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Dedalus
 
Dedalus 2020-04-19 18:07:38 siti
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
siti Opinione inserita da siti    19 Aprile, 2020
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L’anima di un uomo

In un’Irlanda claustrofobica, colonizzata dagli anglosassoni, paralizzata dalle sue stesse paure e da tradizioni gaeliche quasi misconosciute e all’uopo rivitalizzate, in una terra dove fervono le anticipazioni dei moti separatisti e si preparano i futuri moti civili che porteranno, dopo la prima guerra mondiale, all’agognata libertà a prezzo dell’eterna schiavitù dell’Ulster, cresce un bambino. Questa è la sua storia, o meglio una parte, fino a lambire una sorta di maturità adolescenziale, trampolino di lancio per un salto notevole: oltre il mare, oltre il confine, oltre i limiti di ogni genere.
Si tratta di Stephen Dedalus e non so se mi è piaciuto di più il bambino della “muuuuuucca”o il collegiale che non subisce il sopruso gesuitico o il giovane alla scoperta timida, impacciata e peccaminosa del sesso o quello che si sottrae alle grinfie di una pericoloso abbordaggio in terra votiva ( leggi: proposta di farsi sacerdote) o ancora e di più quello che matura, in coscienza, il proprio destino, seguendo le sue inclinazioni, i suoi pensieri, affinando un senso estetico sconosciuto ai più. Personaggio complesso dunque il nostro, alter ego dell’artista da giovane a voler calcare lo stesso titolo dell’opera che Pavese confinò a sottotitolo preferendogli il più incisivo Dedalus. Un uomo ormai quasi fatto quello che lasciamo nell’ultima pagina mentre affida a striminzite pagine di diario i primi cocci della sua giovane vita trascorsa: le conoscenze, l’amico, l’amore, i genitori e tutti gli amen e gli alleluia del piccolo mondo che lo ha formato in ottica cristiana, soffocandolo o tentando di farlo. Eppure non c’è astio, nessun rancore, solo la lucida consapevolezza di voler preservare l’anima…
” - L’anima(…) nasce anzitutto in quei momenti di cui ti ho parlato. La nascita è lenta e tenebrosa e più misteriosa di quella del corpo. Quando, in questo Paese, nasce l’anima di un uomo, subito la si irretisce per impedirle di fuggire. Tu mi parli di nazionalità, di lingua, di religione; ebbene io cercherò di sottrarmi a tali reti.- “
Gradevole lettura, inizialmente stentata e poco scorrevole perché incentrata sulla rappresentazione dei pensieri del personaggio in stile mimetico rispetto all’età narrata, condita da evidente frammentazione, procede in crescendo, alternando blande sequenze narrative che generano una certa progressione sempre utile a soddisfare la curiosità del lettore con più frequenti inserti riflessivi via via più interessanti e utili a chiarire il contesto storico, culturale ma soprattutto l’avvenuta formazione del giovane uomo e la sua scelta di lottare per se stesso. Lo consiglio sicuramente.

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i dolori del giovane Torless
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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Bella recensione, Laura! Non è facile parlare di certi libri, anche a me è piaciuto molto. La parte che più mi ha colpito è stata la sua istruzione cattolica, traumatizzante all'insegna di quel inferno punitivo (splendidamente e cupamente descritto) che incombe su qualsiasi passo falso.
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siti
20 Aprile, 2020
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Ciao Ioana, grazie. a me forse è piaciuto di più il momento della presa di coscienza che da certi fardelli si poteva liberare, sono curiosa di sapere come se la caverà ora...l'ho inseguito in Ulisse, mi sembra più maturo, consapevole e anche con un interesse alle questioni politiche che prima gli erano del tutto indifferenti.
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Molly Bloom
20 Aprile, 2020
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Nel finale se non erro Stepen vuole andare a Parigi a dare libero spazio alla sua vena artistica, mentre in Ulisse non prosegue questa strada e a sentire Mulligan rimane abbastanza limitato, il vate del popolo.
L'anima non ha nazionalità. Usciamo fuori dai confini (se mi sente qualche governatore ahia), sembra veramente interessante. Non ho mai letto Joyce tranne stralci antologici a scuola dove mi hanno ammorbato di poemi epici, poesie risorgimentali e di tutto ciò porto ancora residui indelebili.
Mi piacerebbe cominciare. Da dove Laura? Dall'Ulysses...? No dai qualcosa di meno "tomoso"... Grazie e complimenti per la bella segnalazione
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siti
21 Aprile, 2020
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Ciao Ioana, sì vuole andare a Parigi e di fatto ci va prima di tornare a Dublino ( letto stamattina in nota al primo grande flusso di coscienza presente nell'opera ( sezione Proteo)
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siti
21 Aprile, 2020
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Ciao Marianna, inizia da questo e poi in Ulisse troverai pane per i tuoi denti vista la tua passione per la storia e l' epica.
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