La doppia vita La doppia vita

La doppia vita

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La tragica scomparsa del marito Peter, ritrovato assassinato in un bosco della Provenza, precipita la giovane moglie Laura in una spirale di scoperte agghiaccianti quanto inaspettate: marito e padre perfetto, in realtà Peter non solo era sull'orlo del fallimento economico, ma da tempo aveva un'amante francese, proprietaria di un ristorante, con la quale progettava di scappare in Sudamerica per rifarsi una vita, abbandonando la moglie e la figlioletta di pochi anni. Ormai priva di punti di riferimento affettivi e psicologici, stordita da una catena di omicidi che, a parte il caso di Peter, hanno come vittime giovani donne e che la polizia ritiene siano tutti concatenati, Laura si illuderà di trovare un sostegno nel migliore amico del marito.



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La doppia vita 2014-04-03 09:35:06 SunshineAle
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SunshineAle Opinione inserita da SunshineAle    03 Aprile, 2014
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la doppia vita, una "mezza" delusione

Peter e Laura sembrerebbero una coppia felice, genitori di una magnifica bambina e prossimi ad un futuro sereno e roseo, e Laura, fino a quel maledetto giorno di Ottobre ne era convinta. Ogni anno Peter parte con il suo migliore amico Christopher per una rilassante gita in barca, lasciando a Francoforte moglie e figlia. Questa tranquilla escursione però non convince molto Laura, che presa dalla disperazione per le mancate telefonate del marito, inizia ad indagare sulla sua vita e preoccupata decide di partire per la Francia svolgendo da vicino le sue ricerche. I presentimenti della giovane, infatti, sono più che giustificati. Peter viene subito trovato in un bosco della Provenza, senza vita. Il suo affascinante compagno portava sulle spalle numerosi segreti; un notevole fallimento economico e un’amante francese sono le prime scoperte a cui Laura si troverà a far fronte, con coraggio e determinazione. Vuole scoprire la verità, per se stessa e per sua figlia Sophie, e questo finirà per intrappolarla in un pericoloso ed intricato enigma, condito di inspiegabili omicidi e rapimenti.

Ci tengo ad iniziare la mia recensione decantando, ancora una volta, le fantastiche doti letterarie di Charlotte Link. Il libro parte già divinamente dal prologo, fatto che dimostra la straordinaria bravura della scrittrice. È capace di tenerti letteralmente incollato alle pagine e le descrizioni sono talmente dettagliate da riuscire a crearti nella mente una sorta di film. Questo è proprio uno dei pregi che le attribuisco di più, riesce a descrivere paesaggi e personaggi chiaramente, senza risultare noiosa o prolissa, ed il libro (grammaticalmente parlando) è scritto divinamente. Ciò che mi ha convinta poco è stata la storia in sé, all’inizio ottima e in grado di suscitare curiosità, ma alla lunga noiosa e prevedibile. Quello che mi ha lasciata perplessa è stata la scelta delle varie personalità attribuite alle figure femminili della vicenda. Le ho trovate succubi dei loro mariti, e non ne ha risparmiata una. Partendo dalla protagonista, vittima delle decisioni del marito e costretta a passare a casa le sue giornate abbandonando il lavoro, fino ad arrivare a Pauline, giovane sposa vittima di violenza verbali e psicologiche. Da questo punto di vista l’ho trovato un libro abbastanza impegnativo, soprattutto per chi, come me, si trova ad immedesimarsi molto nei personaggi. Quello che mi ha lasciata più perplessa e che in realtà non ci sia una sorta di “crescita” in queste donne, ma anzi, risultano vittime dalla prima all’ultima pagina e sembrano incapaci di prendere in mano la loro vita da sole, senza fare per forza affidamento sul “capo famiglia”. Come ho detto prima il libro scorre bene per tutta la prima metà, poi risulta purtroppo monotono. Mi piace l’intreccio che si va a creare tra i personaggi, alcuni del tutto improbabili e impensabili per il lettore, ma la scoperta dell’assassino (almeno per me) non è stata una sorpresa. In definitiva il libro è scritto bene, la Link scrive indubbiamente in maniera divina, però non è uno dei suoi migliori romanzi. Ho visto di meglio da lei, e ci sono alcune delle sue storie (cito ovviamente “la casa delle sorelle”) che mi sono rimaste nel cuore. Mi piacerebbe ritrovare “quella” Charlotte Link. Non mi fermerò certo a questo libro, voglio riuscire a trovare un suo romanzo che possa competere con quello che ho tanto amato, e sono sicura di non sprecare ne energie ne tempo leggendo altri dei suoi libri. Per me "la doppia vita" è stato una "mezza delusione" (scusate il gioco di parole), ma non me la sento comunque di sconsigliarlo, dato che è stato per me una buona lettura, scorrevole e piacevole. Lo ritengo un degno compagno di qualche tranquilla serata, in relax, ma non all'altezza della scrittrice.

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