Saggistica Storia e biografie La fine è il mio inizio
 

La fine è il mio inizio La fine è il mio inizio

La fine è il mio inizio

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Tre mesi prima di morire, Terzani chiama il figlio Folco nella casa di Orsigna per raccontargli la sua vita. Padre e figlio si incontrano sotto un albero, unico testimone un registratore, e parlano della vita passata, delle passioni e dei divertimenti. Terzani racconta cose di cui prima non ha mai parlato: l'infanzia povera a Firenze e i primi passi nel mondo del giornalismo. I grandi momenti della sua vita - la violenza della guerra in Vietnam, la delusione del comunismo in Cina, l'orrore del futuro visto in Giappone - si alternano ai ricordi personali di viaggi avventurosi in zone proibite, di incontri con spie, e di passioni che lo hanno portato a collezionare migliaia di libri, statue tibetane e gabbie piene di uccelli esotici. Ed è così che parola dopo parola, ricordo dopo ricordo, Terzani si mostra in tutta la sua pienezza.



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La fine è il mio inizio 2023-10-15 13:26:50 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    15 Ottobre, 2023
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Libertà dai desideri

"Mi sento pervaso da una gioia come da un alone"

Un libro intenso, molto interessante, di grande umanità.
Si tratta di una lunga conversazione fra Tiziano Terzani e il figlio Folco nella bella cornice della terra natìa.
Il celebre giornalista e scrittore, pur gravemente malato, è come illuminato di lucida e serena sapienza.
E' soddisfatto della propria vita. Ora guarda alla morte come a un approdo al quale la vita stessa tende.

Tra le varie esperienze vissute, indelebile porta in sé il fascino dell'India. Quei vecchi ispiratori di saggezza, che noi troviamo nei libri, là s'incontrano viventi, magari per strada oppure andando a cercarli. E per lui quegli incontri, afferma, sono stati alquanto fruttuosi.
"... una delle poche cose che ho imparato (...) è la rinuncia ai desideri, che è la vera, ultima grande forma di libertà".
Anche Folco ovviamente interviene, ponendo domande e sollecitando risposte. Talvolta è lui stesso a pronunciare una frase particolarmente profonda : "Io mi domando se l'illuminazione non sia proprio l'arrivare a guardare il mondo così com'è e trovarlo perfetto" .

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La fine è il mio inizio 2016-09-06 17:56:21 Kvothe
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Kvothe Opinione inserita da Kvothe    06 Settembre, 2016
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DISCORSI TERZANIANI

Un libro magnifico, pieno delle esperienze di vita di Tiziano Terzani. Reporter d' assalto che ha vissuto diverse esperienze pericolose salvandosi spesso grazie alla fortuna e alla astuzia. Tiziano di certo non ha avuto una vita noiosa. Avventuroso e curioso di natura si è impegnato per tutta la vita a raccontarci la sua amata Asia che con alti e bassi ci è riuscito alla grande. Il libro è molto profondo e intimo come può esserlo solo un libro autobiografico dove vediamo un Tiziano ormai rassegnato alla propria morte, a raccontare al figlio Fosco tutta la sua la vita. Il libro lo consiglio sia perchè racconta la vita di un uomo straordinario sia perchè è un libro molto interessante che descrive l' Asia segreta che Terzani è riuscito a raccontarci e l' enorme sforzo per integrarsi con loro correndo grandi rischi. Uomo colto e di grande introspezione Terzani ci racconta la sua vita senza filtri e censure, facendoci conoscere sia i suoi pregi sia suoi difetti come per esempio la sua passione per il gioco d' azzardo o la "controllata" dipendenza da oppio nel Vietnam. Di sicuro non c'è il rischio che vi faccia sonnecchiare quando lo finirete sarete arricchiti di sapere e di un altro modo di vedere il grande continente asiatico. Se vi piace l oriente Tiziano è l' uomo che fa per voi, grazie ai suoi libri vi farà scoprire: l' ermetica Cina, il Giappone, la tecnologica Singapore, la Cambogia Khmer, il Vietnam, la spirituale India e tante altre ancora. Se leggerete questo libro non potete far altro che adorare quest' uomo istrionico, saggio ed innamorato della vita.

« Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi dispiace solo che non potrò scriverne. »
(Tiziano Terzani, Anam il senzanome. L'ultima intervista a Tiziano Terzani, Longanesi, 2005) Questo era Tiziano Terzani

Se vi piace vedetevi anche le interviste perchè era uno che diceva la sua e la sapeva dire alla grande.

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Libri di Terzani: Una altro giro di giostra, la porta proibita, un indovino mi disse, pelle di leopardo ecc
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La fine è il mio inizio 2015-09-26 17:28:25 BeaBonheur
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BeaBonheur Opinione inserita da BeaBonheur    26 Settembre, 2015
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la bellezza della vita

Dentro questo libro c'è una vita. La storia di un unico immenso viaggio tra i mille viaggi e le mille altre storie che esso ha incrociato.
"La fine è il mio inizio" è l'ultimo dono che Tiziano Terzani ha lasciato al mondo prima abbandonare la vita terrena e "cominciare un nuovo inizio"; egli ci regala la possibilità di spaziare nella sua incredibile vita e di cogliere, attraverso essa, un'innumerevole moltitudine di significati.
Tramite un un lungo e profondo dialogo col figlio Folco, Terzani ricostruisce il filo del suo vero grande viaggio dall'infanzia umile e modesta, come la maggior parte dei grandi, alla conquista del senso della sua esistenza e verso la sua identità, o non identità: l'Anam - il senza nome.
Attraverso la sua dolce voc,e Tiziano Terzani vuole comunicarci ciò che è per lui il senso di questo mondo, verso la scoperta di antiche saggezze che ne contengono tutta la verità, purezza, immensità.

Entriamo dunque in un racconto che ci riporta alla natura, al silenzio, all'amore vero, all'essenza delle cose che sta nella semplicità che ci circonda, a cui possiamo attingere tutti. Il vero non appare agli occhi ma deve essere scoperto col cuore e si trova proprio lì: laddove nessuno di noi pensava fosse, nel mondo circostante con ogni suo elemento semplice. L'amore ci circonda, è lì fuori, perchè "ciò che è dentro è anche fuori e se uno non ha niente dentro non troverà niente neanche fuori".

Dico grazie a Tiziano per quest'avventura che ci ha regalato la quale, ripercorrendo tutta la sua vita in una lunga dialogo/racconto, cerca di donarci il suo modo di vivere, ciò che di più prezioso il nostro Tiziano ha guadagnato. Egli scopre che tutto ciò che l'uomo compie nella vita è seguire un unico grande filo. E ciò da senso a ciò che viviamo. Infatti se ci fermiamo un attimo a riflettere in questa distratta e caotica vita, capiamo che ogni cosa fatta e vissuta non ci ha portato che qui in questo esatto istante. Ecco che scopriamo che c'è un filo, un senso cui ognuno di noi è portato a vivere.

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La fine è il mio inizio 2014-11-25 09:35:46 Mephixto
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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    25 Novembre, 2014
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Anam

Splendido viaggio nei ricordi di un grande uomo, un confronto tra generazioni, stili di vita e aspettative opposte. Uno splendido testo che mi ha commosso divertito e appassionato . Una dialogo tra padre e figlio scandito dai momenti di vita quotidiana, uno splendido tentativo di capirsi l’uno con l’altro. Il tutto si svolge negli ultimi giorni nella sua casa alla Orsigna, quando ormai Terzani, stanco ma sereno, sente prossimo il giorno della sua partenza per questo nuovo e misterioso “inizio”.
Considerazioni, pensieri e ricordi ci coinvolgono, ci avviluppano trascinandoci nella vita di questo straordinario cronista dell’Asia di metà secolo scorso; raccontata con le parole di chi l’Asia ha capito che non va capita, ma accettata così com’è, un uomo che è stato in grado , sua fortuna e suo merito, di vivere i grandi momenti della storia contemporanea. Un uomo che ha saputo cambiare prospettiva, affrontare le avversità e accettare le incoerenze di un mondo che cambia alla velocità della luce e che spesso a dimostrato nella pratica la classica teoria della rana bollita .
Terzani è uno di quei personaggi che va studiato, proposto e promulgato nelle scuole. Un uomo che è riuscito a fare del suo vissuto un messaggio di speranza; ma anche un monito a guardarci attorno e a rallentare, ascoltare e a riflettere sua quali realmente sono le esigenze del essere umano e quali siano le strade da percorrere.

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La fine è il mio inizio 2013-08-21 06:45:13 SARY
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SARY Opinione inserita da SARY    21 Agosto, 2013
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La vita è una meravigliosa avventura

Tiziano Terzani giunto al capolinea del viaggio incredibile intrapreso dalla nascita rilascia un’intervista al figlio Fosco, un lascito prezioso messo a disposizione di tutti, un inno alla vita.
Così, seduto comodamente nella casa di Orsigna Terzani ripercorre con il figlio gli anni passati, tira le somme, cerca il senso del proprio vissuto, con infinita pace e serena accettazione dell’imminente fine.
Colpiscono la lucidità di questa mente nonostante la grave malattia e la precisione nella descrizione dei fatti, dati e nomi collocati nello spazio temporale senza il minimo indugio.
Il risultato è una raccolta di esperienze di vita da cui emergono mille identità che si fondono in un unico e grande individuo; infatti, Terzani è un coraggioso giornalista, un abile scrittore, un instancabile ricercatore, un determinato anarchico, un pacifico meditatore, un simpatico compagnone, un padre alternativo, un innamorato marito, un inguaribile viaggiatore, amato e odiato, cercato e cacciato. Un personaggio sopra le righe, amante della verità assoluta e della libertà, senza peli sulla lingua con il costante bisogno di sapere fino in fondo, di entrare nelle cose, di esser parte integrante della Storia.
Il lettore attraversa l’Europa, l’America, l’Africa e l’Asia; insegue Terzani nelle spedizioni giornalistiche fatte a modo suo, familiarizza con gli ambienti da lui frequentati, di ogni tipo, colore ed odore e ne rimane incantato. Mi fa pensare ad un camaleonte, si adatta ad ogni nuova circostanza e luogo senza scomporsi e senza perdere le proprie convinzioni. lo potremmo definire un cinese mancato tanto è stato il suo puro amore nei confronti di questa cultura ed un figlio adottivo dell’India per l’affinità ideologica.
Libro interessante, profondo e utile sotto diversi punti di vista, un mix di storia, geografia, politica e cultura generale, non risparmia lodi e critiche. Una carrellata di persone e scenari, dalla moderna Columbia University alle antiche pagode cinesi. Essendo un dialogo tra padre e figlio, domanda e risposta, lo stile non è curato e ricercato, ma è semplice e diretto. Per me non è stata una lettura leggera e scorrevole, ho avuto bisogno di momenti di pausa per rielaborare e immagazzinare la quantità di informazioni. La seconda metà dell’opera è ricca di sentimenti e umanità, meno fatti e più pensieri, la parte finale è toccante, almeno per me lo è.
Cosa ha spinto Terzani a vivere una vita così intensa ed avventurosa? La curiosità e l’attrazione per la diversità in tutte le sue forme. Strano, spesso quest’ultima frena, per lui, invece, è sempre stata un incentivo.
Non mi resta che porgere all’affascinante saggio dalla barba bianca e alla sua famiglia che ha contribuito e permesso la sua formazione i miei complimenti ed a voi un augurio di buona lettura, densa di insegnamenti, stimoli e riflessioni.

“Io sono convinto che solo la diversità del mondo crea vitalità e dà maggiore libertà a tanta gente, mentre l’appiattimento secondo modelli prestabiliti non fa che esasperare certe situazioni ed eliminare tante belle alternative”

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La fine è il mio inizio 2013-07-22 13:13:45 Todaoda
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Todaoda Opinione inserita da Todaoda    22 Luglio, 2013
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Un libro difficile. Difficile per chi lo scrive: per il figlio, costante e talvolta inopportuno (leggasi il capitolo "interludio") testimone del progressivo spegnersi del padre; per il padre che ogni giorno sente appunto che la sua morte è più vicina e ciò nonostante trova il coraggio di realizzare una interessante ed affascinante cronaca della propria vita e dei fatti storici avvenuti in quel periodo; e un libro difficile infine anche per chi lo legge: se non si ha una minima conoscenza di filosofia orientale e della storia della seconda metà del novecento molte considerazioni o intuizioni dell' autore risulteranno piuttosto ostiche. Certo viene spontaneo chiedersi perché qualcuno che non è interessato ad almeno uno degli argomenti sopracitati si metta a leggere questo libro (anche se le motivazioni possono essere tante: la fama dell’autore, il consiglio di un amico, o magari proprio la voglia di incominciare ad addentrarsi in questi argomenti), tuttavia anche il lettore addentro in questioni storico filosofiche, pur rimanendo appagato per quel che riguarda la sezione relativa all’aneddotica storico-biografica, noterà nascere in sé un conflitto sempre più acceso, vivo ed insopportabile, allorché si soffermerà a ragionare sulla parte filosofica. E questo conflitto interiore è in crescendo costante con il libro poiché la sua metà logica, quella del lettore (ammesso che di metà si voglia parlare), gli farà comprendere, se non addirittura approvare, la gioia e la curiosità con cui l'autore si appresta a dipartire da questo mondo, ma l’altra metà, quella governata dai sentimenti, lo farà soffrire per l'ineluttabile destino di un uomo che ha vissuto tanto e in maniera completa e che ormai è inesorabilmente condannato dalla malattia.
Non dovrebbe essere il contrario?
Se uno ha compreso l’ultimo messaggio di Terzani, se è vero quel che afferma, non dovrebbe sentire col cuore che ha ragione lui e con la logica della mente vedere invece che, al di là dei discorsi e della filosofia, lo scrittore è soltanto entrato nella fase dell'accettazione della morte?
In definitiva in questo libro uno dei principali intenti dell'autore è quello di farci intuire e vivere con gioia il giornaliero appropinquarsi della morte, del resto anche il titolo ce lo suggerisce, ma questo intento alla fine viene meno ed il suo messaggio è talmente poco convincente che (scusate la divagazione personale) ricordo che quando scrissi questa recensione mi sentii addirittura in colpa per aver criticato l'ultima opera di un uomo buono e gentile che ormai non era più… ma, ancora una volta, questo istintivo sentimento non è forse l'esatto opposto di quello che voleva ottenere Terzani, che capissimo cioè cos’è in realtà la morte (e dunque la vita), che imparassimo a non averne paura, a non soffrirne? “Paura della morte. Perché? Perché si sa di dover abbandonare tutto quello che conosciamo… Ma se ti ci avvicini prima, se impari a rinunciare…”
Probabilmente non è colpa sua, se il figlio dell'autore infatti avesse evitato di intercalare ai discorsi del padre le osservazioni sulla sua condizione fisica in progressivo peggioramento e se avesse invece diluito la narrazione in pensieri, ragionamenti, riflessioni e rivelazioni fino a far si che si perdesse la traccia dei tristi fatti nella cristallina purezza della mente del grande giornalista, forse, ispirati unicamente dalle sue parole, avremmo inteso meglio il suo messaggio e giungere alla conclusione del libro non sarebbe stato così doloroso. Ma così invece non è e purtroppo il risultato finale è quello di un libro solo parzialmente riuscito.

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Consigliato ad ampi spetri di popolazione ma non necessariamente ai neofiti delle materie in esso trattate
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La fine è il mio inizio 2012-11-22 01:39:37 dsa92
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dsa92 Opinione inserita da dsa92    22 Novembre, 2012
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Una rivoluzione interiore

Tiziano Terzani con la sua ultima opera ci lascia il suo testamento. Un uomo che ha visitato gli angoli più remoti dell'Asia. E soprattutto ha sempre voluto comprendere fino in fondo la cultura dei popoli vivendola e osservandola dall'interno.
In quest'opera tenta di risolvere uno dei grandi quesiti dell'umanità: il senso della vita.
Vuole proporci un nuovo modo di vedere il mondo, un modo migliore. Lontano anni-luce dallo sfrenato consumismo e dalle logiche capitaliste che spesso ci privano di prendere per mano la nostra vita e modellarla a nostro piacere. "Io trovo che la cosa più bella che un giovane possa fare è inventarsi un lavoro che corrisponda ai sui talenti, alle sue aspirazioni, alla sua gioia", questo consiglia Terzani ai giovani, e ci assicura che "ognuno lo può fare, ci vuole solo coraggio, determinazione, e un senso di sé che non sia quello piccino della carriera e dei soldi".
Vedere il mondo secondo la sua prospettiva significa anche accettare la morte come parte della vita. Significa staccarsi da tutti i desideri e i legami che ci tengono attaccati alla terra. La vita bisogna viverla quando se ne ha la possibilità, per poi giungere all'atto finale con la consapevolezza di averla vissuta a pieno. Di averla "consumata".
Il libro si sviluppa lungo un'intervista del figlio Folco in cui Terzani racconta della propria vita cercando di aprirci ad una nuova prospettiva. Il messaggio che Terzani ci lascia è di tralasciare e accettare ciò che non compete a noi, come la morte o il dolore, e di prendere invece tutto ciò che possiamo e vogliamo prendere. Non quello che la società ci impone, ma quello di cui noi sentiamo il bisogno. La possibilità di essere quello che vogliamo. La libertà di essere diversi. E questa libertà possiamo averla solo accettando la diversità altrui e di conseguenza condannando qualsiasi forma di violenza con la pace. Questo infatti è un altro grande insegnamento che ci lascia Terzani dalla sua nuova prospettiva: la violenza genera altra violenza, ed dobbiamo stare attenti a non cadere in questo meccanismo distorto.
In conclusione il grande messaggio che Terzani ci lascia nel suo testamento ingloba tutte insieme le altre questioni appena citate e le riassume in una sola parola: "Rivoluzione". Una rivoluzione interiore, che ci aiuti a guardare il mondo con i nostri occhi.

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La fine è il mio inizio 2012-08-03 22:22:42 rakovic
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rakovic Opinione inserita da rakovic    04 Agosto, 2012
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grazie tiziano

La vita di Tiziano Terzani, giornalista di Espresso, Repubblica, Corriere della Sera e del tedesco Der Spiegel è quanto di più avventuroso possiamo immaginare. L'Asia è stata la sua casa per decenni quale inviato in Indocina durante la guerra del Vietnam, gli eccidi di Pol Pot in Cambogia, la caduta dell'impero Sovietico, ed ha soggiornato per anni in Cina e Giappone. Uomo intelligentissimo e costruitosi dal niente ha creduto fortemente nel comunismo cinese (pur non dichiarandosi mai comunista) e l'ha sperimentato a sue spese sulla propria pelle. Espulso dalla Cina dove viveva (aveva addirittura iscritto i figli alla scuola pubblica cinese) ha rinnegato il capital-comunismo sposando di fatto il misticismo indiano.
Ormai malato terminale di cancro ripercorre le tappe della propria vita e si accinge ad affrontare il trapasso con una grande serenità ed ironia, figlie di un equilibrio interiore invidiabile

Questo non è un libro di Tiziano Terzani, ma un libro su Terzani scritto dal figlio Folco. Lo stile infatti è tipico: si registrano interviste giorno per giorno che poi vengono trascritte pari pari, senza nemmeno cambiare la punteggiatura: ne risulta un libro più "parlato" che scritto, che scorre fluido nonostante l'importanza dei temi trattati. Da consigliare vivamente: un libro che fa riflettere e lascia qualcosa dentro di noi, in modo sempre piacevole.

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La fine è il mio inizio 2008-06-14 04:50:09 galloway
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galloway Opinione inserita da galloway    14 Giugno, 2008
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La fine è il mio inizio

"Gli accordi sono questi: quando è il momento, contattate la Croce Verde che verrà discretamente a casa per fare il necessario. Come sapete da tempo, voglio essere cremato e ho chiesto che la bara sia la più semplice possibile, bello sarebbe di assi. Verrò in quella portato nella cappellina da dove al più presto, senza litanie, canti, discorsetti, ma nel mio beneamato silenzio verrò portato al forno crematorio da dove uscirò cenere in una semplice urna che forse potrà essere consegnata alla famiglia. Con quella tornerei nella terra di Orsigna. Questo è come vorrei fosse. Fate di tutto perchè lo sia. Grazie e fatevi una bella risata. Vi abbraccio, Tiziano, anam."



Una breve lettera che il padre lascia al figlio scritta sul tavolo poco prima della sua dipartita. Sono le ultime volontà di un uomo che racconta il suo viaggio della vita. Un viaggio affascinante, narrato sul filo della memoria e trascritto per tutti affinchè la vita abbia davvero un senso. Tutto il libro di Tiziano Terzani, il suo ultimo, è in effetti, la ricerca di un "senso" che va al di là delle "cose" di cui è fatta la vita.



"Pensa, la morte tibetana, che bella! C'è il moribondo, tutti i parenti piangono e arriva il lama che li caccia tutti a calci nel culo "Fuori!" Poi si rivolge a lui e bisbiglia "Staccati, non restare attaccato. Vai, vai, ora sei libero. vai! Questa è cultura della morte. Noi l'abbiamo persa. Quando uno sta male a casa chiamiamo l'ambulanza che lo porti all'ospedale; ma quando sta per morire in ospedale lo nascondono dietro a delle tendine. Paura della morte. Perchè? Perchè si sa di dover abbandonare tutto quello che conosciamo. Niente è più tuo, non le tue case, non i tuoi figli, non il tuo nome. "Madonna, non sarò più Tiziano Terzani!" Di questo non rimane niente, niente. NIENTE. Ma se ti ci avvicini prima, se impari a rinunciare ai desideri, a distaccarti da tutto non perdi nulla, l'hai già perso, sei già morto strada facendo. Non morto, sei vissuto meglio. la sofferenza viene dall'essere attaccato alle cose. Buddha lo dice così bene. Se hai una cosa, hai paura di perderla; se non ce l'hai, la vuoi avere ..."



Un libro questo che dovrebbe essere letto in tutte le scuole, in tutte le chiese, in tutte le biblioteche. Tiziano Terzani ha raccontato a suo figlio la sua vita, ma è come se l'avesse raccontata a tutti i figli del mondo, figli che diventeranno padri i quali a loro volta dovranno raccontarla ai loro figli. Ecco perchè ogni fine è un inizio, perchè ogni padre segna la sua fine nel momento in cui la racconta a suo figlio. E quest'ultimo nell'ascoltarla impara a prepararsi alla sua per raccontarla a sua volta a suo figlio.

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