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I Buddenbrook
 
I Buddenbrook 2019-04-09 10:03:57 CRISTIANO RIBICHESU
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
CRISTIANO RIBICHESU Opinione inserita da CRISTIANO RIBICHESU    09 Aprile, 2019
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faticoso ma necessario

Parentesi classica che mi concedo periodicamente. Questo romanzo a forte carattere autobiografico, fu il primo grande successo letterario, scritto nel 1901, all’età di 26 anni, da un autore considerato in seguito tra i maggiori di sempre nella letteratura mondiale.
Il sottotitolo “Decadenza di una famiglia” fa presupporre, a ragione, che si tratti di una saga famigliare. Il periodo storico va dalla prima metà dell’ottocento fin quasi al termine del secolo. L’ambientazione è nel nord della Germania, una nazione dai confini geopolitici differenti rispetto al presente, tanto da far considerare stranieri gli abitanti di Monaco di Baviera ancor più dei residenti a Copenaghen. Più precisamente ci si trova a Lubecca, cittadina in prossimità del Mar Baltico, in cui nacque l’autore nel 1875.
Lasciando a margine il riassunto di una trama che non ha nulla di sconvolgente poiché sono narrate le vite dei membri di un’importante e rispettata famiglia di commercianti, generazione dopo generazione, evidenziando l’influenza esercitata sulla comunità cittadina e le funzioni sociali svolte con zelo e abnegazione, ritengo sia utile soffermarsi sull’eventualità della presenza di un latente messaggio che l’autore ha voluto far giungere al suo pubblico di lettori.
Che la decadenza sia economica è evidente, ma ancor più manifesta è l’incapacità di adattarsi al progredire di nuovi ideali e stili di vita. La rispettabilità della famiglia, la continua attenzione alla custodia delle apparenze, l’imprescindibile ereditarietà nella gestione dell’azienda famigliare, il dare importanza unicamente agli aspetti materiali della propria esistenza, fin quando non intervenga il tarlo di una fine imminente che riattiva la fede e le speranze più mistiche, sono narrati con senso critico e a volte ironico.
La lettura è alquanto ostica a causa dello stile ampiamente descrittivo, tipico dell’epoca, che possono giudicare soporifero coloro che amano i colpi di scena e trame comunque più avvincenti.
Personalmente ho trovato deliziosi alcuni capitoli, in particolare quello in cui si narra della morte della nonna Elisabeth e di come vive quel triste evento il nipote. Sconsiglio invece di approcciare altre parti del romanzo in ore serali, dopo una pesante giornata di lavoro, con l’unico supporto di una flebile luce.

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Commenti

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Letto tanti anni fa, non lo ricordo affatto come soporifero. Anzi, direi una lettura affascinante.
Mi riferisco allo stile classico, altamente descrittivo, che può risultare opprimente per chi non è abituato ai classici. E' sicuramente affascinante e coinvolgente ma è necessario il giusto approccio.
Cristiano, vedo che l'hai trovato di alto livello benché il tuo gradimento non sia stato entusiasmante. Questo riconoscere la qualità a prescindere dal gusto personale ti fa onore.
L'ho riletto recentemente e mi è piaciuto di più rispetto alla prima lettura di vari anni fa. L'ho trovato bellissimo. E pensare che Mann all'epoca era molto giovane.
Anche per me ottimo libro ma io adoro i classici!
Ciao! Letto molto tempo fa, ricordo che, come tu dici, fu una vera fatica! Meno male che si può gustare questo autore anche nei racconti come Tonio Kröger, La morte a Venezia. Confesso che mi piacciono anche le storie lunghe, i libri voluminosi da tenere in mano, la possibilità di stare con i personaggi per un periodo più lungo. I buddenbrook sono un classico meraviglioso da leggere e gustare adagio
Emilio, hai ragione: pensare che un romanzo del genere è stato scritto all'età di ventisei anni...
Pienamente in accordo con ciò che hai espresso...
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