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Barabba
 
Barabba 2019-08-06 17:21:20 David B
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
David B Opinione inserita da David B    06 Agosto, 2019
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Barabba, l’uomo di fronte al Mistero

“Amatevi l’un l’altro”. È questo il messaggio che Pär Lagerkvist mette in bocca a chi ha conosciuto la predicazione di Gesù. È questo il messaggio che continua a ricorrere nel libro e che viene ricondotto alla religione cristiana. E probabilmente è questo l’unico messaggio o visione che l’autore - ateo e non agnostico - coltiva della suddetta religione.

Barabba è un libro che racconta da uno sguardo inedito, insolito e curioso quella che è stata la testimonianza cristiana ai tempi di Gesù. È lo sguardo di Barabba, l’uomo che è scampato dalla crocifissione, per volere della folla, al posto di Colui che i fedeli chiamano “il figlio di Dio”

Sono 142 pagine di insolita meraviglia, tentata comprensione e, per finire, totale scetticismo verso questa religione. 142 pagine in cui si avverte chiaramente come P.Lagerkvist non abbia fede verso il messaggio di Dio. Eppure non si abbandona a facili luoghi comuni, a insensati stereotipi o a speculazioni fantasiose. Ma, al contrario, il nostro autore si interroga e ci interroga. Con dialoghi brevi e incisivi pone in difficoltà chi ha fede e pone -allo stesso tempo- curiosità su chi non la ha.

Il suo ragionamento lo avete tra le mani, il suo romanzo. La vicenda che racconta di Barabba, “l’uomo liberato”, accompagna e segue passo dopo passo, capitolo dopo capitolo, azione dopo azione la sua vicenda interiore. Perchè, ne sono certo, anche l’autore è stato tentato da quel messaggio divino che ha avuto il fiato sufficiente per travalicare ogni tempo, ogni confine, ogni popolo, ogni superstizione e giungere con imperante credibilità ai giorni nostri. Pertanto Lagerkvist non può permettersi di liquidarlo come se fosse una cosa di poco conto. Perché non lo è. È la storia a dircelo. Si può scegliere da che parte stare, ma non si può ignorare. P.Lagerkvist alla fine sceglierà, esattamente come Barabba, di non credere.

Ma si è concesso il cosidetto ‘beneficio del dubbio’, così come se lo è tenuto il suo personaggio. Lui che all’inizio rimuginava, tentava di capire quella frase così densa di significato (amatevi l’un l’altro) ma che non riusciva ad afferrare a pieno, cercava la via per la comprensione. Ma non trovava risposta. E quindi -va da sé- che l’alter ego dello scrittore si chiude in se stesso, si lascia barrare quel Segno (Christòs Jesus) sulla sua tavoletta servile che, speranzoso, aveva voluto incidere. Si è arreso all’incomprensione della Domanda proprio quando era chiamato a scegliere nel momento di maggior avversità. Perché, in fondo, cos’è la Fede se non rimane ben salda quando veniamo messi a dura prova? Lui ha ceduto, non è riuscito a cogliere il senso della ragione dei suoi nuovi sentimenti e di quella vaga presenza divina che scorgeva nelle cose e negli avvenimenti.
L’uomo che prima si interrogava è diventato l’uomo rassegnato. Il piano dell’esistenza è cozzato contro quello dell’essenza della sua anima. E, alla fine, è l’ignoranza a prevalere sulla conoscenza o sul desiderio di conoscenza.

Le tematiche sono alte: si parla, si tratta e si racconta del più grande interrogativo di fondo dell’uomo, quell’interrogativo che precede e segue il fatto religioso a cui si è chiamati a una ferma posizione. Di fronte a tali contenuti ci aspetteremmo uno stile contorto, difficile, quasi teologico. Eppure, sarà per la vicenda romanzata, sarà per lo scetticismo dell’autore, lo stile è nudo, spoglio, privo di aggettivazioni ed enfasi. Uno stile semplice, alla portata di tutti e un po’ teatrale con i capitoli che seguono l’ambientazione e il contesto esattamente come le scene/stazioni di un testo di teatro.
I fatti si diradano con semplicità, i dubbi si rafforzano con velocità e lo scontro tra sacro e profano si avvia a toccare l’apice con forza drammatica.
Anima e corpo.
Barabba (Par Lagerkvist) ha scelto il profano, seguendo ciò che diceva la sua razionalità e non ciò che sentiva nel suo animo. E, se si accoglie questa ipotesi, allora le ultime parole del nostro sventurato amico alla fine del libro acquisiscono una cifra significativa: “affido a Te l’anima mia”

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a chi vuole leggere un autore insolito, che pochi sentono nominare... ma che ha vinto il Nobel per la letteratura.
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