Il profumo delle foglie di limone Il profumo delle foglie di limone

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Valery78 Opinione inserita da Valery78    25 Aprile, 2020
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L'apparenza delle cose

"Adesso sapevo che l'importante è non lasciarsi fiaccare, non lasciarsi intimidire o manipolare. Non era facile evitarlo, ma conoscevo le conseguenze dell'innocenza: il nemico poteva essere chiunque". I protagonisti del libro sono due: da una parte Sandra, una giovane donna incinta, che si trova in un momento particolare della propria esistenza, non è innamorata del padre del suo bambino, non va d'accordo con la famiglia, non ha un lavoro, non sente di avere uno scopo nella propria esistenza, per questo va a passare un pò di tempo nella villetta al mare della sorella, in Spagna, in Costa Blanca; dall'altra parte c'è Julian, personaggio diametralmente opposto, un uomo di un'altra generazione, un ottantenne, con un passato tragico alle spalle, è sopravvissuto al campo di sterminio di Mauthausen e successivamente ha dedicato la sua vita a stanare nazisti e a fare in modo che pagassero per i crimini di guerra. Sandra durante una passeggiata in spiaggia si sente male ed ecco, arrivano in suo soccorso una coppia di adorabili anziani, che si prendono cura di lei, la accolgono in casa e la trattano come una nipote, i due nonni che avrebbe sempre desiderato. Chi avrebbe mai potuto immaginare che dietro quelle apparenze così inoffensive e per bene si celassero due nazisti, rei di di un numero spaventoso di assassini di massa? Nonostante la tematica così profonda e toccante, il libro è un romanzo che poi devia in un thriller psicologico, piacevole e scorrevole. L'ho trovato molto originale, non è facile mescolare storia e fantasia in tale modo armonioso. Sapere che molti nazisti sono veramente invecchiati, tranquillamente, senza mai avere rimorso, pentimento, placidamente nelle calde spiagge spagnole è un pugno allo stomaco che lascia senza fiato. Continuare a ricordare sempre, costantemente l'orrore del nazismo alle generazioni a venire, un orrore vero che neanche la mente del più visionario scrittore di storie del terrore avrebbe potuto partorire, è un dovere, e i libri che lo ricordano vanno colti con favore. Poi c'è l'amicizia fra Sandra e Julian, profonda, inedita, preziosa, loro così diversi, ma l'affetto e l'amore sono una questione di affinità elettiva, non guardano età, nazionalità, stili di vita; il loro incontro cambierà in meglio la vita di entrambi. La lettura è molto piacevole e scorrevole, non potrete, pagina dopo pagina, non restare col fiato in sospeso, preoccupandovi della sorte di Sandra e Julian, Buona lettura.

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leogaro Opinione inserita da leogaro    26 Marzo, 2019
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L'inverosimile coppia

Costa Blanca, Spagna. Sandra è una trentenne un po’ scapestrata, che non sa cosa fare della sua vita nonostante sia incinta, per giunta di un uomo che non ama. Fuggendo dalle sue responsabilità, dalla sua famiglia e forse anche da se stessa, sulla spiaggia ha un malore e viene soccorsa da due vecchietti norvegesi. La loro conoscenza diventa amicizia, Sandra si trasferisce a casa loro…ma pian piano nota qualche stranezza nella coppia.
Compare subito in scena anche Julian, un vecchietto ex deportato e sopravvissuto a Mauthausen, da tempo sulle tracce dei criminali nazisti ancora a piede libero, di cui i norvegesi sono tra i peggiori. Sandra e Julian, che nella narrazione del libro si alternano come “narratori” della vicenda, diventano amici e iniziano a collaborare per smascherare i due criminali ma…non sono gli unici: l’intero paese pare il covo dei peggiori ex gerarchi nazisti in circolazione! A un certo punto, Sandra sembra esser ben entrata nel suo ruolo di “infiltrata” e addirittura trova anche il possibile amore della sua vita; ma i nazisti sono scaltri, non sarà per nulla facile smascherarli... ci riuscirà la strana coppia fatta da un arzillo ottantenne ed una scriteriata prossima puerpera?

Molti aspetti poco credibili: Sandra si comporta spesso da ventenne, in stato di avanzata gravidanza salta giù dagli alberi, guida il motorino sotto la pioggia battente, non ha alcuna precauzione per se stessa e il bimbo: roba da far rabbrividire qualunque ginecologo ! Anzi, pensa a suo figlio solo quando, dopo appena 2 giorni che conosce i norvegesi, già inizia a puntare la loro eredità ! Julian, poi, ha ottant’anni suonati ed è più scaltro di Indiana Jones, fa intendere che collabora (o lavora?) per/con una fantomatica agenzia che ricerca gli ex gerarchi per assicurarli alla giustizia ma in realtà fa tutto da solo, non li coinvolge mai... e dire che in varie occasioni avrebbe davvero avuto bisogno d'aiuto! Julian subisce un pestaggio, sale e scende di corsa per le scale antincendio, salta cancelli e recinzioni…roba che mia nonna si sarebbe rotta il femore solo al pensiero di farlo! Anche i gerarchi sembrano nel pieno delle forze: addirittura, fanno cene e feste da ballo, vanno in palestra, curano i reumatismi con un placebo di acqua e vitamine... altro che “Villa Arzilla” ! Quando dopo vari capitoli, Julian finisce faccia a faccia con uno dei suoi ricercati, il dialogo tra i due è anch’esso inverosimile.

Il libro parte con un discreto ritmo e un pizzico d’ironia e, tutto sommato, inizialmente cattura l’attenzione. L’idea della narrazione alternata tra Julian e Sandra è una trovata stilistica interessante. Ma pagina dopo pagina, le delusioni e le incongruenze aumentano, si stratificano, diventano infine insostenibili. A metà libro, il romanzo diventa anche più lento, perde quel poco (poco davvero) che aveva di thriller e comincia ad annoiare. Romanzo sopravvalutato e, in fin dei conti, deludente.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    01 Febbraio, 2018
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il profumo delle foglie di limone

A volte mi chiedo se sia colpa mia.. se i miei standard di lettura stiano diventando talmente alti da trovare tutto mediocre..
Ero partita con aspettative molto alte, lo ammetto, e questo non è mai un bene. Non conoscevo la scrittrice ma avevo sentito parlare con toni entusiasti di questo libro che per me rimane un grosso punto interrogativo. Sarà colpa mia? Io non credo e ora spiego il perchè.
Questo libro, nonostante il titolo da romanzo rosa, è un libro principalmente sul nazismo o neo-nazismo che dir si voglia, dal momento che è ambientato ai tempi moderni.
I punti di vista sono due, Sandra, una ragazza giovane, incinta che non sa che cosa fare nella vita e che va un po' al mare per rilassarsi, diciamo così, e Julian, un ex cacciatore di nazisti e ex prigioniero di campo di concentramento, che, con tutti gli acciacchi dovuti all'età, si presta a compiere un ultima missione.
A Sandra avrei volentieri dato due ceffoni per vedere se si svegliava un po'! Neanche a 15 anni ero così ingenua da fidarmi di due completi sconosciuti, figuriamoci da andare a casa loro! Insomma comportamenti talmenti ingenui, per non dire stupidi, da sembrarmi completamente inverosimili.
La figura di Julian è un po' più affascinante e un po' meno fastidiosa.
Le tematiche sul nazismo sono presenti, ma non sentite. Non ho provato nulla, tabula rasa, i personaggi non mi hanno fatto commuovere, o ridere o sospirare, insomma non mi hanno fatto provare nulla.
L'unico elemento che mi è piaciuto è stato lo stile, semplice scorrevole e con un netta distinzione tra i due protagonisti.
Per il resto, davvero molto mediocre, nonostante un eccellente idea di partenza.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    09 Dicembre, 2017
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A caccia di fantasmi

Una strana coppia si incontra sulla costa Blancal in Spagna. Nel luogo deputato a zona di vacanze per famiglie e a posto dove trascorrere la pensione per anziani del ceto medio Sandra e Julian sono messi assieme del destino. Lui è un cacciatore di nazisti che in realtà non ne ha mai catturato nessuno. Lei è una trentenne incerta, incinta e indecisa su che cosa fare. La scelta la fanno per lei due simpatici vecchietti che la soccorrono sulla spiaggia a seguito di un malore. La portano in una casa da favola, la coccolano, la lusingano, le offrono un lavoro e tutte le attenzioni che desidera. Viene adocchiata anche da Julian che po' per salvarla, un po' per usarla per i suoi scopi le rivela che in realtà lei è finita nella tana di due dei peggiori criminali nazisti ancora in circolazione. Piano piano i due riescono a ricostruire l'identità anche di altri anziani "per bene" che vivono nel paesino spagnolo, portando alla luce uno scenario inquietante.
Trovo che la Sanchez, e chi si è occupato della traduzione, scriva con uno stilo chiaro accattivante, con molta attenzione all'uso delle parole. Il prodotto finale quindi risulta una lettura gradevole, che scorre senza intoppo sotto gli occhi del lettore. Il contenuto invece è forse troppo inverosimile. Troppe le coincidenze fortunate, gli incontri per così dire casuali.
Mi è piaciuta, invece la scelta della scrittrice di descrivere gli ex nazisti come delle persone sul viale del tramonto, sì, ma ancora con gli istinti predatori che li hanno caratterizzati i gioventù. Patetici, nel loro desiderio di restare giovani, ma ancora estremamente pericolosi perché decisi a non mollare. A volte la forza data dalla disperazione è maggiore di quella data dalla certezza di avere ancora in mano il potere.

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Vany Opinione inserita da Vany    16 Gennaio, 2016
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Guarda attraverso il buio per poterli capire

La storia viene raccontata dalle due voci narranti protagoniste: Sandra e Juliàn. Sandra è una ragazza, incinta, piena di insicurezze, che lotta contro i suoi fantasmi (un amore che non riesce a corrispondere, l'incertezza del futuro, la disoccupazione, etc.), mentre Juliàn è un ottantenne vissuto, saggio, addolorato dalla morte dell'amata moglie e dedito ad una vita di vendetta nei confronti di coloro che gliel'hanno rovinata per sempre: i nazisti protagonisti delle inumane sofferenze che ha dovuto subire a Mauthausen. Ed è proprio la vendetta che lo spinge in Costa Blanca, a finire il "lavoro" iniziato anni prima da un caro amico e che lo porterà a conoscere Sandra, ignara di essere diventata il centro di interesse di un gruppo di vecchietti che, sebbene tanto strani, suscitano in lei emozioni contrastanti.
La scrittura è fluida e la trama risulta inizialmente avvincente. Il lettore cade subito nella smania di capire dove la scrittrice intenda arrivare, vivendo il racconto alternato di due protagonisti tanto diversi. Mi piacciono le trame che portano il lettore a documentarsi e ad approfondire tematiche ed infatti, conoscendo solo superficialmente la storia di Mauthausen, ho fatto ricerca ed appreso tante notizie che mi hanno aiutato ad entrare più in empatia con Juliàn.
Tuttavia, a parte questo iniziale momento di interesse per la trama, ho trovato il romanzo un po' lento. Il genere in cui è classificato il libro è "thriller psicologico" ma ritengo che l'inquadramento più corretto possa semplicemente essere "romanzo". Del thriller non ha veramente nulla, quindi, sebbene questo non sia un problema, potrebbe indurre il lettore ad aspettarsi un'esperienza di lettura significativamente differente (e questo, inutile dirlo, potrebbe infastidire, creando aspettative poi tradite).
La protagonista donna, in più, l'ho trovata scarsamente caratterizzata, sebbene l'autrice abbia cercato di conferirle tanti connotati caratteriali (l'insicurezza, la generosità e la solarità) che, in ogni caso, non la portano a spiccare ed a renderla indimenticabile, senza tralasciare il fatto che non suscita alcun tipo di affectio.
Infine, il finale deludente.
Capisco la motivazione che ha spinto la Giuria spagnola ad assegnare il premio Nadal a questo libro, che sicuramente è un bel romanzo e tratta un tema che provoca suggestione. Ma, sinceramente, credo che lo si sia troppo enfatizzato. Grande potere commerciale ma poca sostanza in un mare di lentezza.

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"La variante di Luneburg" di Paolo Maurensig
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Gavriuscia Opinione inserita da Gavriuscia    25 Agosto, 2015
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Mi aspettavo decisamente di più

Il tanto discusso romanzo della Sanchez mi è stato assegnato come lettura per le vacanze estive dalla mia scuola, e, nonostante i premi che ha vinto e le copie che ha venduto (e nonostante mi sia stato assegnato da un professore) non mi ha convinta.
La trama prometteva davvero bene, originale e carica di aspettative, anche perché il tema del nazismo o comunque i temi riguardanti la seconda guerra mondiale mi sono sempre interessati, ma penso che a questo romanzo, in cui questa delicata tematica viene trattata in maniera leggera, manchi qualcosa, probabilmente poteva essere molto di più.
Innanzitutto la peggior pecca sono i personaggi, i quali sono irreali e inverosimili. A tratti hanno comportamenti insensati e, delle volte, anche subdoli (basti pensare a Sandra che desidera l'eredità di due vecchietti che conosce da appena qualche giorno).
Ho preferito la narrazione di Julian, che, nei piccoli gesti quotidiani (ovvero non lo stalking) mi è sembrato abbastanza reale. Mentre Sandra è abbastanza odiosa, sembrava più una ventenne che una trentenne... (Va bene tutto, ma quella cosa di Alberto non la manderò mai giù). C'è una scarsa introspezione dei personaggi narranti.
Gli altri personaggi li ho sentiti molto lontani, poco dettagliati, e li ho trovati poco curati, soprattutto Fred e tutti gli altri nazisti. Invece Karin mi è sembrata più curata, ma non sono mai riuscita a vederla per quello che l'autrice voleva farla passare.
Lo stile è scorrevole quanto semplice, nulla di sofisticato ma nemmeno un linguaggio spoglio e insipido. Nulla di che, insomma.
Un'altra cosa che non mi è piaciuta è stata la scarsa narrazione del paesaggio, dei luoghi in cui si svolge la storia, il che mi ha permesso ancora meno di immergermi nel libro.
Do tre stelle a questo libro perché, nonostante non sia esente da difetti, non lo trovo un libro orribile, ma semplicemente niente di eccezionale, mediocre, insomma. Un libro con cui passare qualche pomeriggio sotto l'ombrellone o qualche serata prima di andare a letto.
Il finale in realtà non mi ha delusa come è successo a molti. Non era quello che volevo vedere, ma alla fine non è stato particolarmente deludente. Mi ha soddisfatta di più quello dalla parte di Julian, mentre quello di Sandra mi é sembrato abbastanza scontato.
Non penso che quest'opera valga davvero 18,60€. A giudicare dai premi e dalle critiche positive della stampa e dei quotidiani, trovo il romanzo sopravvalutato, o forse più una mera manovra commerciale.

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BettiB Opinione inserita da BettiB    09 Settembre, 2014
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Il profumo del sopravvalutato

E' questo l'aggettivo che secondo me calza meglio a questo libro: sopravvalutato. Non riesco proprio a capire come possa essere diventato un caso editoriale e aver vinto tutti i premi che ha vinto, per non parlare delle ottime recensioni ottenute dalle riviste spagnole. Si parla di "amicizia, amore, vendetta, odio (...) un libro sorprendente, che ti rimane dentro!". Mah.
La trama è anche ben pensata, l'argomento non scontato e soprattutto affrontato una volta tanto da un'angolazione originale: Juliàn, un sopravvissuto di Mauthausen che è riuscito in qualche modo a farsi una vita dopo la liberazione dal campo, riceve una lettera da Salva, suo vecchio amico, compagno di prigionia prima e compagno di caccia ai nazisti poi. I due infatti hanno passato la loro vita a dare la caccia ai nazisti sfuggiti ai processi degli anni '50. La lettera lo invita in Spagna e gli promette una grossa scoperta: la presenza di una vecchia coppia di nazisti che vive indisturbata i suoi ultimi anni circondati dal lusso e dalla quiete. Juliàn parte sapendo di stare per vivere la sua ultima grande avventura. Sulla sua strada incontra Sandra, incinta e sola, trasferitasi nel paesino per cercare di dare ordine alla sua vita e capire cosa fare di sé stessa. La giovane viene accolta dalla coppia di anziani come una nipote, ma la conoscenza di Juliàn le aprirà gli occhi e la porterà dritta al centro di una bufera iniziata nel passato e destinata a non finire mai davvero.
Come detto, la trama è interessante e c'è un continuo "voler sapere di più", è come un infinito preludio all'evento finale, alla giustizia, alla risoluzione.
Peccato che non accada niente del genere.
I personaggi sono incoerenti e spesso insensati. Azioni e dialoghi mi sembrano forzati e superficiali, artificiali. Incoerenti, soprattutto. Dicono una cosa e poi fanno l'altra, pensano una cosa e nel capitolo dopo fanno tutt'altro. Non ho capito se era un modo per renderli più umani e veri, a me sono sembrati solo buttati lì a casaccio. Non sono riuscita a provare empatia né con Sandra né con Juliàn, e il cambio di narratore così frequente senza un filo temporale logico e ordinato a volte mi ha scombussolato un po'.
Lo stile di scrittura è molto elementare, con pensieri personali esplicitati e poi smontati come se il personaggio dovesse giustificarsi con il lettore - tecnica che non mi è piaciuta per niente, anzi. "Riuscivo a resistere alla smania di comandare di K., anche se a volte cedevo." Parafrasato, ma il concetto è questo. In generale sembra scritto da una scrittrice abbastanza immatura che aspira a vette più alte.
Certi passaggi (pensieri di Sandra, soprattutto) mi sono sembrati addirittura meschini e fuori luogo (appena conosciuti gli anziani lei pensa subito all'eredità che potrebbero lasciarle, ma l'autrice vuole farla passare per una giovane allegra e spensierata).
Per non parlare di alcune vicende che sfociano nell'irreale. Una giovane incinta che si mette in motorino sotto il diluvio per andare a fare un saluto ai due vecchietti che nemmeno le hanno detto dove abitano? Sandra passa più tempo a lamentarsi della compagnia degli anziani che a preoccuparsi di suo figlio - cosa che le donne incinte di solito fanno fin troppo. Ci sta, se prediamo per buono il voler romanzare eccessivamente tutto ad ogni costo, ma questo non concorda con il finale fin troppo realistico e "amaro" che la Sanchez ha voluto mettere in scena - fuori dallo stile generale direi- , liquidandolo per di più in poche pagine, quando invece ne ha dedicate molte di più per descrizioni di oggetti che non aggiungevano proprio nulla alla trama.
In generale non capisco come possa essere piaciuto così tanto. Sì, una lettura passa tempo da ombrellone, qualcosa da leggere sovrappensiero per poi non tornarci più.
Ultimo ma non meno importante: che diavolo c'entra il titolo del libro con il libro?!

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    07 Agosto, 2014
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il male finge sempre di fare il bene

Positivo, senz’altro positivo il mio giudizio su questo libro, romanzo - cronaca tinto di giallo.
Spagna, Costa Blanca, Julìan raggiunge l’amico Salva all’ospizio dove soggiornava, non si tratta di una visita, ma di un passaggio di consegne. Entrambi gli anziani sono ex –internati di Mauthausen, appartengono ad una’organizzazione che dà la caccia ad ex SS sopravvissuti, che sembrano essere molto più numerosi di quanto si crede.
Salva è morto prima dell’arrivo dell’amico , anche se definire amicizia questo legame e’ assolutamente riduttivo.
Così Julìan continua la caccia ai criminali nazisti che se la godono alla grande grazie ai gioielli rubati alle vittime dell’olocausto e ad elisir di lunga vita.
Compare una ragazza, in gravidanza, con diversi problemi personali : Sandra.
Grazie all’amicizia stretta fra lei e una coppia di nazisti, riesce ad aiutare Julìan nelle sue indagini.
Nella stazione balneare, si nascondono diversi criminali, supportati da giovani simpatizzanti, appartenenti ad una confraternita.
Con un certo suspance, la storia ci coinvolge, ci tiene legati alle pagine, pur con qualche perplessità.
Ad esempio, mi sono chiesta perché l’ex deportato , vecchietto e malato , ma piuttosto arzillo, non si sia fatto aiutare dalla sua organizzazione, ma abbia coinvolto una giovane in attesa e dalle idee piuttosto confuse.
Insomma ci sono state delle forzature.
Comunque la storia lancia dei messaggi notevoli.
L’amicizia fra due persone di età così lontane , nata e continuata per una buona causa , nonostante le difficoltà e la paura.
La forza di persone che per sete di giustizia, vogliono fermamente continuare a ricordare, nonostante faccia ancora molto male, e lasci sempre quel disappunto e quella domanda martellante: Perche’?
Com’ è potuto succedere ?
Una ragazza con i percing, i capelli spruzzati di rosso, di certo poco affidabile per tutti
si dimostra invece coraggiosa, consapevole di essere strumento di verità, e si mette in gioco completamente.
Insomma, l’argomento mi attira sempre, la storia è raccontata semplicemente e in modo gradevole.



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Beverly987 Opinione inserita da Beverly987    28 Giugno, 2014
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Bello ma non balla

Il profumo delle foglie di limone é il primo romanzo della Sanchez che leggo e sono un po' delusa. Premetto che sono partita con aspettative alte, perché diversi amici mi hanno parlato molto bene di questo libro, tuttavia l'ho appena finito di leggere e non mi sento soddisfatta. La storia ha delle buone premesse. Il tema del nazismo visto da due prospettive differenti, quella passata e quella del presente, è interessante. Ho trovato che sia stato un modo originale di raccontare un argomento già più volte oggetto di trattazione. I personaggi sono affascinanti, l'anziano Julian e la giovane Sandra mi sono entrati nel cuore, mentre i membri della Confraternita sono sviluppati con una giusta, fredda consapevolezza. Ho apprezzato molto lo stile, scorrevole, ma accurato. Ciò che manca a questo romanzo è, secondo me, la vivacità dell'intreccio, la trama non rispetta le premesse iniziali che suggeriscono una storia da nervi tesi. Non solo, ma anche quando ci sono alcuni colpi di scena il ritmo e lo stile non accompagnano bene gli eventi. Tutta la vicenda sembra preparare il lettore a una svolta, a un avvenimento importante che chiuda il cerchio della trama....che però non accade mai. Il finale non mi ha convinta, proprio per questi motivi. Lo consiglio come lettura leggera e scorrevole sotto l'ombrellone! :p

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Opinione inserita da Lisa    23 Giugno, 2014

SOLO TANTE ASPETTATIVE

Il profumo delle foglie di limone mi è stato consigliato da tantissime persone e io l'ho comprato... Ma sono rimasta un po' delusa. La storia non mi ha mai fatto innamorare dei personaggi e l'ho trovati troppo distanti dalla vita reale. La storia è assurda parer mio, perché tanto interesse per un paio di vecchietti? La crisi della protagonista non si sente, non viene approfondita, non si capisce e il personaggio rimane passivo. L'intera storia non ha colpi di scena, scorre tranquillamente aspettando quel colpo di scena che non ci sarà mai. Alla fine del libro la scrittrice sembra voglia finirlo velocemente e il tempo comincia a scorrere alla velocità della luce giungendo ad un finale veramente INCONCLUDENTE, che non ha assolutamente senso e che lascia l'amaro in bocca.
Questo libro mi ha fatto sentire vecchia, a qualcun altro ha dato la stessa sensazione?

La scrittrice c'è da dire che scrive piuttosto bene, anche se tutti quei particolari erano piuttosto noiosi e irritanti considerando che scriveva pure quando Sandra andava in bagno...

L'idea non era male, e, mentre altri non l'hanno apprezzato, il non approfondimento dell'olocausto è stato una buona idea considerando che libri sul nazismo ce ne sono a sfare e fare qualcosa di originale è una buona cosa. Anche far capire che spesso la vita non è giusta e la vendetta non accadrà mai, non era brutta idea, ma andava strutturata diversamente. Ma così è tutto fuori che qualcosa di originale

Sono rimasta delusa. E poi i limoni quando compaiono?

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marika_pasqualini Opinione inserita da marika_pasqualini    12 Mag, 2014
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Pieno...

è completo...diverso da tutti i libri sull'argomento nazismo. finalmente riesco a leggere un libro istruttivo, coinvolgente e completo. c'è tutto: amore, paura, vendetta, senilità, giovinezza, emozione, umiliazione, superiorità, saggezza, ... e tutto ciò che ci si aspetta di trovare, c'è!
è molto originale la scelta dei protagonisti, una ragazza che non sa dove sbattere la testa e un signore anziano, saggio, paziente, che vuole o vorrebbe far sentire i suoi aguzzini come loro hanno fatto sentire lui. si parla di nazismo, di quella brutta bestia che è stata e che da qualche parte continua a vivere. Clara Sanchez mi ha fatto sentire come se fossi stata chiusa in un campo di concentramento con quelle persone, sotto i loro sguardi perfidi e malvagi. ho provato paura al posto di Sandra, la protagonista giovane, ho provato affetto per Julian, per tutti i suoi rituali abitudinari e per la sua forza, la sua lucidità e il suo cuore puro ma malato. vale la pena sfogliare queste pagine, per non dimenticare, per non chiudere il libro della storia senza pensare a chi come Julian e il suo amico Salva, ci hanno rimesso l'amore per la vita. Questi sono solo personaggi, ma non dimentichiamo che accanto a noi c'è ancora qualche Julian, con un numero tatuato sul braccio che vuole nascondere a tutti i costi....

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Maury14 Opinione inserita da Maury14    15 Gennaio, 2014
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Un libro per ricordare e non ripetere gli errori d

In questa storia si intrecciano le vite della coppia di alcuni gerarchi nazisti, di un vecchio cacciatore dei medesimi e della giovane protagonista della storia.
Ho letto che alcuni hanno trovato la storia un po' lenta, ma non toglie nulla alla piacevolezza della storia, forse l'unico neo è un finale un po' frettoloso.
ma la storia si fa leggere piacevolmente, i protagonisti sono ben descritti e la trama è accattivante, ti incolla pagina dopo pagina, ami Sandra e Julian e non puoi chiederti come potranno fargliela pagare per tutti i crimini commessi in passato a tutti i gerarchi nazisti.
Sarebbe bello che essa avesse un proseguo.
Modestamente mi ha entusiasmato e l'ho adorato, pagina dopo pagina.

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Consiglio questo libro a tutti coloro che come me amano i libri che trattano il post olocausto.
Non ne rimarrete delusi
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mia77 Opinione inserita da mia77    11 Dicembre, 2013
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Il profumo delle foglie di limone di Clara Sanchez

Uno dei libri che tratta dell'Olocausto e delle nefandezze che i nazisti hanno commesso, parlandone però indirettamente, a posteriori. E' la ricerca, da parte di un'ottantenne sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen, di due criminali nazisti ( ora anziani), rifugiatisi in Costa Blanca per trascorrere i loro ultimi anni pacificamente. In questa sua ricerca, si fa aiutare dalla trentenne coprotagonista Sandra, che diventa un'inflitrata e affronta molti pericoli per aiutare il vecchio Julian. Il ritmo del racconto è abbastanza serrato, ma nel romanzo manca il colpo di scena che dovrebbe soprenderci e dare una svolta alla storia. Per essere un thriller, a mio avviso non è abbastanza "giallo". Probabilmente, però, è un buon tentativo per avvicinare gli adolescenti e i giovani al tema dell'Olocausto, senza trattarlo direttamente e completamente. Quando io ero ragazza, i nostri nonni ci hanno raccontato quello che hanno vissuto sulla loro pelle durante la seconda guerra mondiale ( il racconto di mio nonno l'ho sentito centinaia di volte e mi ha sempre molto affascinata). Ora i nostri nonni sono morti ed i nostri figli possono "ricordare" solo attraverso i racconti di qualcuno che la guerra non l'ha vissuta direttamente. Quindi ben vengano i libri che permettano loro di sapere e di conoscere.

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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    03 Settembre, 2013
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Amarcord

Brillante scambio di battute tra Sandra e Julián, che in un'alternanza perfetta, capitolo dopo capitolo, trascinano le vicende di un romanzo, a tratti noioso, dalla partenza effervescente e dal finale abulico.
I nazisti, i campi di concentramento e i sopravvissuti visti con gli occhi di una ragazza giovane, Sandra, con un'esperienza costruita attraverso i libri e la televisione, e con quelli di Julián, un ottantenne sopravvissuto a Mauthausen, che ha dedicato tutta la vita a rincorre i nazisti per inchiodarli alle proprie responsabilità.
Nella costa spagnola, Sandra incinta e scontenta del presente, cerca un miglior futuro, quando incontra sulla spiaggia dei simpatici nonnetti che si rivelano essere dei nazisti. Oltre sessantanni dopo la caduta del Terzo Riech, gli ottuagenari tengono alta la bandiera con la svastica seguendo, ancora, i principi del movimento e vivendo nel lusso, forse, comprato con i furti agli sterminati. Accanto, l'incontro con Julián, ex-deportato e cacciatore per la vita dei suoi aguzzini, che la coinvolgerà in una “guerra” senza tempo, facendola crescere di colpo.
Romanzo più come tributo che come racconto, con personaggi poco caratterizzati e un po' stereotipati al limite delle credibilità (i nazisti e i sopravvissuti presenti all'epoca di Hitler oggi sono veramente decrepiti e mal si adattano ai frizzanti nonnetti descritti). Memoria storica di un passato che non deve scomparire, ricordi non solo di guerra, ma del dopo, più vicino, meno velato, meno estraneo. Uno sguardo veloce, ma utile, sui vinti e sui vincitori, per raccontare la vita dopo le atrocità del nazismo, mettendo in risalto i complotti per mantenere il successo, le giustificazioni per superare le atrocità inferte, i pensieri di chi, pagando un prezzo altissimo, si è salvato.
Un libro da leggere per approfondire, successivamente in altri testi, i temi trattati, un piccolo cammeo come contributo al crepitare della fiamma della memoria.

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testi sul nazismo, la seconda guerra mondiale.
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LUCA DA CASIRATE Opinione inserita da LUCA DA CASIRATE    31 Luglio, 2013
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MINESTRONE

Sono rimasto deluso.
Le prime pagine del romanzo mi hanno coinvolto: lo stile narrativo dell'autrice è caldo come l'estate che descrive; lo schema della doppia prospettiva Julian/Sandra è originale e dona ritmo alla narrazione; gli orrori nazisti sono svelati in tutta la loro atrocità ed ingiustizia senza cadere nella retorica.
Poi, però, comincio a perdere empatia con la trama che mi sembra vada via via trasformandosi in un romanzetto psedo intimistico o forse no ... in un romanzo d'amore ... o forse ...
Aspetto di recuperare entusiasmo (perchè a tratti mi pare che il tono stia svoltando) ma ... niente ... mi tornano alla mente le telenovelas con Sonia Braga ...
Le ultime pagine poi, mi sembra che manchino di qualche capitolo che non è andato in stampa, perchè le vite dei personaggi accelleranno alla velocità della luce con cambiamenti di carattere esagerati (soprattuto quello di Julian) ...
Quello che mi resta di questo romanzo, oltre la profonda ed inquietante tristezza per lo sterminio di tante vite, è la riconsiderazione della vecchiaia, anzi degli anziani: non sono come i nonni buoni della pubblicità o i grandi saggi della tradizione. Sono uomini, a cui il tempo ha rubato la giovinezza.

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Raffa73 Opinione inserita da Raffa73    18 Luglio, 2013
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mi ha deluso

Ho comprato questo libro consigliatomi da un amico. Non sapevo di cosa trattasse, mi sono fidata. Ho letto la trama e ho immaginato un romanzo basato sull'amicizia, sul dolore, sul male.
I primi capitoli mi hanno soddisfatta, pensavo che l'autrice avrebbe approfondito il carattere dei personaggi, volevo entrare nella mente sia delle vittime che dei carnefici. Volevo essere gli occhi di Sandra, una ragazza spensierata che si trova ad osservare il male travestito con gli abiti di due vecchietti amabili e premurosi.
Dopo queste pagine introduttive il libro assume sempre più l'aspetto del "quasi" thriller e meno del romanzo/documento. Si affacciano nuovi personaggi che speravo dessero credito e profondità a una tematica così importante. Mi riferisco all'angelo nero, il nazista più evoluto degli altri, che appare, dice la sua in un breve colloquio con il protagonista e poi? Niente.
Poi c’è Alberto, con lui il romanzo sembra prendere la piega del romanzo d'amore, ma anche lui è un personaggio senza spessore, con un bacio e senza dire più di una decina di parole fa palpitare il cuore di Sandra.
Che dire dei protagonisti? I due vecchietti nazisti non ti dicono nulla di loro, se non delle loro abitudini casalinghe; Sandra sembra voglia invischiarsi in una storia così pericolosa più per noia che per senso di giustizia; il protagonista, forse quello che mi piaceva di più, visto che è l’unico che parla del suo dolore, cerca la vendetta, quella con la V maiuscola. Certo non mi aspettavo un secondo Edmond Dantes, ma anche in questo caso, sono rimasta delusa.
Ci tengo a precisare che questa è una mia opinione, basata solo sulle mie aspettative e sul mio gusto in fatto di romanzi. Rimane il fatto che l’autrice ha il dono della scrittura, è un romanzo che scorre velocemente e lo stile è impeccabile. Per questo non lo sconsiglio, anche se a me non è piaciuto

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BRIUSTER Opinione inserita da BRIUSTER    11 Mag, 2013
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INCONCLUDENTE

La storia narrata di per sè è interessante e avvolgente, perchè attraverso i due personaggi Sandra e Julian,contunui a leggere il libro in attesa di qualcosa. Il tema sfiorato è l'olocausto che però viene accennato e magari poteva essere inserito in maniera più completa.
Mano a mano che la narrativa prosegue conosci sempre meglio i personaggi principali, coraggiosi e allo stesso tempo sprovveduti, e i loro "aguzzini", dei quali sinceramente non evince pienamente la cattiveria raccontata, perchè riesci ad immaginarli solo vecchi e acciaccati.
Continui a leggere il libro in attesa di un risvolto che non arriva mai e la lettura termina senza lasciarti nulla, per lo meno, questo è quello che ho provato io chiudendo il libro.

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Opinione inserita da didz    13 Marzo, 2013

i comportamenti incomprensibili e la banalità

Un libro che fa riflettere, a tratti surreale per la condotta dei protagonisti,Sandra e Julian, incuranti del pericolo, ma se il secondo sembra giustificato e mosso da una più che condivisibile voglia di vendetta e di distruzione del tranquillo mondo abitato da quegli stessi esseri che hanno rovinato il suo, di mondo, in maniera irreparabile, la seconda è invece incomprensibile, una ragazza che cerca il proprio senso della vita non nella vita che sta crescendo dentro di lei, ma in una storia orribile ma lontana da lei, e che ostinatamente continua nella sua ricerca anche dopo essere stata messa in pericolo anche dal suo amico Julian, con la storia del cane. Quello che mi ha più colpito, al di là di questo, è il senso intimo del libro, quella banalità del male così ben espressa da Hannah Arendt, che non ha forme riconoscibili a prima vista, ma che si nasconde e ne rende difficile l'individuazione in tutti, figuriamoci in due vecchietti apparentemente inoffensivi, stesi a prendere il sole caldo della Spagna.

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aeglos Opinione inserita da aeglos    25 Febbraio, 2013
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UN LIBRO PER RICORDARE

Libro che mi ha imprestato mia madre,dicendomi che a lei era piaciuto un sacco!
E devo dire che aveva proprio ragione; non è certo un libro d’azione,come piacciono di solito a me,
ma questo libro mi è rimasto comunque nel cuore perché commovente,
forse un pò troppo sbrigativo in alcune parti, ma mette senz’altro in evidenza i vari sentimenti,
sia di Sandra, sia di Julian, i due protagonisti. E’ una specie di diario, bella l’idea di
evidenziare prima la giornata vedendola prima dal punto di vista della ragazza e poi
vedendola con gli occhi dell’anziano. A volte può risultare noioso, perchè comunque
può essere definito come un libro su «come dire le bugie», ma ha molti riscontri positivi dal mio
punto di vista. Il passato, in alcune pagine, la fa da padrone, commovente e riluttante nel sapere
cosa accadde tra i nazisti, quante persone hanno sofferto le pene dell’inferno in quel periodo.
...e quanto può essere dolce e gustata la lenta vendetta dopo tanto, troppo tempo.

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libri sul nazismo.
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amedh74 Opinione inserita da amedh74    21 Febbraio, 2013
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Lo que esconde tu nombre

Un romanzo che in Spagna è uscito un po in sordina, poi però grazie al passaparola ha venduto milioni di copie.......e proprio al passaparola arrivo ad acquistare il libro della Sanchez.
Il titolo originale è " lo que esconde tu nombre" ( quello che nasconde il tuo nome) e avrebbero fatto bene a mantenerlo così : rende molta piu giustizia alla trama.

Questo libro racconta una storia d’amore e di coraggio, di amicizia e di lealtà. L’inizio è un po’ noioso in quanto l’autrice si sofferma a descrivere qualsiasi cosa a discapito degli avvenimenti principali.
È un romanzo pieno di punti bui e di cose nascoste, in attesa che qualcuno possa far luce su di essi. Infatti spesso dietro l’apparenza si nasconde il vero io che in alcuni casi può essere colmo di bugie e cattiveria.
La trama è interessante l'argomento anche, però non mi sono piaciute le descrizioni frettolose per i personaggi e minuziose per cose meno importanti
Il romanzo è scritto su una doppia narrazione e l’autrice riesce però nel complesso a non far mai perdere il filo nonostante l’intreccio intricato.
Deboluccio e frettoloso il finale.

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Opinione inserita da claudia    11 Febbraio, 2013

Orribile

Non riesco davvero a comprendere come abbia fatto un libro del genere a rimanere in classifica per tutto questo tempo.
Libro veramente inutile. Storia a dir poco assurda. Mi domando come sia possibile che:
-Una ragazza incinta, di 30 anni, possa avere anche il minimo interesse per l'amicizia di due anziani signori;
-per di più si mette in viaggio in motorino, sotto il diluvio per andarli a cercare..ma quando mai?!
-posso anche capire il periodo di crisi che sta attraversando questa ragazza..ma addirittura non scappare dalla villa dei 2 mostri solo perchè ora ha trovato il suo senso nel mondo..mi pare un pò eccessivo.
E' un libro che sfrutta solo un tema importante come quello dei campi di concentramento, per attirare alla lettura.
DELUDENTE.

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*Monica* Opinione inserita da *Monica*    11 Febbraio, 2013
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IL PROFUMO DELLE FOGLIE DI LIMONE

E' un romanzo a due voci. I protagonisti sono Julian, un anziano sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti che si dedica alla caccia dei suoi carcerieri, e Sandra, una 30 enne in crisi che trascorre alcuni giorni di vacanza sulla costa spagnola, dove fa amicizia con una coppia di anziani coniugi che nascondono un segreto.

Questo romanzo mi è piaciuto molto. Il delicato tema del Nazismo è trattato in maniera soft. La lettura è stata veloce e scorrevole e la trama avvincente fino alla fine. Bella l'ambientazione e ben descritta la psicologia dei personaggi. Lettura consigliata!

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Minuscola Opinione inserita da Minuscola    07 Febbraio, 2013
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NI, nè sì nè no!

Lo que esconde tu nombre = quello che nasconde il tuo nome, tradotto con: Il profumo delle foglie di limone. In effetti si parla di limoni. Non è vero, come ha scritto qualcuno, che non è menzionato nelle descrizioni. C'è, in modo marginale, ma c'è.
Il paese è bello, l'aria è ottima e il mare è blu. Siamo nel sud della Spagna dove sembra si nascondano molti ex nazisti. Tutto ben narrato insieme con gli uccellimi che svolazzano e cinguettano, ma in effetti la storia lascia un po' l'amaro in bocca. A volte assurda, altre volte conivolge e commuove.
- Assurda perchè una ragazza incinta si trova sola in queste zone e si fida di due anziani e vive con loro per mesi. Io non lo avrei mai fatto! Non mi azzarderei a stare mesi in casa di altri, aprire il frigo, spiare nei loro cestini e vivere con loro ..per di più incinta! La porta della sua stanza è l'unica che non ha la chiave, le altre sì! bah! Inolte un uomo anziano, Julian, incontrato per caso, (anche questo) le svela che i due "signori" che la ospitano sono ex nazisti, che han fatto nefandezze e fan parte di una "confraternita". Son persone fredde, calcolatrice e non sa bene cosa le possa capitare.
Bhè, io me la sarei data a gambe.
No, lei rimane e rischia anche dopo che sa che il suo amico è stato seguito e fotografato.. Quindi è in pericolo.
- Conivolge perchè la storia si fa leggere e invoglia a voler sapere di questa confraternita e dei nazisti.
- Commuove perchè quando Julian narra dei campi di concentramento, dove lui è stato, viene da pensare. Mi han colpito certe frasi che narrano di prigionieri che venivano "aperti" a sangue freddo (senza anestesie ovviamente) e che pregavano i tedeschi di ucciderli al più presto. E poi lui, Julian, che tenta il suicidio quando è a Mathausen.
Insomma questi sono fatti che fan riflettere.

La conclusione è abbastanza scontata.
Niente di chè, peccato speravo meglio!

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Paradise Opinione inserita da Paradise    05 Gennaio, 2013
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STORIA ASSURDA!

IL TESTO CONTIENE SPOILER
"Assurda storia"lo definirei cosi.Ho comprato questo libro una settimana fa considerato un bestseller in Spagna e nella classifica italiana mi ha incuriosito.Non sono stata la sola a rimanerne delusa come leggo..dico assurda perchè non mi spiego tante cose:
-come fa una ragazza incinta di 30 anni a fidarsi di 2 persone che conosce appena e soprattutto dopo pochi giorni di conoscenza con queste persone a prendere un motorino,sotto la pioggia, andare a cercarle senza sapere dove abitano e poi..per puro caso trovare la casa di Alice( un amica degli anziani);
-Dopo aver ucciso tante volte nella loro vita senza pietà..come hanno potuto i Christensen lasciare vivo un ottantenne che sapeva tutto di loro?
- Finale che non ho capito :tutti i nazisti vecchietti sono finiti in carcere dopo le informazioni che Julian ha inviato ai suoi ex collaboratori?O sono fuggiti??Bè dopo che uno si aspetta di vederli sbattuti in galera speravo in un finale più limpido e trasparente ,non a delle intuizioni!
-Romanzo carino in generale ma banale ,io già dai primi capitoli avevo già capito che Sandra avrebbe chiamato il figlioletto Julian...forse anche voi..!
-Scopo di questo libro?Non bisogna mai fidarsi delle apparenze?Bè questo lo sapevamo già!Avrebbe potuto insegnare qualcosa di piu profondo se il libro fosse stato scritto diversamente!
Io non l ho apprezzato tanto ma i giudizi sono sempre personali!

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Opinione inserita da Maurizio    25 Ottobre, 2012

La metamorfosi della paura

Un libro di una meravigliosa tenerezza. Sullo sfondo dell'orrore dell'olocausto nazista, diverse generazioni vivono oggi la dimensione della paura, che si sublima nella realtà dell' amicizia e dell' amore, uniche risorse in grado di traghettarci verso l'incertezza del domani. Al di la della trama, dei richiami storici, ciò che resta di questo libro e' la parabola della vita e del suo tenero svolgersi, dall'incertezza della nascita, alla morte che incombe, come necessita per un nuovo divenire. Essa, come dice il medico che risolve il mistero dell'elisir dell'eterna giovinezza a Julian, il protagonista, e' un bene, come per le cellule, che se non muoiono non possono dar vita ad un nuovo tessuto. E la paura si dissolve nel calore delle persone che amiamo....

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Dido Opinione inserita da Dido    25 Ottobre, 2012
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il mare fa da sfondo

Un buon romanzo dal ritmo incalzante ogni giorno ti viene voglia di riprenderlo in mano perché sei curiosa di sapere come andrà a finire.Lo stile della Sancez e' riconoscibile ha utilizzato anche in questo caso la doppia voce narrante dei 2 principali protagonisti in modo da evidenziare i diversi approcci che ogni persona può avere davanti alla medesima situazione.La storia e' originale ma allo stesso tempo vagamente surreale ,si parla infatti di una ragazza 30enne incinta di un ragazzo di cui non e' innamorata che volendo passare un po' di tempo da sola si trasferisce nella casa al mare di sua sorella e dopo qualche giorno in spiaggia conosce una coppia di amorevoli anziani che subito si comportano come dei nonni ospitandola nella loro villa con piscina.All'inizio sembra tutto normale finche' Sandra non incontra Julian un ex prigioniero di in campo di concentramento che le racconta che questa coppia di nonnini sono in realtà 2 persone ignobili e malefiche in quanto ex aguzzini delle SS.Da qui la protagonista decide di scoprire la verità e si trasforma in una sorta di spia infiltrata nella vita di questi anziani e della loro confraternita.La conclusione forse e' un po' frettolosa e scontata della serie e vissero felici e contenti quindi sul finale sn rimasta un po' delusa ma e' una lettura che cosiglio

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Opinione inserita da monica    04 Ottobre, 2012

Libro da dimenticare

Il libro e' a mio parere noiosissimo. Poche pagine iniziali potrebbero far ben sperare ma poi si dimostra banale, ripetitivo nelle azioni dei personaggi e assolutamente tedioso. Il tutto riassumibile in un centinaio di pagine. I personaggi tra l'altro, sono assolutamente inverosimili. Incredibile pensare che una donna incinta si perda dietro a persone e storie del genere. Verosimile sarebbe stata una sua uscita di scena immediata nel momento in cui si fosse resa conto del tipo di persone che stava frequentando. Trovo anche un po' po' triste che sia stato usato il tema dell'olocausto come specchietto per le allodole.
Sconsiglio vivamente di spendere 18,60 euro e tante ore di lettura per questo libro.

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farma70 Opinione inserita da farma70    11 Settembre, 2012
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Un libro da dimenticare!!

Un libro a dir poco vergognoso....mi stupisco abbia venduto così tante copie; personaggi inverosimili e soprattutto patetici, trama inesistente, finale banale e "frettoloso".
Questo libro è uno specchietto per allodole, in quanto si crede tratti di un argomento come il nazismo in maniera "soft" e quindi permetta un approccio più morbido ad una pagina della storia che non permette trattazioni superficiali, ma in realtà ti trasmette un'immagine degli ex nazisti come personaggi quasi affettuosi ed innocui. Non consiglio questa lettura a nessuno e a chi fosse interessato a sapere e a riflettere su cosa siano stati REALMENTE i campi di sterminio si legga con coscienza i libri sotto riportati e poi capirà il perchè di una mia recensione così negativa.
Per quel che mi riguarda basta Clara Sanchez e soprattutto basta passaparola!

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Consigliato a chi NON ha letto: "Se questo è un uomo"(Primo Levi); "La tregua" (Primo Levi); "Il diario di Anna Frank"........
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Opinione inserita da valeria    26 Luglio, 2012

cosa si vuol cogliere!

Ho letto il libro in 1 giorno.
Questo significa che lo stile è incalzante, per una curiosa come me era impossibile fermarsi!
Non parla del tema olocausto: la scrittrice lo "usa" solo come pretesto per cercare dei personaggi infimi, bestiali. Ha trattato l'argomento dell'apparenza che inganna. Quindi non mi è piaciuto perchè lo ritengo offensivo nei confronti delle vittime. Sapere che i macellai dei campi di concentramento se la spassino in vacanza in Spagna, al massimo andando a terminare gli ultimi giorni di vita in una casa di cura non è rincorante. Non si deve usare un tale sfregio storico come sfondo per un libro.
Lo consiglio perchè per dare un'opinione bisogna prima conoscere.

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Tucciarone Opinione inserita da Tucciarone    25 Luglio, 2012
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Pietoso!!

Mi aspettavo chissà cosa... invece non mi è rimasto che un elenco di azioni inconcludenti ed inutili tracce.
Sfrutta un argomento incredibilmente triste per scriverci un libro che delude da tutti i punti di vista e posso dire che mi abbia anche offeso. Come si è permessa l'autrice di scrivere con tanta disinvoltura su un tema così?? E poi è pienissimo di imprecisioni. Una cosa che fa proprio notare la stupidità della protagonista è il fatto che pensa che in una festa in maschera si possa andare con un costume da nazista. E poi, brutta stupida, perchè non sei fuggita appena hai visto il pericolo??
Anche il vecchio è un protagonista stupido. A partire dall'irritante descrizione del campo di concentramento, completamente distante dalla realtà, a tutte le stupidagini che ha fatto. Perchè non ha chiamato aiuto? E poi, l'Anguilla sembra il tipico fantoccio messo in mezzo per tappare una falla.

Non consiglio a nessuno questo libro.

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bibliologa Opinione inserita da bibliologa    14 Mag, 2012
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una bellissima e struggente storia d’ amore e di

Il profumo delle foglie di limone, è un romanzo scritto da Clara Sánchez ed ambientato in Costa Blanca, dove nonostante sia già settembre inoltrato, il sole è ancora molto caldo. Le strade sono deserte, e l'aria è pervasa da un intenso profumo di limoni che arriva fino al mare. È qui che Sandra, trentenne in crisi, ha cercato rifugio: non ha un lavoro, è in lite con i genitori, è incinta di un uomo che non è sicura di amare. È confusa e si sente sola, ed è alla disperata ricerca di una “bussola” per la sua vita. Fino al giorno in cui non incontra occhi comprensivi e gentili: si tratta di Fredrik e Karin Christensen, una coppia di amabili vecchietti. Sono come i nonni che non ha mai avuto. Momento dopo momento, le regalano una tenera amicizia, le presentano persone affascinanti, come Alberto, e la accolgono nella grande villa circondata da splendidi fiori. Un paradiso... ma in realtà si tratta dell'inferno. infatti Fredrik e Karin sono criminali nazisti. Si sono distinti per la loro ferocia e ora, dietro il loro sguardo pacifico, covano il sogno di ricominciare. Lo sa bene Julian, scampato al campo di concentramento di Mathausen, che da giorni segue i loro movimenti passo dopo passo. Ora, forse, può smascherarli e Sandra è l'unica in grado di aiutarlo. Non è facile convincerla della verità. Eppure, dopo un primo momento di incredulità, la donna comincia a guardarli con occhi diversi. Adesso la donna l'ha capito: lei e il suo piccolo rischiano molto. Ma non importa. Perché tutti devono sapere. Perché ciò che è successo non cada nell'oblio.
Il profumo delle foglie di limone ha un ritmo velocissimo, tanto che è impossibile interromperne la lettura, presi dalla curiosità di sapere cosa stiano tramando i vecchi nazisti e quale sia la composizione delle fiale che si iniettano, con il fiato sospeso per i rischi che corre Sandra nella sua incoscienza, seguendo le orme di Julián che ormai non si accontenta più di aver trovato “solo” due vecchie conoscenze e che diventa un altro “nonno sostituto” per l’amabile Sandra (la quale pare conoscere molto poco la storia d’Europa nel ‘900).
Questo romanzo racconta dunque una bellissima e struggente storia d’ amore e di coraggio, di memoria e di colpa, di speranza e forza; una vicenda che rimane impressa nell'animo per sempre.

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lucignolo Opinione inserita da lucignolo    13 Mag, 2012
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ma alla fine che succede???

CONTIENE SPOILER

....parte alla grande....poi rallenta...poi sembra ripartire...e alla fine?? che succede?? sembra che l'autrice abbia dovuto concludere il libro in fretta...che le abbiano fatto pressione di finirlo in qualche modo...e che modo!!!! Il personaggio Julian, anziano ebreo a caccia di vendetta, spinto per tutta la durata della vicenda, da un profondo odio nei confronti dei nazisti che lo hanno torturato e quasi ammazzato...alla fine sembra quasi aiutarli!!! Sandra, la ragazza protagonista che si infila in un bel guaio facendo amicizia con una coppietta di vecchi nazisti che presto la costringono ald una convivenza forzata, che sembra non sapere come fuggire, che non sa come salvare se stessa e il bimbo che porta in grembo...all'improvviso nelle ultime pagine sale pacificamente su un pullman e se ne va...senza problemi.... Tu lettore, sei li che aspetti da un momento all'altro che succeda qualcosa di brutto...a lei...a Julian...e invece...tutto finisce serenamente...i nazisti moriranno lentamente secondo natura impasticcandosi di vitamine...Sandra avrà un figlio e ricorderà per tutta la vita un bacio, Julian, l'ebreo arrabbiato si rinchiude in un ospizio e...morale...attende il giudizio "finale"....
No....non mi è piaciuto!

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Musica Opinione inserita da Musica    11 Mag, 2012
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Alla fine, in qualche modo, vince l'umanità

L'impressione che di primo acchito avevo recepito dalla trama di questo libro era assolutamente fuorviante. Se ci si dovesse superficialmente soffermare sul retro di questo romanzo ancor prima di leggerlo, si finirebbe probabilmente con l'ignorarlo ingiustamente. La realtà, invece, sta nella grintosa interpretazione narrativa della Sanchez che, con il suo stile incalzante e dinamico, riesce a condurre il lettore in un thriller tinto di giallo dal sapore reale. La sua scrittura, matura e non per questo priva di freschezza, rappresenta infatti uno degli elementi chiave de 'Il profumo delle foglie di limone', la cui arma vincente coincice con la capacità di descrizione introspettiva dell'autrice. Le personalità dei due personaggi protagonisti, pur distanti per carattere e generazione, finiscono col comunicare sorprendentemente, incastrandosi in modo impeccabile al contesto a sua volta narrato con una nitida cura per i dettagli cronologici ed ambientali. E' piuttosto facile che lo stesso lettore riesca quasi ad entrare in prima persona nelle avventure della giovane Sandra, vicina al pubblico per la sua umana ingenuità; ma non è neanche così difficile affezionarsi al carismatico timbro caratteriale di Juliàn, che con la sua saggia interpretazione della realtà e la sua personalissima sensibilità si rivela personaggio di enorme carica emozionale.
Un romanzo intelligente e pressochè indovinato, confermato dal perfetto connubio comunicativo dei protagonisti, e radicato con maestria in un contesto sociale attuale e per questo assolutamente non banale perché non banalizzato.

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Cosmea Opinione inserita da Cosmea    10 Mag, 2012
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Apparenza.

Molto bello,l'ho divorato questa estate sotto il sole di Luglio. Molti temi si congiungono insieme in un'ottima unione di passato e presente. Storia appassionata e diversi colpi di scena. Diversi tipi di amore si intrecciano tra di loro. L'amore di una futura madre,quello di un nonno e quello per un uomo misterioso. Linguaggio semplice forse poco scorrevole a causa del continuo cambio di narratore. La storia comunque procede bene e si fa leggere in un batter d'occhio. Finale leggermente a sorpresa e un po' deludente. Avrei preferito che Sandra scoprisse la verità sull'uomo di cui si era innamorata e che tanto la spaventava e che restasse con lui. Inoltre trovo il finale molto affrettato e sbrigativo.
Per il resto lo consiglio,soprattutto agli appassionati di storia.

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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    03 Aprile, 2012
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NULLA E' COME SEMBRA

Libro che si legge in un soffio.......Pur trattando un tema dolorosissimo e spinoso come il nazismo e la deportazione nei campi di sterminio, offre al lettore uno stralcio ,non raccontando una storia più o meno inventata basata sugli eventi successi in quegli anni,ma raccontando la stessa storia evolutasi fino ai giorni nostri...
Il protagonista, Julian, deportato e sopravvissuto, insieme al suo compagno di prigionia, dedica la sua vita alla caccia dei suoi aguzzini di un tempo, ed alla morte del suo compagno e amico, più determinato e deciso di lui, abbraccia in pieno la causa, essendo anche vedovo da poco e avendo un figlia ormai grande.Tutta la storia si snoda in un paesino affacciato sulla costa spagnola, in cui si è insediata una comunità di ex-nazisti, uniti da un patto di fratellanza, ma , allo stesso momento, nessuno di loro perde le abitudini di un tempo nell’essere crudele, sadico,avido di controllo e potere; notevoli sono le dinamiche psicologiche che legano i vari personaggi.
La freschezza viene introdotta da una giovane ragazza,Sandra,incinta, trasferitasi in questo luogo per fare chiarezza nella sua vita, fino a quel momento costellata di scelte sbagliate e confusione, che man mano si intreccia la storia, assume un ruolo di primo piano e una maturazione ed evoluzione personale importante.
Bel libro, non scontato, non noioso, che dipinge a fondo le persone, gli stati d’animo, i caratteri con una delicatezza non comune, bello anche lo sfatare il luogo comune del considerare la figura dell’anziano come persona bonaria, tranquilla da cui non ci si possono aspettare sorprese.
Trama solida e credibile.

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ramona balan Opinione inserita da ramona balan    25 Marzo, 2012
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una lettura poco impegnativa

Sono rimasta entusiasta da questo libro principalmente per due motivi. Il primo è che tratta di temi importanti tra qui le terribili vicende dei criminali nazisti. Secondo, l' autrice è stata abile nella scrittura a due voci: da una parte il vecchio Julian, che durante la sua permanenza nel campo di concentramento di Mauthasen ha potuto toccare la sofferenza e la miseria; dall' altra la giovane e confusa Sandra in crisi esistenziale. Ho potuto immergermi sia nei pensieri di Julian, sia in quelli di Sandra e ciò evidenzia uno studio psicologico dei personaggi molto meticoloso.
La lettura appare abbastanza scorrevole e semplice, anche se devo ammettere che a tratti sembra quasi "piatta".
Il finale tutto sommato è poco stravagante, ma molto più realistico di ciò che ci si aspettava, perciò ho potuto chiudere il libro con un sorriso.
Consiglierei questa lettura poco impegnativa e leggera a persone di tutte le età, in particolare agli studenti che si vogliono avvicinare alle vicende naziste, in modo più "soft" rispetto a un' opera saggistica.

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p.luperini Opinione inserita da p.luperini    18 Marzo, 2012
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TROPPA FANTASIA SU UN TEMA IMPORTANTE

Purtroppo può accadere di accorgersi di avere perso troppo tempo ed energie a leggere un romanzo. Questo è il sentimento che ho provato quando ho chiuso "Il profumo delle foglie di limone" . Nonostante sia ben scritto e tratti un tema importante non ha proprio colpito. Ciò che non mi è piaciuto è stato il modo irreale con in quale è stata narrata la vicenda, come due personaggi protagonisti siano potuti entrare in contatto e vivere un pezzettino della loro vita con i peggiori "mostri" della storia. Sicuramente è acaduto quanto descritto ma non con le modalità scelte.

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Bi Opinione inserita da Bi    17 Gennaio, 2012
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Il profumo delle foglie di limone

Sicuramente un romanzo scorrevole e ben scritto. La trama è avvincente mentre lo si sta leggendo, difficilmente credibile se lo si analizza minuziosamente.
All'inizio sembrava un libro sul recupero di umanità di uomini disumani, alla fine si capisce che non c'è limite alla malignità.
Con tutto il cuore spero che non possano esistere episodi del genere nella realtà.
Direi libr nel complesso grazioso.

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Danielina Opinione inserita da Danielina    11 Gennaio, 2012
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Un finale banale..

Un libro nel complesso carino e che consiglio a chi vuole accostarsi al tema del nazismo in modo poco violento. Una storia che appassiona il lettore ma che porta verso un finale banale e quasi forzato. Sembra che la scrittrice si sia persa scrivendo e ha messo fine a più argomenti lasciandoli in sospeso.
Lettura comunque scorrevole che a tratti fa commuovere. Soprattutto nel personaggio di jiulian in cui vedo l'incapacità di trovare una vendetta concreta, perche' in realtà nessun tipo di vendetta può ripagare un ebreo da una vita di maltrattamenti disumani.
Consiglio la lettura senza grandi pretese..

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alessandra84 Opinione inserita da alessandra84    28 Dicembre, 2011
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il profumo delle foglie di limone

Non è facile scrivere una recensione per questo libro perchè non so ancora se mi è piaciuto o meno... comunque in breve la storia parla di questa ragazza incinta, sola e confusa che per caso conosce due persone anziane che inizialmente l'aiutano, le fanno sentire che non è più sola che di loro si può fidare ciecamente, come fossero i suoi nonni... e proprio lì sta il problema... non ci aspetteremo mai il Male dietro due persone anziane, all'apparenza innocue! e invece man mano che la storia va avanti vediamo come queste persone abbiano distrutto intere esistenze, perchè anche i sopravvissuti in realtà non sono mai tornati a casa, senza provare il men che minimo rimorso... e cercando un modo per portare avanti il loro pensiero! La cosa che mi ha lasciato l'amaro in bocca è il finale... volevo Giustizia! almeno nei libri...

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MATIK Opinione inserita da MATIK    05 Dicembre, 2011
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Il profumo delle foglie di limone.

"Il male non sa cosa sia il male finché qualcuno non gli strappa la maschera del bene."
Una storia che ci fa conoscere che spesso ci possiamo ingannare, il male si può nascondere in ogni parte dove meno ce lo aspettiamo.
Scopriremo quanto il male, in questo caso quello subito nei campi di concentramento, sia tremendo per chi l'ha vissuto sulla propria pelle, niente poi sarà più come prima. Conosceremo le due facce della medaglia chi ha causato il male e chi lo ha subito ed al centro la figura di una ragazza Sandra che affronta la sua vita nell'insicurezza dei ragazzi di oggi e che grazie alla storia nella quale verrà coinvolta imparerà molto, maturerà e diventerà più forte!Un bellissimo libro che mi ha commosso, semplice ed allo stesso tempo molto profondo per i temi che tratta!

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Opinione inserita da martina    29 Novembre, 2011

mi aspettavo tanto

Devo dire che come lettrice mi faccio spesso affascinare dai titoli: sì, un libro non si giudica dalla copertina, ma ho un debole per quelle storie che si presentano così succulente già dal titolo e non ci posso proprio fare niente.
Ma finito di leggere questo libro, ho capito una cosa: mai andare alla cieca.
Questa è una storia INCONCLUDENTE: per buona parte del libro la protagonista femminile cerca indizi (aiutata anche dall'altro protagonista del libro), sembra scoprire chissà quali loschi segreti... e io attendevo paziente il momento della verità... e quando è arrivato ho pensato "tutto qui?". Insomma, tra momenti di noia assurda e continue scoperte deludenti, ho deciso: leggere sempre le recensioni, prima di acquistare un libro.

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lucabettin Opinione inserita da lucabettin    05 Ottobre, 2011
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il profumo delle foglie di limone

La lettura di questo libro è stata una piacevole sorpresa.
La storia si sviluppa in maniera originale e l'autrice introduce elementi di originalità alla storia, che si sviluppa con tempi che permettono di metabolizzare il susseguirsi degli avvenimenti facendo crescere poco alla volta l'attesa per ciò che dovrà accadere di volta in volta.
I protagonisti sono "anti-eroi" per eccellenza che fanno riflettere ed immedesimare.
Un anziano che porta con se tutte le limitazioni ed i problemi derivanti dalla sua età ed una ragazza incinta con una vita da ricostruire.
L'amore entra nella storia in maniera non usuale da sembrare all'inizio una situazione un po' forzata, risulta però in seguito un'appendice azzeccata ed originale della trama.
Il finale trova una via d'uscita per la storia non facile da prevedere e per nulla assolutamente banale.
Semplice, come semplici sono i protagonisti.
Le sensazioni che si metabolizzano dai libri sono assolutamente soggettive e personali.
Questo è un libro che lascia qualcosa, anche dopo un po' di tempo dalla fine della sua lettura. Sedimenta. Ed è una piacevole sensazione.

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Dr Feelings Opinione inserita da Dr Feelings    24 Settembre, 2011
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Un libro piacevole

"Il profumo delle foglie di Limone" appare per il suo titolo come una stella che brilla sullo scaffale di una libreria. In realtà il libro non è affatto così brillante quanto potrebbe sembrare. La storia di due destini legati e un punto a favore dell'autrice, che promette una scrittura quanto piacevole e piatta nel raccontarci le vicende di Sandra. Il finale, che avrebbe potuto rappresentare un riscatto vero e proprio dalla piattezza della storia, risulta scontato è purtroppo banale. Non è un capolavoro come molti lo definiscono;al contrario è un libro piacevole, da leggere con mente spensierata di forti aspettative.

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mt Opinione inserita da mt    24 Settembre, 2011
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Le apparenze a volte..... ingannano!

E' la storia di Sandra una trentenne in crisi con sé stessa e con gli altri....non riesce ad avere un rapporto con i genitori, senza lavoro e incinta di un uomo che probabilmente non ama e di.....Julian un uomo che riceve una lettera dal suo caro amico Salva....amici scampati ai criminali nazisti al campo di concentramento di Mauthausen, ora sulle loro tracce per smascherarli.
E' settembre e nell'aria c'è profumo di limoni e Sandra decide di rifugiarsi nella casa al mare della sorella...nell'intento di prendere delle decisioni definitive.
Mentre Julian parte per incontrare l'amico che si è trasferito in una residenza per anziani, un bel posto pervaso dal profumo degli alberi di limoni,...Sandra molto vulnerabile stringe una forte amicizia con due apparenti amabili vecchietti ma, finisce per cadere proprio nelle mani di quei criminali che Julian e salva non volevano lasciare impuniti per i crimini commessi.
Custodivano un segreto.....avevano un obbiettivo a lei sconosciuto e...Julian la mette in guardia.
Ma quale segreto custodivano?...cosa succede quando Sandra scopre che......cosa ha capito che deve fare per salvare quella creatura a lei ancora sconosciuta ma che cresce dentro di sé?
La vita di Sandra può essere paragonata alla vita di ognuno di noi fatta di debolezze, di indecisioni, di paure, timori....incertezze....è la vita di tanti....!
Mai fidarsi delle apparenze, mai di qualcuno che non si conosce...Fidare solo su sé stessi e contare sulle proprie forze....così avrai la soddisfazione di dire...io ce l'ho fatta!!!!

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valen81 Opinione inserita da valen81    15 Settembre, 2011
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Mi è sembrato di leggere un libro un po'....banale

Ho comprato questo libro perchè incuriosita dalla pubblicità, attratta dal titolo ed interessata dalla trama. E' scritto in maniera scorrevole, senza troppi giri di parole, termini aulici o in disuso e si lascia quindi leggere agevolmente. Nonostante questo, l'ho trovato un po'....banale. La storia non aggiunge nulla di nuovo a quello che comunemente si conosce sui campi di concentramento e in realtà, lo stesso racconto del periodo in essi vissuto dal protagonista, è frammentario. Piuttosto il libro s'incentra sul maniacale pedinamento, da parte dell'ormai ottantenne Julian, riuscito a sopravvivere al campo di concentramento di Mauthausen, dei nazisti responsabili delle stragi che in esso venivano perpetrate, in un susseguirsi di vicende, su molte delle quali il lettore deve necessariamente lasciar correre, poichè sa che difficilmente esse potrebbero verificarsi nella realtà. Tuttavia la storia, a tratti molto fantasiosa, nell'epilogo diviene stranamente reale, lasciando nel lettore, che si attendeva grandi accadimenti, una sensazione di incompiutezza,di insoddisfacimento, poichè, dalla vicenda più grave a quella più leggera (ad esempio la tenera amicizia con la giovane coprotagonista) tutto si conclude nel più banale dei modi.Dopo aver finito di leggerlo, il messaggio che mi è rimasto più chiaro è che molto spesso è il male a vincere sul bene e che ancora più spesso gli autori di misfatti indicibili rimangono impuniti.

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Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    05 Settembre, 2011
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Un bestseller



Mi succede spesso: se un libro viene osannato, strapremiato, se non si parla d’altro… io non riesco a leggerlo subito. Magari lo compro, ma lo tengo a distanza fino a quando il clamore non si placa. In questo caso non l’ho neppure comprato: me l’ha prestato un’amica che me l’ha molto raccomandato.
Si tratta della “solita storia”: ex nazisti ormai in disfacimento che si sono impiantati con successo nell’attuale tessuto sociale, che non hanno abbandonato le proprie convinzioni, che si circondano di cloni di loro stessi, che sono sfuggiti ad ogni castigo per le atrocità compiute in passato e godono nel presente di ricchezze rubate alle loro vittime.
E poi il Simon Wiesenthal di turno che li scova, li costringe ad uscire allo scoperto e si impegna perché il castigo arrivi anche per loro.
Dico “solita storia” perché non è il primo libro che leggo incentrato su una storia di questo tipo, che ha sempre il suo fascino e … vende! Anche se i personaggi non hanno profondità, anche se non c'è una vera storia, anche se non aggiunge nulla al già detto.
Il libro è ambientato nel momento attuale e ormai i fatti sono talmente lontani nel tempo che sia i cacciatori di nazisti che i nazisti stessi sono decrepiti, e per creare un minimo di azione e movimento l'autrice affianca al nostro eroe una giovane donna che sarà la sua infiltrata all’interno della corte dei macilenti ex macellai e correrà per questo qualche rischio.
Il libro nel complesso mi lascia molto tiepida: non presenta sufficiente azione per catturare la fantasia, né ha il pregio di scavare a fondo nella psicopatologia del male o perlomeno nelle motivazioni della barbarie nazista.
I terribili gerarchi, intorno a cui il protagonista più che ottuagenario vuole stringere il cerchio, non sono che arroganti ex signori della morte, che vivono in un mondo molto chiuso che sembra un club per anziani e che proteggono con alti muri e qualche guardia del corpo un presente popolato di riti e festini a base di simboli che ormai hanno un significato solo per loro.
Finiscono col fare più pena che paura, contrariamente a quel che forse si prefiggeva l’autrice.
Il personaggio meglio riuscito è comunque il vecchio “cacciatore”, trascinato in questa storia quasi suo malgrado e sempre simpaticamente conscio delle limitazioni fisiche dovute all’età, cui supplisce con una discreta dose di ingegno e fantasia.
Vecchi nazisti dementi infelici e moribondi, vittime in attesa di giustizia ed anch’esse ormai prossime alla fine, un periodo storico orribile, ingiustificabile ed indimenticabile: su tutto questo il tempo che scorre ed elimina i protagonisti.
Mi viene in mente “La livella” di Totò: la storia si occuperà dei fatti e dei giudizi, degli uomini si occupa la morte.

[...]
E forse in quel momento, dentro un paio di jeans, un giubbotto col cappuccio e un logoro cappello da marinaio, il Macellaio di Mauthausen camminava con passo ostinato davanti a me, come se volesse aggrapparsi alla vita più che poteva.
In quel luogo che puzzava di carne bruciata e in cui esseri come Heim erano i signori della vita e della morte, smisi di credere in Dio, o almeno smise di piacermi.
Se il Dio dei campi verdi, di fiumi come il Danubio, delle stelle e delle persone che ti riempiono la vita di gioia era anche il Dio di Heim, delle camere a gas e di quelli che godono nel far soffrire gli altri, allora quel Dio non mi interessava, comunque venisse chiamato nelle mille religioni del mondo. Un Dio dalla cui energia provenivano sia il bene che il male non mi ispirava fiducia, così iniziai a vivere senza di lui questa vita che non avevo chiesto io. Neppure nei momenti peggiori l’ho mai invocato nei miei pensieri, e consiglierei a chiunque di cercare di passare più inosservato che può davanti a lui.
[...]

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sommo Opinione inserita da sommo    25 Agosto, 2011
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Nessuna giustizia sulla terra.

Il romanzo di Clara Sanchez prende spunto dalla reale presenza in Spagna di molti reduci del terzo Reich che hanno passato il loro tramonto dorato tra gli agi frutto dei loro crimini.Scritto in modo piacevole e scorrevole è il racconto dell'amicizia tra un anziano reduce e una giovane ragazza madre che coinvolti nella caccia ai criminali condivideranno una preziosa amicizia nell'inseguire un ideale di giustizia.Per imparare a non cedere.

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Flo Opinione inserita da Flo    20 Agosto, 2011
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Niente inganna più che la vista.

Lui, sfuggito all'Olocausto, carico d'odio e sete di vendetta e lei, giovane donna incinta alla ricerca di risposte ai suoi mille perché, finita casualmente in un giro che non le appartiene. E' la storia sensazionale di un lui e di una lei con niente in comune se non la voglia di sapere e di andare oltre la maschera indossata da questo branco di filonazisti che comodamente abitano la costa spagnola senza alcun rimorso per il sangue sparso. Un romanzo di ricerca, di odio, di speranza e di lotta.

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Opinione inserita da greta    06 Agosto, 2011

carino ma...

Molto piacevole da leggere ho trovato molto interessante il fatto di avere una doppia narrazione, soprattutto per il fatto che i due protagonisti sono completamente diversi tra loro. vecchio/giovane uomo/donna ecc.
non si perde mai il filo logico della narrazione, anche se secondo me pecca un po' la trama, mi sarei aspettata un finale molto più "movimentato", fino all'ultimo sembra debba succedere chissà cosa e invece passa tutto alla svelta.
consiglio comunque la lettura perchè la storia è interessante, e il mistero intorno ai 2 protagonisti è ben sostenuto in tutto il romanzo.

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