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Mansfield Park
 
Mansfield Park 2019-09-12 09:05:38 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    12 Settembre, 2019
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Un'eroina (volutamente) sciapa

“Mansfield Park” è una commedia romantica che ricalca molti degli scenari tipici dell'opera austeniana, come la scelta di una protagonista di umile estrazione posta in contrasto con gli altri personaggi, o la presenza di un triangolo amoroso tra i due protagonisti e un terzo uomo dalle caratteristiche ricorrenti -giovane e attraente, che spesso ha o promette di ottenere grandi fortune economiche.
La storia si incentra su Fanny Price, nata in una famiglia molto numerosa e affatto abbiente, che a soli dieci anni viene praticamente adottata dai ricchi zii Sir Thomas e Lady Bertram, per poi crescere nella loro tenuta di Mansfield Park assieme ai cugini. Inizialmente la ragazza si sente spaesata e ha molta nostalgia di casa, ma grazie in praticolare alla gentilezza del cugino Edmund diventerà negli anni un vero e proprio membro della sua nuova famiglia, dimostrandosi un valido aiuto specialmente per la zia.
Andando a coprire un periodo di circa un anno, quando Fanny è ormai diciottenne, il romanzo inizia con la breve introduzione dei trascorsi dei diversi nuclei familiari per poi passare all'arrivo nel vicino presbiterio dei signori Grant e, poco dopo, dei loro congiunti, i fratelli Henry e Mary Crawford. Nella prima parte del volume, questi ultimi formeranno un affiatato gruppo con i giovani di Mansfield Park, andando a creare diverse relazioni poi sviluppate nel resto del libro.
Croce e delizia di questo romanzo è senza dubbio la protagonista. Fin troppo riservata e quasi sempre silenziosa, Fanny si distingue per la sua indole del tutto priva d'ambizione

«Fanny capì che [Tom] non l’avrebbe invitata, e nella modestia della sua natura riconobbe immediatamente che era stata irragionevole ad averci contato.»

che fa subito pensare alle protagoniste di tanti romanzi contemporanei (dove però questo carattere è visto come positivo). La sua timidezza è tale che non riuscirà mai a palesare i sentimenti che cova da anni per Edmund, seppur si dimostri sempre solerte nell'assecondare ogni idea di lui, come ben si evidenzia in questo scambio di battute:

«-Ma non c’è stato qualcosa nelle sue [di Mary] parole che ti è parso inappropriato, Fanny?
-Oh! Sì, non avrebbe dovuto parlare dello zio usando quei termini. Mi ha piuttosto stupita. [...]
-Sapevo che ti avrebbe colpito. È stato un grosso errore. Molto disdicevole.»

Il suo carattere nasconde anche un lato perfido ben palesato dai giudizi elargiti con generosità, soprattutto nei confronti degli altri giovani personaggi che vengono etichettati con sufficienza e alterigia.

«Fanny osservava e ascoltava, e non mancava di divertirsi ad osservare l’egoismo che, più o meno mascherato, sembrava guidarli tutti, [...]»

«Agatha e Amelia le sembravano, nei loro diversi modi, così radicalmente sconvenienti per una recita in famiglia... la situazione di una e il linguaggio dell’altra così poco adatti ad una qualsiasi donna che conoscesse il decoro, da non riuscire a credere che le cugine fossero davvero consapevoli dell’impregno che si assumevano; [...]»

In contrapposizione a Fanny vediamo Mary Crawford: benestante, esuberante, loquace, e pronta ad esporre le sue idee senza alcuna remora. Vediamo fin da subito come l'autrice le metta a confronto, in particolare nelle osservazioni di Mrs Rushworth:

«[...] ma non c’era paragone nell’attenzione prestata dalle due dame alle sue spiegazioni. Miss Crawford infatti, che aveva visto innumerevoli grandi case e non gliene importava di nessuna, faceva solo finta di ascoltare per pura educazione, mentre Fanny, per la quale tutto era interessante in quanto nuovo, seguiva con spontanea serietà [...]»

Una cosa accomuna però queste due donne, nonché tutti i personaggi femminili del romanzo in quanto specchio di altrettanti ruoli sociali; che si dimostrino virtuose o peccatrici poco cambia, perché esse sono destinate all'infelicità. E questa infelicità ha la sua espressione nel matrimonio, sia esso d'amore o di convenienza: per partire con Mrs Price, che sceglie l'affetto e finisce nella miseria, e concludendo con Maria, vittima delle pressioni familiari

«Avendo ormai compiuto i vent’anni, Maria Bertram cominciava a ritenere il matrimonio un dovere; [...] divenne suo dovere, secondo le sue regole morali, sposare Mr. Rushworth appena le fosse stato possibile.»

In quest'ottica, il romanzo può essere visto come l'opera in cui la Austen maggiormente si adopera per criticare la società georgiana e le sue aspettative sulle giovani donne; lo possiamo capire dalle parole scelte per parlare da Sir Thomas, che così sollecita il matrimonio tra Fanny ed Henry:

«[...] e forse [Sir Thomas] intendeva dimostrare che Fanny era una buona moglie, mostrando quanto facile fosse persuaderla.»

A contorno di queste riflessioni, abbiamo un cast di personaggi secondari tra i quali spicca la parodistica Mrs Norris, simile ad uno Scrooge in gonnella.

«Se si trattava di camminare, parlare e progettare, lei era sempre pienamente disponibile, e nessuno meglio di lei sapeva predicare la generosità agli altri. Ma il suo amore per il denaro era pari al suo amore per il comando, e sapeva risparmiare altrettanto bene il proprio denaro quanto spendere quello altrui.»

Devo però ammettere che a tratti sembravano esserci davvero troppi personaggi, infatti di alcuni non ricordo neanche il nome mentre altri mi sono rimasti in mente per una sola caratteristica, come William con la sua sfacciatissima raccomandazione dall'Ammiraglio Crawford, che la falsa figlia di Banderas nel Mulino Bianco può accompagnare solo!
Altro difetto, forse soggettivo, è il ritmo del romanzo che nella parte centrale subisce un deciso rallentamento, con delle scene che sembrano ripetersi sempre uguali. Promuovo invece l'edizione Newton Compton, una volta tanto, specialmente per l'eccellente introduzione.


NB: Libro letto nell'edizione Newton Compton

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Commenti

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Bella recensione!
Non ho letto questo libro. Penso però che l'autrice non possa deludere, piena di risorse com'è.
Hai ragione: la Austen non delude mai. Questo titolo però potrebbe risultare poco godibile perché va a capovolgere la sua struttura abituale e mette in una luce negativa la sua classica protagonista (umile e di bassa estrazione) in favore di un'antagonista che "perde" ma risulta la vincitrice morale. Comunque, vale la pena provarlo ;)
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