono dettate da una mente lucida e sorrette da una scrittura fluida, pulita, tenera, molto poetica, che ricorda la Maraini nel romanzo Colomba, la Mazzantini degli esordi, con Il catino di Zinco, la Tamaro di Va' dove ti porta il cuore ma anche Per voce sola. E se i personaggi di questi ultimi romanzi citati nascono da un'esigenza innata, a cui nessuno può sfuggire, ovvero quella di confrontarsi con la generazione femminile precedente ricercando la nuova dimensione, o almeno quella che la donna si è costruita a partire dal dopoguerra fino ad arrivare agli anni novanta, Marcela Serrano nel romanzo Dieci donne compie un passo avanti delineando la posizione attuale della donna nella nostra società e descrivendo il risultato delle tante lotte che sono state fatte nei decenni scorsi.

E' in questa dimensione che si inseriscono le vite delle nove protagoniste del romanzo di Marcela Serrano. Nove donne che, per svariati motivi, si recano da Natasha, una psicoterapeuta. Le protagonoste raccontate dalla Seranno serbano paure, preoccupazioni, dolori, rimorsi. La vita le ha messe di fronte a delle scelte, lavorative o personali, che le hanno portate a riflettere su loro stesse, su quello che stavano facendo, su come si sarebbe svolto il loro futuro. Alcune non hanno retto a tanto stress emotivo e se ne sono andate lontano abbandonando tutto e tutti, altre hanno voluto risolverlo da sole, ma in realtà non hanno fatto altro che ingarbugliare ancor di più il groviglio di sentimenti, strozzando la loro anima.
La stanza di Natasha diventa il luogo nel quale vengono raccolte le loro confidenze, anche le più intime e segrete. La psicoterapeuta ascolta, senza dare giudizi o interferire. Il suo accogliente silenzio rappresenterà una valvola di sfogo per le pazienti, che rovesceranno la loro vita e riusciranno ad avere una visione più chiara di quello che è accaduto. Tuttavia anche la psicoterapeuta si farà coinvolgere da queste storie, in quanto donna, e quindi capace di sentire le loro emozioni, ma anche in quanto femmina che accoglie un altro animo femminile. E quindi anche Natasha finisce per porsi delle domande, per chiedersi da dove nasce questa sofferenza, questo fardello che portano con sé le donne.

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Altri libri della Serrano, ma anche la Tamaro e la Mazzantini degli esordi (Il catino di Zinco).
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