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Forse ho sognato troppo
 
Forse ho sognato troppo 2020-03-24 15:33:56 Vincenzo1972
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Stile 
 
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    24 Marzo, 2020
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Una rondine tatuata sul braccio

"Forse ho sbagliato libro" - è la prima cosa che ho pensato mentre leggevo questo romanzo.
Infatti l'ultimo romanzo di Michel Bussi, acclamato scrittore francese di gialli, il più venduto oltralpe, si discosta non poco dalla sua precedente bibliografia: nessun omicidio stavolta, nessun assassino sulle cui tracce indagare.
Bensì una storia d'amore. Nella sua forma più gettonata, più coinvolgente e quindi anche più romanzata: l'amore adultero.
Tuttavia, superato l'impasse iniziale e una volta persa definitivamente la speranza che un killer possa comparire sulla scena, ci si ritrova avviluppati nella trama sentimentale ed è troppo tardi per uscirne.
Perchè, forte dell'esperienza maturata nel genere noir e poliziesco, l'autore ci presenta la sua storia d'amore come fosse un buon vino, da far decantare prima, centellinandola, offrendola al lettore a piccoli sorsi ed aggiungendo ogni volta una nota diversa, un indizio che possa farne percepire la sua struttura, la sua consistenza, svelandola gradualmente.
Una storia d'amore, quindi, architettata da un maestro della suspense che riesce a dosare in perfetto equilibrio ingredienti variegati: sospetto, dubbi, bugie, passione, tenerezza e l'eterno dissidio cuore-ragione, tra chi si lascia trasportare dal destino senza una meta ben precisa ma inseguendo un sogno e chi invece cerca di mantenere ancorata la propria vita a punti di riferimento solidi e sicuri.. con le rime di una struggente canzone d'amore che fanno da trait d'union tra ricordi del passato che riaffiorano prepotentemente sottoforma di misteriose coincidenze, sino al clamoroso colpo di scena con sorpresa finale, targato Michel Bussi.
A pensarci bene, comunque, un amore adultero nasce sempre dalla 'morte', in senso lato, di una relazione precedente: un 'omicidio' senza spargimento di sangue, ma non per questo meno doloroso. Un omicidio magari non premeditato ma che si concretizza in un istante e senza troppi rimorsi, basta uno sguardo o un sorriso o qualche frase pronunciata nel momento giusto, e il danno è fatto; dopo non si può più tornare indietro, solo occultare, trovare alibi.. insomma niente da invidiare ad un vero e proprio thriller.
Tanto più se a muovere i fili della storia c'è un autore come Bussi in grado di delineare la personalità dei due amanti, e dei vari personaggi a contorno, con un'accuratezza via via crescente, passando dalle sfumature del loro carattere sino ai tratti più marcati, come con un identikit che apparirà sempre più chiaro proseguendo nella lettura.
Si allarga anche il confine geografico: a differenza dei precedenti romanzi tutti ambientati nella Normandia, in "Forse ho sognato troppo" l'autore ci porta in giro per il mondo viaggiando sui voli intercontinentali della Air France, la compagnia presso la quale Nathalie lavora come hostess da ben 30 anni ormai.
Cinquantenne, mora, con un ciuffo ribelle che spesso le cade sul viso coprendole gli occhi grigi con sfumature tra il verde e l'azzurro, ama il suo lavoro perchè è l'unico che le consenta di appagare il suo istintivo bisogno di libertà, di evasione. E' l'altro piatto della bilancia, la metà di Nathalie che funge da contrappeso alla metà più docile ed accondiscendente, quella felicemente sposata con Olivier e con cui ha avuto due splendide figlie, Laura e Margot.
Olivier è un uomo perfetto: ancora affascinante nonostante l'età, molto apprezzato nel suo lavoro come falegname a cui si dedica con grande zelo, sempre premuroso ed affettuoso nei confronti delle figlie e della moglie; non ha mai ostacolato Nathalie nel suo lavoro, pur mostrandole spesso il suo disappunto ogni volta che preparava il trolley da viaggio, allontanandosi per intere settimane dalla casa e dalle figlie e tornando ogni volta stremata a causa del jetlag.
Ma non ci sono mai state discussioni o litigi, alla fine seppur a malincuore, Olivier accettava comunque la solita conclusione di Nathalie:
'Il mio lavoro è la mia libertà. Tu rimani e io volo.'
Un marito perfetto, quindi. Invidiato anche dalle sue colleghe, 'un marito capace di amare la moglie senza attaccarla alla catena'. Ma si può amare un uomo perfetto?
Settembre 1999: Nathalie ha in programma tre voli intercontinentali, con destinazioni Montreal, Los Angeles e Jakarta. Mentre è in attesa al gate di imbarco per Montreal viene rapita dal suono di una chitarra, poche note ma capaci di incantarla, come il pifferaio magico con i topi.
Lui, Ylian, un ragazzo esile ma dallo sguardo dolce e penetrante, come la sua musica, berretto scozzese e lunghi capelli ricci. E' sullo stesso aereo per Montreal e Nathalie - la rondine - ha già spiegato le sue ali, pronta a volare con lui.
Settembre 2019: sono trascorsi 20 anni, ma per un'assurda ed apparentemente inspiegabile casualità, Nathalie si ritrova a dover affrontare nuovamente lo stesso programma di volo, persino nella stessa sequenza, Montreal, Los Angeles, Jakarta e, cosa più straordinaria, con lo stesso equipaggio di bordo, lo stesso comandante e le stesse hostess di 20 anni fa, in particolare la sua migliore amica Flo.
Ylian stavolta non c'è ma durante il viaggio, durante la permanenza nelle città di scalo, tra le strade ed i locali già visitati 20 anni prima, tutto sembra rimasto come allora: troppe coincidenze per essere solo frutto del caso, del destino. Sembra quasi che qualcuno abbia organizzato tutto ciò per prendersi gioco di lei, per farle rivivere quella travolgente storia di amore consumata nel giro di due mesi ma che ancora le brucia dentro.
Speravano che il tempo facesse la sua parte e avevano sigillato il loro amore con una promessa, quella che nessuno dei due avrebbe mai più cercato l'altro, e con un dono, la più grande dimostrazione d'amore che avrebbero potuto scambiarsi.
Una decisione difficile ma necessaria: "bisogna scegliere (...) prima che la scelta si riduca a essere liberi di perdersi in una foresta di rimpianti".
Nathalie sarebbe tornata da Olivier e dalle figlie mentre Ylian avrebbe continuato a girare per il mondo in cerca di fortuna, inseguendo il suo sogno di diventare un grande musicista. Che follia! Come potevano sperare di dimenticare. In quei due mesi trascorsi con Ylian, tra un volo e l'altro, Nathalie si era sentita viva come mai in tutto il resto della sua vita.
Ha cercato di mantenere la promessa fatta a Ylian, per amore verso Olivier. Già amore, perchè 'se la passione è aver voglia di fuggire con qualcuno, l'amore non è forse apprezzare la propria prigione?'
Ma nonostante il tempo trascorso, è stata sufficiente una scintilla per far divampare nuovamente l'incendio.
"La vertigine senza vestigia, lo strappo, l'abbandono, il dono, il vuoto insondabile, insopportabile, che tuttavia avevo sopportato per tutti questi anni. Che ho colmato con Laura, poi con Margot. Che ho colmato.. Ci sono donne che colmano e donne realizzate."
Ma Nathalie è una rondine, come quella che si è tatuata sul braccio, ed una rondine deve volare via.

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Seppur non amo il genere, mi ha colpito la musicalità delle frasi da te riportate che denota appunto una penna sicura e talentuosa.
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