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Oblomov
 
Oblomov 2021-03-14 16:57:28 siti
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siti Opinione inserita da siti    14 Marzo, 2021
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E non è vita, questa?

Il’ja Ilic sta a letto, è un giovane uomo che non ha atteso alle aspettative che su di lui sono state riposte, è un trentenne indolente, perennemente accudito dal suo Zachar, il servo che fin da piccolo lo ha allevato. Eppure Zachar è un uomo sfatto quanto il padrone, l’appartamento cittadino dove vivono è signorile ma squallido, polveroso, sporco. Tutto grida disperatamente e urgentemente una svolta, un miglioramento, una scossa a tale apatia. .. Oblomov è inoltre assediato da inutili preoccupazioni: il suo starosta lo informa sullo stato delle sue proprietà in una sperduta provincia orientale, pesante lascito feudale dei suoi genitori, e il padrone del suo appartamento intima lo sfratto.

Il’ja Ilic Oblomov è triste per il “suo mancato sviluppo, perché si era fermata la crescita della sua forza morale, per la pesantezza che gli impediva tutto (…), sullo stretto e triste sentiero della sua esistenza sembrava che fosse stata gettata un pietra”. Oblomov è il frutto della bella vita che da bambino ha vissuto a Oblomovka dove “è sempre festa” e “il lavoro se lo fanno scivolare dalle spalle come se fosse un giogo” e “il signore non si alza all’alba, e non va in fabbrica tra ruote e molle sporche di grasso e di olio”. Il’ja è il mancato anello di congiunzione tra un agonizzante sistema feudale e una nuova prospettiva economica, produttiva, sociale. Oblomov è cristallizzato in un condizione di agio privilegiato che non prevede fatica, impegno, responsabilità, non è paragonabile a nessuno, e lui rigetta con tutte le sue forze questa possibilità: essere paragonato agli altri , al loro affannarsi, alla nuova industriosità non ha possibilità di esistere nella sua mente. Zachar tenta di aiutare il padrone , di scuoterlo sebbene della sua stessa indolenza sia stato imbevuto nella tenuta di Oblomovka dove tutti hanno sempre dormito. È un perfetto disfunzionale binomio, il loro, si nutre di una relazione conflittuale nella quale i due si rispecchiano vicendevolmente nelle proprie debolezze. Sono però rappresentati magistralmente come nella commedia dell’arte, tipizzati quasi. Stol’c è invece il suo vecchio amico di infanzia, occasionalmente e regolarmente si presenta a casa sua, è un giovane rampante, attivissimo e lui che conia per l’amico il nome dello stato che lo caratterizza: è oblomovismo. Una condizione ideale, un’utopia che rifugge passioni, guerre, commerci e aspira alla pace. È questo d’altronde , il fascino dell’oblomovismo, quel fascino che fa del romanzo del russo Goncarov, un’ottima lettura, sempre attuale…
Una breve parentesi, una primavera amorosa, corrisposto da Olga, giovane signorina che pare votata alla sua redenzione e che in realtà è innamorata dell’amore, non basta , come non bastano i tentativi di Stol’c, a smuoverlo dalla sua indole, una natura istintivamente votata al bene, fiduciosa verso un’arcadia dell’umanità. Eppure gli uomini che gravitano intorno a Il’ja Ilic non sono tutti come l’amico Stol’c, molti mostrano nei suoi confronti una cattiveria tale da ridurlo in condizione di estrema precarietà. Solo Andrej Stol’c, Olga e Zachar conoscono la vera essenza dell’oblomovismo: ” ..ha perso la forza di vivere, ma non ha perso l’onestà e la fedeltà. Il suo cuore non ha mai emesso una nota falsa, il fango non l’ha toccato. Nessuna brillante menzogna è riuscito a sedurlo, e niente lo potrebbe portare su una falsa strada. Anche se un intero oceano di porcherie, di cattiverie si agitasse intorno a lui, se tutto il mondo fosse avvelenato e mal condotto, Oblomov non si inchinerebbe mai all’indole della menzogna, la sua anima sarebbe sempre pulita, limpida, onesta … è un’anima di cristallo , trasparente, uomini così ce ne sono pochi; sono rari: sono perle!”

Le vicissitudini che Il’ja Ilic vivrà lo porteranno semplicemente ad accomodare il suo sogno giovanile, seppur in un luogo diverso; fermo rimarrà il proposito di non scendere in battaglia. La battaglia della vita non gli appartiene: pensieri, gioie, dolori sconvolgono la pace dell’anima, essa è semplicemente incompatibile con la vita.

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Commenti

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Tittolo che mi riprometto di recuperare da un po'. La tua recensione mi ha fatto venir voglia di fargli scalare la classifica dell'attesa :-D
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siti
16 Marzo, 2021
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Grazie Maria, anche per me è stato così poi è giunto il fatidico balzo e ha superato gli altri in coda con mio enorme piacere perché vale davvero.
Che bel personaggio, Oblomov, umanamente profondo e straordinaruamente ricco di sfumature. E' bello che qualcuno ogni tanto lo riporti ad una meritata attenzione. Grazie, Laura.
P.S. : se puoi, non perderti il film di Nikita Michalkov. È, se possibile, ancor più bello dell'originale di Goncarov.
Ma che bella segnalazione Laura, mi segno subito il titolo.
Fede
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siti
22 Marzo, 2021
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Ciao Giulio, sì ho visto il film ma mi mancano gli ultimi trenta minuti, il sito dal quale l'ho visionato è Perestrojka.it e purtroppo appare monco, arrivato a un certo minutaggio si presenta il problema e non va oltre benchè sia in teoria caricato per intero. Il film è comunque molto bello anche se crea ritmi narrativi completamente mutati con l'iniziale flashback e l'alternarsi continuo del piano del presente con quello del passato, in modo simmetrico. Devo dire che la lunga tirata iniziale ambientata in una sola giornata, nel romanzo, è per me parte integrante dello stesso... In genere, comunque, letta un'opera, soprattutto se mi è piaciuta, riesco raramente a gustarne la trasposizione cinematografica. per te che sei un cinefilo, almeno mi pare, la mia risposta sarà deludente, però corrisponde alla mia percezione. Odio quando la faccia di un attore si sostituisce all'ineffabile viso di un personaggio e come se mi derubassero della mia capacità visiva, immaginativa che però non va oltre l'ineffabile di cui ho detto prima.
In risposta ad un precedente commento
siti
22 Marzo, 2021
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Grazie Fede
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