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Paranoia
 
Paranoia 2020-09-21 12:00:54 DanySanny
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
5.0
DanySanny Opinione inserita da DanySanny    21 Settembre, 2020
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Vita di Shirley

Mi immagino a cenare con Shirley Jackson, mentre ordiniamo una crema inglese e parliamo delle ossessioni dei recensori, fantasticando su dialoghi favolosi tra i bicchieri e i coltelli, le bottiglie e i piatti in tavola. A emergere da questo “Paranoia”, infatti, non è la scrittrice, ma la donna dietro la penna: una madre innanzitutto, che rincorre il tempo per stare dietro ai quattro figli, alla casa, alle idee fulminanti che la trafiggono mentre lava i piatti o spenna un pollo; la moglie che aiuta il marito con i suoi libri, i suoi articoli per i giornali, l’autrice che ritaglia manciate di minuti per ticchettare una storia sulla macchina da scrivere. “Paranoia” in effetti è un libro molto più lieve e delicato di quanto il titolo non faccia supporre, una sorta di zibaldone che accoglie al suo interno diverse sezioni: la prima, con quattro racconti tipicamente jacksoniani, attraversati come sono da una inquietudine sottile che si disperde un po’ nei finali troppo aperti; seguono poi pezzi di varia natura: brevi scene umoristiche a cavallo tra la realtà e la finzione, simpatici resoconti famigliari (la famiglia al ristorante, i figli disobbedienti, gli stratagemmi per mantenere la propria identità nonostante gli impegni), ma anche gustosi pezzi di sorridente ironia sui recensori di libri (e questo ci interessa tutti qui nel Qmondo!), sulla genesi di alcune delle sue storie, qualche conferenza tenuta sulla letteratura e sulla sua idea di scrittura. Insomma in fondo i racconti sono la parte meno bella di questo libro che ci sorprende perché fa scoprire la vitalità esuberante di una donna che magari il lettore si immagina cupa, inquieta, macabra. Al massimo Shirley Jackson è eccentrica, nel senso buono e affascinante del termine: crea mondi mentre carica la lavastoviglie, riempie la casa di post-it per non perdere un’idea, lotta contro la pagina bianca e non teme di dire “mi arrendo”, quando correre da una parte all’altra della vita diventa troppo. Se poi volessimo leggere in filigrana, potremmo anche vivere da dentro una famiglia americana degli anni ’50, con le sue storture maschiliste, ma anche con i suoi preziosi equilibri, ma non è questo lo scopo del libro: qui tutto si legge con sguardo aggraziato e confesso che raramente ho chiuso un libro con un senso così elettrico di positività.

C’è poi un giallo a sua volta jacksoniano che circonda questo libro: il materiale che qui è contenuto, infatti, proviene da un pacco che è stato recapitato, negli anni Novanta, a casa di uno dei figli dell’autrice. Un pacco ovviamente anonimo e contenente un grandissimo numero di scritti di cui nemmeno si sospettava l’esistenza. Dal lavoro di raccolta e rammendo, arricchito dalle ricerche degli eredi presso il fondo Shirley Jackson, è nato questo libro, dal titolo esplicativo “Let me tell you”. In fondo “Paranoia” è un’autobiografia che procede per ghiribizzi e scarabocchi, per rapide deviazioni e indomite divagazioni, un libro indocile, recalcitrante, ma in fondo coinvolgente come la sua autrice. E per una volta devo tirare le orecchie ad Adelphi che per pubblicare il libro con un titolo commerciale, ne tradisce in fondo la natura.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Chi vuole conoscere più intimamente la Jackson e scoprirne lati del carattere imprevedibili.
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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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Molly Bloom
21 Settembre, 2020
Ultimo aggiornamento:
21 Settembre, 2020
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Ciao Daniele, entrambi sulla Jackson in questo momento! Io ho iniziato "L'incubo di Hill House" che mi piace di più rispetto a "Abbiamo sempre vissuto nel castello" ed in entrambi i casi noto l'importanza che l'autrice da alla Casa, trasformandola in un personaggio a tutti gli effetti (soprattutto Hill House che ha addirittura un sopracciglio aggrottato) - questo per collegarmi a ciò che affermi sulle posate, stoviglie, etc che parlano tra loro, come se le cose materiali che lei presenta fossero animate di vita al pari degli esseri umani. Parlando con un'amica mi diceva che aveva visto un film sulla vita di Shirley Jackson ("Shirley", uscito quest'anno) e viene presentata come una personalità oscura, socievole ma nello stesso tempo irascibile e desiderosa di isolarsi dal mondo, descrive anche la fonte dell'ispirazione del romanzo "La ragazza scomparsa". Questi aspetti sono ben descritti in entrambi i romanzi da me letti, oltre alla gente del paese che viene presentata come ostile - altro elemento biografico, quando si sposò si trasferì in un paesino in cui trovò le persone molto ostili e non riuscì ad integrarsi, preferendo si stare rinchiusa in casa.
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DanySanny
22 Settembre, 2020
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Sono curioso di vedere il film, ma la donna che emerge da questo libro ha dei tratti davvero molto solari, ironici, una autrice con cui avrei davvero cenato volentieri. E soprattuto ti fa vedere come lei ragiona nello scrivere, quello che immagini, tra cui appunto gli oggetti della cucina che parlano e così via. Vero il discorso sulla gente del paese, non si adattò mai al piccolo paese in cui si trasferì col marito e in "Paranoia" c'è più di una riflessione a riguardo.
Comunque Ioana se ti piace la Jackson, questo libro è sicuramente importante per capirla meglio, anche se capisco che forse la struttura così variabile saggi-racconti-appunti può essere per alcuni respingenti. Per me è stata una lettura molto molto piacevole.
In risposta ad un precedente commento
Molly Bloom
22 Settembre, 2020
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Si, mi intriga molto, già messo in wl.
4 risultati - visualizzati 1 - 4

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