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Vento e flipper
 
Vento e flipper 2016-05-26 18:21:43 68
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
68 Opinione inserita da 68    26 Mag, 2016
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Mondi paralleli ed interconnessi...

È' assai curioso scoprire, grazie ad una breve prefazione dell' autore, che i suoi primi due romanzi, " Ascolta la canzone del vento " ( 1979 ) e " Flipper, 1973 ", ( 1980 ), appena tradotti e pubblicati in Italia, e fino ad oggi per lunghi anni mai usciti dal Giappone, vennero scritti la notte, nei ritagli di tempo, sul tavolo della cucina.
Durante il giorno Murakami, allora ventinovenne, e non ancora scrittore di professione, gestiva un Jazz Bar insieme alla moglie, era squattrinato, indebitato, lavorava parecchio con un futuro incerto ed ancora da definire.
L' ispirazione letteraria sopraggiunse improvvisa, colpito da una palla, piovuta dal cielo, mentre assisteva ad un incontro di baseball.
Scopriamo, anche, che i romanzi furono scritti in inglese, per scelta, lingua allora poco conosciuta dallo scrittore e successivamente tradotti nel proprio idioma, conservando linearita' narrativa ed una scrittura semplice, scarna, colloquiale, quasi banale, ma non nei temi, che sarebbe diventata suo marchio di fabbrica affrancandolo dalla letteratura e cultura giapponese più' nota e tradizionale, ancorata a un Giappone storico e conservatore.
Sorprendentemente, era il 1979, " Ascolta la canzone del vento " vinse un importante premio letterario come opera prima e da li' inizio' l' ascesa letteraria di Murakami.
I due romanzi, pur con trame distinte, sono strettamente collegati e i protagonisti gli stessi. Entrambi vanno inseriti nella " Trilogia del sorcio " insieme al successivo " Nel segno della pecora " ( 1982 ), il primo vero successo planetario dell' autore.
In " Ascolta la canzone del vento " il protagonista e voce narrante senza nome è' uno studente ventunenne di biologia che trascorre il proprio tempo al Jay's bar con un coetaneo, il Sorcio, ragazzo di buona famiglia, ricco ma inquieto, con un fondo di malinconica solitudine e tormento, come lo stesso protagonista.
I due condivideranno alcool, sigarette, discussioni filosofico-esistenziali, musica occidentale, incontri casuali, assistiti e consigliati da Jay, saggio proprietario del bar, affiancati da un senso di inquietudine e di non vita che li attraversa ed è' il loro destino.
La voce narrante incontrerà' casualmente una misteriosa ragazza con quattro dita nella mano sinistra, commessa in un negozio di dischi, sola come lui, con un passato burrascoso, con la quale inizierà' una relazione ondivaga, di confessioni e smarrimenti, fino alla improvvisa ed inspiegabile scomparsa di lei " era sparita dalla marea degli esseri umani e dal fiume del tempo senza lasciare traccia ".
In Flipper 1973, una decina di anni dopo, lo stesso protagonista lavora come traduttore, condivide appartamento e letto con due gemelle, vive una vita separata da quella del Sorcio, che continua a frequentare il Jay's Bar, e che un giorno, senza spiegazioni, partirà'. Nel frattempo assaporera' per un breve periodo una improvvisa ed inquietante passione e dipendenza da un Flipper che ne condizionerà' il futuro.
I temi toccati, e le stesse trame, sono perfettamente riconducibili al Murakami conosciuto, anche se ancora piuttosto scarni, acerbi, non con la ricchezza descrittiva e lo spessore dei personaggi futuri, in particolare l' universo femminile, sempre delicato, misterioso, profondo, ma ancora defilato.
Emergono mondi paralleli, reale e surreale, ipotetico ed onirico, il dualismo aldiqua', aldilà' ( così' bene sviluppato in 1Q84 ) affiancati, simbiotici, in una fusione che sfocia sovente nel sogno e nel sonno.
I personaggi sono stanchi, disillusi, soli, perdenti, intraprendono relazioni asfittiche, nate quasi per caso, a cui non aspirano e che solo in un secondo tempo riconoscono essere importanti, vitali, ma ormai è' troppo tardi.
Iniziano un cammino senza sosta alla ricerca di una identità', della verità', di un significato, non accennano a fermarsi, scappano in primis da se stessi per cercare di ritrovarsi ed alla fine scompaiono senza un perché' per uno dei tanti viaggi senza ritorno.
Sono un po' filosofi ed un po' sognatori, affrancati da un mondo che non riconoscono come proprio, fagocitati da un continuo e protratto velo melanconico.
Eppure conservano tratti di profonda umanità', piacevolezza, pacatezza, cordialita', capacita' di ascolto ed elaborazione intellettiva, aspirano all' amore, all' amicizia , anche se si mostrano introversi, inclini a quella analisi del profondo che sconfina nell' improvviso silenzio.
I dialoghi sono costruzioni semplici, dirette, che dalla apparente banalita' dell' esperienza si tramutano in sensazioni profonde, limpide, spesso tronche ed alle volte allucinogene.
Il protagonista ha tratti di alienita', vive di duplicita', è' caustico, essenziale, ha preferenze e gusti singolari, si occupa di scarpe, di sogni, di alta letteratura, adora ascoltare " California girls ", si muove tra altezze supreme e voragini del quotidiano, in un mix che lascia sempre una sensazione di vuoto del presente ma anche di pienezza emotiva, in una dicotomia dell' esistere.
Di contorno elementi puramente di Murakami, l' amore per la musica, i gatti, gli elefanti, per l' occidente, l' uso di simbolismi, di metafore, e quella certezza che spesso il dialogo è' monologo, sfogo, riflessione sui temi della vita e che alla fine tutto ha una importanza relativa.
"L' unico momento chiaramente visibile è' il presente e anche quello ci passa solo accanto". La stanchezza ha il sopravvento, si vorrebbe dormire, spesso si fissa un punto vuoto, o si rimane in silenzio, le cose "arrivano dal nulla e tornano al nulla," sono accadute e poi sono svanite.
Dopo lunghi dialoghi "non sapevano nulla l' uno dell' altro, due perfetti estranei le cui strade si erano incrociate".
Tutto allora "era una eterna ripetizione di qualcos'altro, una sensazione di deja' vu " oppure "la spiacevole sensazione di essere smembrato" "come se fossi stato messo insieme coi pezzi di due puzzle diversi".
Quel flipper è' "una astronave" a tre palette, che poi se ne va, il protagonista vaga per le strade in preda ad un umore lugubre, oppure si infila nel letto caldo dopo un bagno, una birra e la lettura di Kant, continuando a correre nell' oscurità'.
Il monologo si protrae, ma al calare della sera si "rifà'in senso contrario la stessa strada," sormontati da un senso del nulla, con "la propria coscienza che tende a sprofondare nella palude del tempo", ma il problema era un altro: "quella non mi sembrava la mia faccia. Era la faccia di un ventiquattrenne qualunque che per caso si era trovato a sedere di fronte a me.." E allora non resta che fissare un punto vuoto e trattenersi dal pronunciare qualsiasi parola "A cosa sarebbe servito?"
I

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Tutto Murakami, in particolare " Nel segno della pecora ", " Dance dance dance " " 1Q84 "
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Commenti

2 risultati - visualizzati 1 - 2
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Mai letto Murakami, dovrò rimediare!
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68
27 Mag, 2016
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Personalmente ne consiglio la lettura, anche se non mi sorprenderebbe che possa non piacere!!
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