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Via dalla pazza folla
 
Via dalla pazza folla 2019-05-09 12:01:22 archeomari
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
archeomari Opinione inserita da archeomari    09 Mag, 2019
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Penne(llate) d’autore

Era da tempo che volevo leggere questo libro, conosciuto tramite un film del 2015 del Vinterberg (ho visto però che le trasposizioni cinematografiche sono state diverse). Pubblicato nel 1874, si tratta del primo grande romanzo di Thomas Hardy ( 1840-1928) in cui si intravedono già i motivi che ispirano le grandi opere della maturità, “Tess dei D’Urbervilles” in primis -che non ho ancora letto-.
La mia edizione è Parole d’argento, che presenta una bella copertina, piacevole anche al tocco perché morbida, ma che ha penalizzato la lettura: qualche refuso, righe che si spezzano e continuano nella successiva, una traduzione non sempre lineare e chiara... tuttavia non farò assolutamente pesare questi “inconvenienti” sul giudizio generale del romanzo, poiché, lo dico subito, l’ho adorato dalle prime pagine.
La prosa di Hardy è sontuosa, ricca di metafore, di similitudini, di dissolvenze, di primi piani, di descrizioni degli scenari naturalistici fatti con tocchi direi impressionistici. Gli studi di architettura di Hardy gli hanno consentito di lanciarsi in ben strutturate descrizioni di ambienti e di paesaggi. Macchie di colore nelle albe e nei tramonti, profumi di fiori, veli di umida nebbia che spuntano tra le pagine. Un indugiare nella bellezza della natura che ho trovato piacevole e straordinario che si unisce però, e qui smorziamo i toni apollinei, a sentimenti di profonda malinconia, ad una visione sostanzialmente tragica della vita.
Della trama vi svelo solamente che la protagonista è Bathsheba Everdene, una giovane donna assai attraente che eredita la fattoria di suo zio e decide la propria indipendenza economica e...sentimentale

“Mi piacerebbe sposarmi se non dovessi poi convivere con un marito...”,
ecco riassunto il suo desiderio di libertà.

È una creatura civettuola e vanitosa , consapevole della propria avvenenza, sempre desiderosa di ricevere riconoscimenti anche solo con sguardi ammirati e all’inizio può destare antipatie, ma è solo l’impressione iniziale, perché in seguito a terribili vicissitudini maturerà e darà prova di generosità.
E lo scrittore guarda con occhi benevoli i suoi personaggi e sulla civetteria più o meno innocente di Bathsheba dice:

“Noi sappiamo che non sono i raggi che i corpi assorbono, ma quelli che riflettono a far loro i colori con cui vengono conosciuti; e allo stesso modo le persone vengono caratterizzate dai loro antagonismi e antipatie, mentre il loro benvolere non viene considerato come caratteristica importante”.

La fanciulla è contesa da tre uomini, uno diverso dall’altro: Gabriel Oak, che diventerà il suo fattore, la amerà in ogni circostanza, in silenzio e umilmente senza però mai piegarsi ai suoi capricci, il maturo Boldwood, bell’uomo, dai lineamenti di statua romana, scapolo da sempre, inaccessibile alle donne che però perderà letteralmente la testa per la giovane ... e il sergente Troy, riguardo cui vi risparmio ogni commento.
Chi farà breccia nel cuore di Bathsheba? Il pastore Oak col suo amore “covato sotto la cenere” nonostante il rifiuto di lei, mister Boldwood quasi sconvolto dalla potenza di una passione mia conosciuta prima oppure il giovane, avvenente Troy, sergente ben educato e dalla parlantina svelta?

La tentazione di soffermarmi su ognuno di questi personaggi è davvero forte, ci sono così tante cose da dire: Hardy è stato così bravo nel cercare di delineare e caratterizzare ogni personaggio che è quasi irrispettoso, direi, liquidarli così velocemente, ma rischierei di appesantire la mia umile recensione e peccherei di spoiler!
A dispetto dell’edizione che ho comprato, come ho subito detto, i miei giudizi sono positivi in generale. Non mi sono mai annoiata, ogni pagina mi ha tenuta incollata piacevolmente, ho trovato le descrizioni piacevolissime, Hardy è un creatore di visioni paesaggistiche romantiche e, lungi dall’ottimismo vittoriano, dà dei sottili affondi alla nostra anima, alle nostre ipocrisie, alle nostre paure ed alle nostre vanità. In alcuni passaggi vi ritroverete l’amaro in bocca.
No, non è un romanzo rosa, decisamente no.


Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Decisamente consigliato a chi ama le opere dell’Ottocento con la loro prosa ricca di immagini e con personaggi ben delineati che si stagliano su un meraviglioso sfondo naturale, d’altri tempi.
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Commenti

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Intelligente e appetitosa recensione . Rileggerò questo libro ...
Il libro m'interessa. Ho provato a consultare un'edizione con in copertina una fotografia tratta da un film. Ho avuto l'impressione di una traduzione probabilmente pessima, senza alcun mordente.
Grazie Matelda. Confesso che durante la lettura mi sono riletta alcuni passi che ho trovato magnifici. Mi capita spesso , mentre leggo un libro, di tornare subito alle pagine che mi hanno colpita appena lette.
Ciao e buona lettura. Ho appena ordinato anche Tess dei D’Urberville....wow che magia l’attesa!!
Ah bene, così anche tu adori la prosa ricca di immagini! A me è piaciuto tantissimo, bisogna trovare una buona traduzione, che renda merito allo stile di Hardy. Ciao
Complimenti per la recensione: ho adorato la tua scrittura evocativa, come del resto quella di Hardy.
Credo proprio che leggerò questo romanzo.
Ho appena ultimato la lettura di “Tess dei D’Urberville” e l’ho apprezzato moltissimo; ne ho appena pubblicato una breve recensione.

Complimenti ancora, l’eleganza della tua scrittura è sorprendente: sei riuscita in parte a restituire le sensazioni che la prosa di Hardy sa instillare nel lettore, il che è notevole :)
Sei veramente troppo gentile! È difficile infondere ai commenti l'entusiasmo che quella lettura ha suscitato in noi.
Grazie mille e buona lettura
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