L'istante presente
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La maledizione del 24
Torna in libreria Guillaume Musso con L’istante presente, edito da La nave di Teseo. Un libro fantasy, con profondi riferimenti ed accostamenti alla realtà quotidiana e all’attualità.
Racconta la storia di Arthur, giovane medico che riceve in eredità un faro, a cui pare essere legata una grave maledizione legata al numero 24. Un’eredità pesante e alquanto dolorosa, poiché proprio in quel luogo e nelle acque antistanti era scomparso il nonno paterno, di cui nessuno ha più avuto notizie. Almeno per quanto gli è stato narrato. Un lascito che Arthur accetta con fatica, solo perché:
“Aveva fatto leva sui miei sentimenti solo per attirarmi nella trappola che aveva preparato e trascinarsi fino al faro. “
Una volta giunto nel luogo scopre ben presto di che cosa tratta la maledizione: chi ne è colpito è obbligato a compiere ventiquattro viaggi per ventiquattro anni ognuno. Un salto temporale costante che non gli permette di vivere una vita normale con affetti e dolori. Ma cosa accade al ventiquattresimo viaggio?
“Dopo che i ventiquattro venti avranno soffiato, non resterà più nulla.”
Riuscirà Arthur a trovare una soluzione equa alla maledizione? Dovrà soccombere ad essa, rinunciando all’amore e a Lisa? Un finale sorprendente renderà la narrazione curiosa ed affascinante.
Una lettura che ricorda vivamente il Musso dei primi libri, scritta con uno stile che induce il lettore a proseguire imperterrito nella narrazione, con un crescendo di adrenalina e di emozione.
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Postquam XXIV venti flaverint, nihil iam erit
L’istante presente di Guillaume Musso si snoda dalle paure dell’infanzia (“La storia della nostra vita è la storia delle nostre paure”, Pablo De Santis) attraverso eventi pazzeschi che sfidano le leggi del tempo (“Ma io ero dentro la realtà o dentro la quarta dimensione?”) sino a un epilogo sorprendente, nel quale ogni stranezza trova una collocazione razionale.
Arthur riceve in eredità un faro sul quale aleggia la maledizione che si è già abbattuta sul nonno Sullivan (“Due uomini risucchiati dentro le viscere del faro, colpiti… dalla maledizione che incombeva sul luogo”). La curiosità porta Arthur a trasgredire la regola che già Barbablu diede alla moglie: non aprire quella porta! La disubbidienza porta con sé un vortice di conseguenze incredibili e la realizzazione della maledizione: vivere 24 anni in soli 24 giorni, con continue scomparse e ricomparse nella vita reale (“Ero scomparso nella mia vita per più di un anno!”).
In questo romanzo ho ritrovato il Musso degli inizi: uno scrittore che combina i segreti del fluire del tempo con vicende esistenziali in sovrimpressione su tonalità romance e mistery.
Giudizio finale – citazione: “In ciascuna persona ci sono due individui: quello vero è l’altro” (Jorge Luis Borges), citato in uno dei capitoli finali.
Bruno Elpis