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L'ispettore generale
 
L'ispettore generale 2020-04-22 19:12:27 cristiano75
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cristiano75 Opinione inserita da cristiano75    22 Aprile, 2020
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L'umanità serva al potere

Un Genio assoluto.
Con ironia, garbo, acume e terribile verità. questo illuminato russo è riuscito a dipingere le fandezze di un popolo intero, che è poi lo specchio di una più vasta umanità che pare non avere confini ne limiti di tempo.
Infatti tra le caratteristiche peculiari dei grandi scrittori russi dell'ottocento e novecento c'era la incredibile peculiarità che i loro romanzi potevano essere riletti anche a distanza di decenni e epoche diverse, mantenendo sempre una caratteristica universale per quando riguarda l'agire umane, la motivazione che spinge le persone a vivere e stare al mondo.
Gran parte della psicanalisi deriva dallo studio degli scritti russi classici, tra cui Gogol, Cechov, Tolstoj, Dostoevskij, cioè gli illuminati che con la loro penna hanno lasciato capolavori immensi e imparegiabili.

Gogol diceva: ""Se si osserva attentamente e a lungo una storia buffa, essa diventa sempre più triste".

E' qui un idea del suo meraviglioso essere un artista della psiche umana, un gigante della ragione.
Egli usava l'ironia, sbeffeggiava l'ordine costituito, la burocrazia infernale che rendeva la vita dei cittadini (e rende ancora) un inferno fatto di scartoffie, carte, regole, reclami, denunce, leggi e perdite di tempo.

In una cittadina spersa nell'immensità del territorio Sovietico, sta per giungere un ispettore a controllare l'andamento delle cose pubbliche, la gente va nel panico, poichè nulla è come dovrebbe essere e per questo si decide di ingannare il nuovo venuto, che ahimè per uno scerzo del destino non è la persona che essi stanno aspettando con tanto timore.

Il potere piega le persone, le rende scaltre, serve, animali da riporto, le lega al collare e per uscirne senza danni sarebbero disposti a tutto.
Figure meschine, vuote, stralunate, con comportamenti al limite della decenza, asservite al potere, logorate dalla mancanza di fiducia verso chi governa e verso se stessi.
Ognuno arroccato a proteggere le proprie ricchezze e difendere il proprio status sociale, costi quel che costi.
Si compie il destino dell'uomo, della sua bramosia di potere, del suo desiderio di essere ricordato, della sua vana ricerca della felicità.

Nell'infernale vortice quotidiano fatto di desideri, frustrazioni, ripicche, cattiverie, pochi gesti d'amore spesse volte falsi e vuoti, gli uomini marchiano il proprio destino, castigano le proprie vite all'infelicità e alla sottomissione. Nulla è come sembra, tutto è destinato a marcire nel tempo.

Quando uno pensa di aver raggiunto la felicità, questa poco a poco si tramuta in tragedia, in scherzo del destino.

Leggere un romanzo russo è sempre stata per me un'esperienza illuminante, un passo verso la verità, buona o cattiva che essa sia.

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Racconti di Pietroburgo
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