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La certosa di Parma
 
La certosa di Parma 2013-03-15 22:25:34 valeg
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
valeg Opinione inserita da valeg    16 Marzo, 2013
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Una vita spericolata

“La presenza del pericolo da’ lampi di genio all’uomo ragionevole, e lo solleva per così dire al di sopra di se stesso; all’uomo d’immaginativa, invece, ispira romanzi audaci, si, ma spesso anche assurdi”. Con questa affermazione Stendhal descrive fedelmente il protagonista del suo romanzo, il giovane Fabrizio del Dongo, secondogenito maschio di una nobile casata Comasca. Fabrizio è l’essenza dell’immaginativa, dell’audacia, della lotta costante contro le regole imposte. Un magnifico eroe romantico, è il figlio di quell’ondata d’entusiasmo che innescò l’ascesa di Napoleone, ed è orfano alla sua caduta, con la morte di un ideale che diventa utopia. Fabrizio vive la sua vita alla ricerca forsennata dell’amore, della passione, dell’avventura, libero dai gioghi materialistici e dell’arrivismo che impera nel suo tempo. Egli vive il suo sogno, fa’innamorare perdutamente le anime nobili che incrocia sulla strada della sua vita, si fa’ nemico di chi in lui vede la minaccia per un sistema reazionario, totalitario e assolutistico invano ristabilito con la restaurazione, ma ormai al collasso. Ed è con questa visione scanzonata e piena di passione che attraverso gli occhi di Fabrizio, Stendhal dipinge il suo tempo: i sogni infranti, la speranze, la fiducia negli impeti nobili dell’animo umano. Stendhal non manca di ironizzare sulle bassezze e la stupidità degli uomini di potere, e su quelli che lo bramano. Flaubert attaccò aspramente il suo connazionale all’uscita di quest’opera per la pessima prosa, sarà che sono assuefatto, sarà che sono un pessimo lettore, ma ho trovato lo stile magnifico a tratti di una bellezza spiazzante, come ad esempio, quando l’autore descrive l’incantevole vallata Comasca senza orpelli e fronzoli, parole che scorrono melodiose. Questo è il frutto maturo di Stendhal, è il resoconto spassionato della sua esperienza, la somma delle considerazioni di una vita che ormai, per lui forse consapevolmente , sta’ volgendo al termine. Meno profondo de “Il rosso e il nero”, ma a mio parere emotivamente più forte. Pecca il finale, che forse se sviluppato meglio potrebbe aver fatto di questo romanzo un capolavoro assoluto. Ma c’è un perché, ma Grazie comunque Henri Beyle.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Tostoj, Hugo, Balzac e compagnia bella...
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Commenti

12 risultati - visualizzati 1 - 10 1 2
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maria68
16 Marzo, 2013
Ultimo aggiornamento:
16 Marzo, 2013
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Bella recensione. Non sapevo che Flaubert lo avesse criticato, come vedi c'è sempre da imparare. Stendhal è stato troppo precipitoso nel finale, a mio giudizio.....
Concordo con te nella descrizione del paesaggio, è fantastica.
Ps. "Una vita spericolata" lo trovo azzeccatissimo come titolo di presentazione per il nostro personaggio. Un bacio

16 Marzo, 2013
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:-)
Complimenti.
Accattivante per me la tua recensione ...metto in lista. Pia
In risposta ad un precedente commento
Sharma
16 Marzo, 2013
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Accattivante recensione, complimenti!
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
16 Marzo, 2013
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E se Flaubert fosse stato solo geloso ?
:-) Anche i grandi penano d'invidia :-P
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
16 Marzo, 2013
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UN BACIO ?
Come e' che ti sbaciucchi con Maria68 adesso ?
Mmmmmmm... Sara' l'effetto classici.
:-D

16 Marzo, 2013
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Non si rifiuta mai un bacio, soprattutto in questi periodo di carestia...
il povero Stendhal fù rivalutato in pieno solo dopo la sua morte, credo che per il suo tempo fosse un tantino rivoluzionario...
molto bella la tua analisi, Marcello !!
prima o poi lo dovrò rileggere, perchè la prima lettura mi è risultata abbastanza faticosa e non mi ha trasmesso granchè.....
avevo grandi aspettative su questo romanzo ma il mio incontro con Stendhal si è rivelato un po' nebbioso....ritenterò!

In risposta ad un precedente commento

16 Marzo, 2013
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I tuoi complimenti fanno sempre molto piacere Silvia... Credo che la piacevolezza di un libro, e soprattutto di un classico, sia determinata dal proprio stato d'animo nel momento in cui questo viene letto...
francamente io, non credo che lo rileggerei, sapendo il finale.
bella recensione,Marcello complimenti!!!!!
hai ancora l'editor??????..........
ahahahh!!!!!!!
complimenti davvero.
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