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David Copperfield
 
David Copperfield 2018-09-03 19:58:44 beatrice.scolari
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
beatrice.scolari Opinione inserita da beatrice.scolari    03 Settembre, 2018
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Impossibile non amarlo!

David Copperfield, le cui iniziali (non casualmente) sono le stesse del suo autore Charles Dickens, è narratore in prima persona del romanzo che costituisce le sue memorie e che ci permette di osservarlo dal giorno della nascita fino a quello in cui scrive. Si tratta di un libro, quale che sia l’edizione, particolarmente corposo, eppure vale la pena leggerne ogni singola pagina.

(ATTENZIONE: segue trama SENZA FINALE) Il protagonista, appartenente a una famiglia borghese, nasce già orfano di padre al pari probabilmente di tanti altri bambini di quel XIX secolo; sono anni meravigliosi quelli in cui vive con la madre Clara e la bambinaia Peggotty, fino a quando un primo cambiamento innesca tutta la serie di eventi che indirizzeranno la sua vita: Clara Copperfield si risposa. Il nuovo marito, il signor Murdstone, si finge piacevole e scherzoso durante il corteggiamento, per poi rivelarsi un uomo cinico e severo, sempre sostenuto dalla ancora più cinica e severa sorella, la zitella signorina Murdstone. Da qui l'allontanamento di David in un collegio crudelmente gestito e la morte di Clara soffocata da quei caratteri oppressivi; ormai orfano di entrambi i genitori, il bambino viene mandato a lavorare: è questo il momento in cui David, a soli dieci, avverte appieno la miseria della propria condizione e decide di non poter più vivere così. Si incammina allora per cercare la zia di suo padre, la signorina Betsey Trotwood, la quale deciderà poi di prendersi cura del nipote: gli darà un’istruzione e, sempre orgogliosa di lui, gli suggerirà di studiare per diventare procuratore ecclesiastico. Un altro imprevisto però interrompe questi piani: la signorina Trotwood, a causa di quello che si scoprirà essere un imbroglio, ha perduto tutto. David allora si farà più responsabile: cercherà dei lavoretti per guadagnare e, nel farlo, scoprirà anche la sua abilità nella scrivere (altro riferimento di Dickens a se stesso), facendone poi la sua principale occupazione. Non mancheranno inoltre, in questi lunghi anni narrati, gli amori, il supporto degli amici, il matrimonio con la bella Dora e tanto altro… (FINE)

La vita di David Copperfield è abbastanza movimentata, pur rimanendo entro l’ambito del verosimile, il che non sminuisce in nessun modo il piacere della lettura: Dickens è capace di creare quel senso di ansia positiva che consiste nel chiedersi continuamente cosa succederà e se il nostro David Copperfield ce la farà. Per esempio: riuscirà un bambino di dieci anni a raggiungere Dover a piedi senza che gli succeda niente? Diventerà procuratore ecclesiastico? Sposerà Dora nonostante la contrarietà del padre di lei? Troverà la piccola Emily? E a tutte queste domande noi vorremmo che la risposta fosse sempre “sì!”.
Altro elemento notevole è la miriade di personaggi che ruotano attorno al protagonista: Peggotty e tutta la sua famiglia, la zia Betsey, gli amici Dick, Traddels e Steerforth; i coniugi Micawber e i loro figli, Agnes Wickfield e suo padre; Dora con famiglia e cagnolino al seguito, i Murdstone, il dottor Chillip, Uria Heep, Janet e tanti altri. Tale moltitudine rende la trama certo più intricata, ma anche più intrigante: non si tratta di presenze ingombranti e noiose, poiché Dickens è un abilissimo burattinaio; egli ha caratterizzato ogni personaggio in modo preciso creando grande varietà, ma al contempo dando ad ognuno il giusto spazio all’interno del libro: Peggotty è sempre la stessa buona donna che conserva per David il libro dei coccodrilli; Uria Heep non riesce ad evitare di inserire la parola “umile” e “umiltà” in ogni sua frase; Agnes è sempre virtuosa e buona consigliera; Dora ha la testa tra le nuvole e, se prova a fare i conti, i numeri “non si addizionano”... E se siete curiosi di sapere quale sarà il loro destino, questo libro vi soddisferà appieno: nessun personaggio viene lasciato indietro nella conclusione, e ogni sottotrama aperta verrà poi conclusa.
Più di un secolo e mezzo ci separa da David Copperfield: tempi, luoghi e mentalità diversi; eppure è incredibile come alcune cose non cambino mai e, leggendole qui, possiamo sentirle assolutamente nostre ed attuali: per esempio si avverte più volte un senso di nostalgia per quei primi anni vissuti con la mamma e Peggotty a Blunderstone, e a altrettanto per quelli vissuti presso i Wickfield. È la sensazione (e un po’ il rimpianto) del crescere e di vedere i cambiamenti senza poterci opporre, di capire che i ricordi più belli sono dolci ma al contempo amari perché volati per sempre; una sensazione, insomma, con cui tutti prima o poi facciamo i conti. E così, capiamo perfettamente la tristezza di David nel vedere la sua casa di Blunderstone (venduta dal patrigno) decadente e abitata da un pazzo, e capiamo ancora meglio perché il libro sui coccodrilli venga amorevolmente conservato per decenni, quando ormai le pagine non stanno più insieme.
Leggete dei suoi pensieri verso Dora e vi sembrerà che quelle parole esprimano al meglio il turbinio di un amore adolescenziale che tutti abbiamo provato: “Per me ella era qualche cosa di più che umano [...]. In un attimo fui inghiottito in un abisso di passione”; “Non ricordo chi c’era: solo Dora. Non ho la minima idea di quello che ci servirono a pranzo: solo Dora”; “Vissi principalmente di Dora e di caffè”; “Ero immerso in Dora. Non ero innamorato di lei fin sopra la testa: ne ero impregnato. Si sarebbe potuto spremere fuori da me, metaforicamente parlando, abbastanza amore per annegarci dentro chiunque; e tuttavia ne sarebbe rimasto abbastanza in me e su di me, per pervadere la mia intera esistenza”.
Da ultimo, lasciate che vi proponga altri due buoni motivi per leggere David Copperfield: il primo sono le considerazioni ironiche e divertenti fatte a posteriori dalla sua posizione di osservatore adulto, come quando per esempio, parlando della signorina Lavinia Spenlow, afferma: “Scoprii in seguito che la signorina Lavinia era un’autorità in faccende di cuore perché, in passato, era esistito un certo signor Pidger [...] che si supponeva essersi innamorato di lei. La mia opinione personale è che fosse una supposizione del tutto gratuita e che il signor Pidger fosse assolutamente innocente di tali sentimenti [...]. Comunque [le signorine Lavinia e Clarissa] avevano la superstiziosa convinzione che avrebbe dichiarato la sua passione se non fosse stato troncato nel fior degli anni (circa sessanta) [...]. Esse avevano anche un tacito sospetto che fosse morto del suo segreto amore, sebbene devo dire che vi era in casa un ritratto di lui con un naso porporino che non sembrava minimamente devastato da una passione segreta”.
Inoltre, non potete perdervi il personaggio della zia Betsey Trotwood, di una spassosa eccentricità che emerge fin dalla sua introduzione: arriva il giorno in cui Clara Copperfield sta per partorire e impone che la bambina venga chiamata Betsey, di cui sarà madrina. Nessuno però, né Clara né la buona Peggotty, ha il coraggio di contraddirla e farle notare che potrebbe benissimo nascere un maschio. Sarà lo stesso David, con la sua ignara presenza, a scombussolare i piani che la zia aveva sulla nipote Betsey Copperfield e la donna, contraddetta da niente di meno che Madre Natura, lascerà Blunderstone immediatamente.
L’affronto sarà però riparato: Betsey Trotwood, infatti, avrà alla fine l’occasione di essere la madrina di una bambina che porti il suo stesso nome... Ora sta a voi, cari lettori, scoprire in quali circostanze!

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