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Il Maestro e Margherita
 
Il Maestro e Margherita 2011-01-25 12:44:18 Jan
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Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Jan Opinione inserita da Jan    25 Gennaio, 2011
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Ascolta...la quiete.

Ringrazio principalmente la Redazione per avere prontamente pubblicato la scheda del libro che amo, per così dire, velocissimamente.
Sono d'accordo con Gineisa, io "Il Maestro e Margherita" lo rileggo molto spesso : i russi, mia madre per prima, insegnano che un "votnivor", un libro importante, va riletto spesso perché ci consegnale chiavi di segreti molteplici che, tante volte, non riusciamo a scoprire con una sola immersione nel contesto.
Bulgakov era ucraino, e lo era prima di quella che Stalin designò come "russificazione" dell'URSS.
Bulgakov era un medico, e come spesso capita per noi morì in seguito ad una causa che oggi sarebbe considerata...secondaria: nefrosclerosi. Il dolore causato da questa malattia dà l'idea di un'autoconsunzione lenta, provocata da un restringimento parassita delle vene primarie.Un male immenso, insomma.
Bulgakov morì a 49 anni solamente, ma dettò dal letto le ultime pagine di quest'opera eccezionale alla moglie, letteralmente fra un urlo di dolore e l'altro.

Sono fortunato, mia madre mi lesse il testo in russo quando ero ancora piccolo...e ne rimasi rapito.
Satana scende a Mosca, accompagnato da spiriti burloni servitori che lo assecondano in tutto ciò che desidera.
Ma la potenza scatenante di questo narrato è evidente: alcune battute, la struttura, il paradosso acuto del testo non sfugge alla NKVD...si tratta di una evidente forma di attacco alla figura di Stalin.Bulgakov verrà più volte picchiato e messo in condizione di tacere, ma non desisterà.
Il povero medico che ad un certo punto della vita abbandonerà la professione riesce, per quanto gli è possibile, a scrivere con un ductus grottesco delle cose più turpi...talvolta scivolando nel più evidente umorismo nero.
Il romanzo si svolge su due livelli: da un lato la "visita" diabolica in un paese sottoposto a dittatura, dall'altro la fase finale della vita di Gesù (stupendo a questo proposito il carattere psicologico di Pilato). E' Satana stesso che, presente in quell'ora, rende edotto chiunque lo chieda circa la passione del Cristo.E' un Gesù ben diverso dalla tradizione occidentale, un uomo che affronta la morte secondo una ritualità tipicamente ortodossa.
Ma la magnificenza di questo libro è tutta nell'interrogativo massimo : Satana è il Male o Satana è Dio?
Le azioni del Malvagio sono infatti diversissime da quelle che un lettore ci si aspetterebbe: dimostra la caducità della vita con metodi drastici, è vero, si pensi alla testa mozzata da un tram al povero personaggio che inaugura il tema; eppure questo Satana, a ben guardare, è Giusto. Ha pena del Maestro, un poeta che, secondo l'ottica dell'URSS è stato sottoposto a psichiatrizzazione.Conosce Margherita, la donna che è innamorata della purezza del Maestro, e cade in preda alla confusione: l'amore lo disarma, lo rende conscio di non poter mai, mai, potuto provare amore.
E soltanto tramite Satana, o Dio travestito da Satana, i due troveranno rifugio nell'unico modo possibile sotto una dittatura.
La morte.
Non è però una morte decisiva. E' la morte che comprende l'unità del tutto, la serenità...che non pretende lo stato di felicità.
Per quanto concerne le parti più dolci del libro del grande Bulgakov, io non ho dubbi: la chiacchierata eterna fra Pilato e Gesù che, come reliquato di sabbia, si esprime per sempre su dinamiche surreali...con un Procuratore della Giudea che ogni tanto si ferma edomanda al Nazareno conferma di non averlo...ucciso. Il dialogo come forma di perdono. Stupendo.
Io mi commuovo sempre quando rileggo quelle pagine precise in russo...perché il russo è una lingua dolcissima.
Dopo la morte che morte non è...il finale. Che corrisponde probabilmente all'ultima pagina pensata in vita dal genio di Bulgakov.
Il Maestro e la sua Margherita che si stringono la mano...il Maestro che non sa che dire, ma è la donna che parla.
Sono alla fine del viaggio e sentono di aver diritto ad un premio, soprattutto la donna.
Soprattutto Michail Bulgakov agonizzante nel letto.
Così, Margherita confida al suo Maestro il segreto dell'eternità : "Ascolta la quiete".
Ecco il premio.
Sembra nulla ma,credete, è tutto.
La quiete.
E Bulgakov...smise di dettare.

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Commenti

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25 Gennaio, 2011
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Jan...non ho parole...in questa tua recensione è come se tu avessi catturato l'essenza di questo libro.Uno dei più belli e poetici che siano mai stati scritti. Grazie...doppiamente grazie perchè è come se tu l'avessi recensito anche per me.
Claire
In risposta ad un precedente commento

25 Gennaio, 2011
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Ti ringrazio Claire, sono profondamente contento.
Quest'opera è di una bellezza inebriante e disarmante.
Credo faccia parte di un universo che, stranamente, non è dato di ascoltare a tutti.
Come la quiete...
Che Dio ce la doni.
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