Narrativa straniera Classici Romanza senza parole
 

Romanza senza parole Romanza senza parole

Romanza senza parole

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Rimasta sepolta in un archivio di Mosca, è stata pubblicata per la prima volta in lingua tedesca nel 2010, in occasione del centenario della morte di Lev Tolstoj: fu la stessa Tolstaja a chiedere che uscisse postuma per evitare di inasprire la sua lunga crisi matrimoniale. La storia intreccia la passione, il senso del dovere e il potere dirompente della musica nella vita di Sascha. Con la morte della madre, la giovane sprofonda in una grave depressione. Pyotr, l’insensibile marito, è interessato solo al suo giardino, non è in grado di confortarla e di rompere il muro di silenzio che ormai li divide. Sarà invece l’incontro con Ivan Iljitsch, pianista e musicista di talento, a sconvolgere la vita di Sascha: ascoltandolo suonare le Romanze senza parole di Mendelssohn, la giovane proverà infatti un’inattesa felicità, provocata non solo dalla musica, ma soprattutto dalla passione che la donna nutrirà per Ivan e che la segnerà tragicamente.



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Romanza senza parole 2018-02-27 17:59:12 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    27 Febbraio, 2018
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Una musicalità russa

Finalmente lo scritto che porta la firma della moglie di Tolstoj: Romanza senza parole, edita da La Tartaruga edizioni. Sofia Tolstoja, moglie di Tolstoj Lev per quarantotto anni, una storia lunga una vita, da cui nacquero tredici figli, abbandonò le sue ambizioni letterarie per dedicarsi al marito. Dopo Amore colpevole vede la luce, appunto, Romanza senza parole, pubblicato per la prima volta in tedesco nel 2010. L’autrice racconta la propria storia: nella figura di Sasa, la protagonista, si avverte la vicenda personale di Sofja che non aveva mezzi efficaci per esprimere i suoi sentimenti di rivolta verso il marito cui la legava un grande amore ma anche crisi profonde.

Sofferente per la morte dell’amatissima madre, Sasa è depressa pur se il marito è amorevole, il figlio amato, ma lei, nella sua prigionia dorata, non è felice fino a quando in una dacia in campagna sente il suono di una romanza: “Romanza senza parole” di Mendelsson, suonata da Ivan Ilic, maestro di musica e le si accende una fiammata di vita. Non è solo la potenza della musica a darle gioia, ma anche l’uomo che compone e suona. Sasa avrebbe voluto gettarsi ai piedi di quell’uomo che con tanta perfezione incarna l’arte. Come una pagana dei tempi antichi al cospetto del suo idolo, voleva inchinarsi fino a terra davanti a quella forza che aveva risvegliato in lei il senso del bello e l’aveva richiamata alla vita. Era attratta da quell’uomo che attraverso la musica si era impadronito di lei: l’arte era uscita dalla sfera dell’astratto e si era trasformata in sentimento tenero. Le pareva che l’anima fosse trasportata in un “pianissimo” fino all’eternità e avesse trovato alla fine la sua pace. La melodia racconta in modo espressivo la storia di una intera vita umana. Dilaniata dal desiderio verso Ivan e dalla necessità di negarlo, ama platonicamente l’uomo e si tormenta con il senso di colpa e l’ansia della purezza. Diventa fobica, una fobia nevrotica per “lo sporco” in tutte le sue forme. Divisa tra la morale e la resa dei sentimenti, la depressione e il ritorno alla vita, un concerto di leggera armonia e di struggente mancanza di riscatto, l’alternanza dell’accettazione e del rifiuto di amore riempiono il romanzo per tutta la durata della storia, fino all’epilogo.

Un ritmo sensuale inchioda al testo, un piccolo tesoro ritrovato. Finalmente!

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